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Crotone (Crotone) - “L’INTERVENTO” Salvatore Lucà (Confartigianato imprese): “Essere fra le regioni meno indebitate non sempre e' un bene...”


Secondo l'indagine della Cgia di Mestre la media del debito familiare in Italia è di € 15.930, la Calabria in questa speciale classifica è agli ultimi posti con Catanzaro all'87° posto con una media di € 10.050 per famiglia, segue al 90° posto Crotone con un debito di 9.863 €, Cosenza 93° posto con 9.511 € , Reggio al 98 posto con la cifra di 8.121 €uro e Vibo al 101° posto con un debito familiare di 7.739 euro. Scorrere a prima vista questa graduatoria in cui le famiglie calabresi sono agli ultimi posti come debito e quindi fra le più virtuose  in Italia  potrebbe  sembrare molto soddisfacente per tutti quanti noi e d'altra parte dovrebbe essere così. Registrare questo dato “positivo” per coloro i quali gestiscono le risorse della nostra Regione è un dato confortante in quanto si amministrano nuclei familiari che non sono stressati da debiti importanti e di conseguenza  dovrebbero avere dei capi famiglia tranquilli che navigano nel benessere per non dire nell'oro. Ma approfondendo la disamina di questa graduatoria ci convinciamo che  bisogna interpretare questi dati in modo diverso. Le province più indebitate per esempio sono quelle che hanno i livelli di reddito più elevati. E’ chiaro che le famiglie di queste province con più redditi hanno investito di più, hanno avuto un sistema finanziario che li ha sostenuti ed oggi presentano un indebitamento più congruo. Sicuramente ci saranno pure famiglie in grande difficoltà, tuttavia, la forte esposizione di queste realtà, soprattutto dovuta ai cospicui  investimenti effettuati negli anni scorsi, ci deve preoccupare poco. Questi dati confermano quello che noi diciamo da anni, ossia un sistema bancario e finanziario che ha chiuso da tempo i rubinetti del credito a Famiglie e PMI  ha relegato i nostri corregionali  fra i  meno indebitati in Italia per la mancata concessione di credito a qualsiasi livello, salvo naturalmente rare eccezioni. Sappiamo invece benissimo che queste graduatorie  si riferiscono a dati collegati  rinvenienti del sistema finanziario- bancario, non sono compresi, invece,  quelle operazioni a rischio usura di cui tanti nostri corregionali ne sono, purtroppo,  vittime. Occorrerebbe che tutti gli addetti ai lavori riflettessero attentamente su questo dato: E' possibile che  delle province apparentemente cosi virtuose abbiano poi tassi di disoccupazione così elevati e siano territori dove l'usura è dilagante? Se ci fosse, nel sistema economico-sociale calabrese, da parte delle istituzioni finanziarie  un'immissione di liquidità più giusta ed equa, certamente saremmo un po' più indebitati, ma ciò significherebbe   maggior benessere per le  famiglie in difficoltà,  possibilità di crescita per le imprese e nuove opportunità di lavoro per tutti i nostri disoccupati. Paradossalmente un dato che da una lettura superficiale può apparire positivo,  nasconde invece  delle preoccupanti realtà che se non gestite oculatamente possono portare ad una situazione ancor più difficile per il nostro martoriato territorio. Salvatore Lucà - Segretario   generale    

di Redazione | 23/08/2010

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