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Bologna (Bologna) - Oggi apertura straordinaria serale del Museo della Tappezzeria e visita guidata alle ore 21. Ingresso gratuito fino ad esaurimento posti


Nell'ambito dell'iniziativa Di sera con le Muse, che prevede fino al 16 settembre aperture straordinarie serali dei musei della città ogni giorno, tranne i lunedì, stasera, mercoledì 25 agosto il  Museo Storico Didattico della Tappezzeria (c/o Villa Spada, via di Casaglia 3) sarà aperto dalle ore 20.30 alle ore 23.30. Alle ore 21 – riferisce testualmente una nota stampa del Comune di Bologna - sarà possibile seguire una visita guidata sul tema I tessuti copti, condotta da Francesca Ghiggini, autrice di un volume dedicato a questi preziosi frammenti databili tra il IV e il XII sec. d.C. Il museo è collocato dal 1990 nella prestigiosa sede di Villa Spada, uno degli esempi più significativi di architettura neoclassica bolognese. Il progetto dell'attuale aspetto è ormai definitivamente attribuito al celebre architetto Giovanni Battista Martinetti, su commissione del conte Jacopo Zambeccari, morto nel 1795. Allo stesso architetto si deve la realizzazione del piccolo giardino all'italiana terrazzato e adorno di vasi e sculture (fra cui si ricordano opere dello scultore Giacomo De Maria), che svolgeva la funzione di raccordo tra la villa e il resto del parco: la terrazza principale del giardino è infatti raggiungibile attraverso le vetrate della sala della Meridiana, posta tra il primo e il secondo piano. Il parco si estende invece per oltre 6 ettari all'estremità della stretta dorsale tra il rio Meloncello e il Ravone ed è incorniciato da alberi sempreverdi e da un boschetto seminaturale con specie tipiche di collina; dai punti più elevati si godono suggestivi scorci sul centro storico della città. La proprietà della Villa restò agli Zambeccari fino al 1811; nel 1820 fu acquistata dalla marchesa Beaufort, moglie del principe romano Clemente Spada Veralli, che portò a compimento la sistemazione della villa e del giardino, annettendo la porzione di parco visibile da via Saragozza. A ricordo di questo momento, sul frontone della villa campeggia ancora oggi lo stemma degli Spada. La villa fu poi acquistata dal tenore Antonio Poggi e nel 1849 divenne sede del quartier generale Austriaco. Ed è proprio in questa fase che diventa scenario di un celebre avvenimento del nostro Risorgimento: nella vicina torretta neomedievale secondo la tradizione venne infatti rinchiuso, prima della fucilazione, il padre barnabita Ugo Bassi. Nella seconda metà del XIX secolo la villa fu per un breve periodo abitazione di un principe turco; dal 1920 fino al termine della Seconda Guerra Mondiale fu di proprietà della famiglia Pisa che compì vari ammodernamenti, aprendo anche l'ingresso su via Saragozza. La villa e il parco furono infine acquistati dal Comune di Bologna negli anni '60 e aperti al pubblico nel decennio successivo. Si deve invece all’impegno del Cavaliere Vittorio Zironi, recentemente scomparso, la creazione del primo nucleo del Museo della Tappezzeria. Zironi nel 1946 inizia la raccolta di oggetti, stoffe, accessori, tessuti legati al mondo della tappezzeria, con il preciso scopo di creare un museo dedicato. L'idea si concretizza venti anni dopo, nel 1966, con l'inaugurazione del primo Museo Storico Didattico della Tappezzeria in Palazzo Salina Brazzetti, più tardi trasferito, come si diceva, nell'attuale sede di Villa Spada.   Il museo espone oggi una straordinaria collezione di oltre 6.000 preziosi reperti tessili, insieme a telai, accessori e attrezzi per tappezzieri, offrendo testimonianze della produzione artistica tessile europea in un arco di tempo compreso tra il nucleo più antico della raccolta - con campionari di stoffe e manufatti tessili antichi di produzione occidentale e orientale-, i frammenti di tessuti copti (IV-XII secolo d.C.), fino alle produzioni francesi ed italiane del XX secolo. Significativa in particolare proprio la collezione copta: composta di oltre 60 frammenti in lino e lana, tutti provenienti da corredi funebri, la maggior parte è stata prelevata da tuniche decorate, il capo di abbigliamento più in uso proprio durante il periodo a cui risalgono i tessuti copti del museo. Bellissimi gli esemplari monocromi e con colorazioni che vanno dal blu al viola, dal bruno purpureo al nero, molti dei quali presentano intrecci geometrici in infinite varianti. Fra i temi iconografici non manca però anche le figura sia umana che animale.  

di Redazione | 25/08/2010

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