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Rossano (Cosenza) - 48 ^ Settimana sociale dei cattolici italiani, l’Ita di Rossano fra le 40 scuole


Ed anche il progetto “orto sinergico” dell’Ita di Rossano è stato considerato una “Buona pratica” nell’ ottica del progetto Cercatori di LavOro, lanciato dal comitato scientifico della 48^ settimana sociale dei Cattolici Italiani, svoltasi a Cagliari dal 26 al 29 ottobre. Giornate intense e frenetiche, ma cariche di momenti di confronto quelle appena trascorse, a cui hanno partecipato anche delegati della nostra Diocesi guidati da Sua Ecc. Mons. Giuseppe Satriano. Giornate che si sono svolte con una “metodologia del tutto nuovo”, come ricorda l’economista Leonardo Becchetti. Infatti è stata messa in moto una grande rete formata da circa 213 giovani di 82 Diocesi, definiti “cercatori di lavOro”, che hanno “mappato” circa 400 buone pratiche, di cui 308 aziende, 40 scuole e 52 Pubbliche Amministrazioni. E tra le 40 scuole ecco la buona pratica dell’Ita di Rossano guidata dalla dirigente Pina De Martino.

Il progetto “orto sinergico” è stato da subito ritenuto meritevole di essere considerato una “buona pratica” da parte dell’equipe MLAC della Diocesi Rossano Cariati, tant’è che la stessa  equipe ha proposto immediatamente la partecipazione al progetto “cercatori di lavoro” alla Dirigente Prof.ssa De Martino che si è subito resa disponibile.

L'ORTO SINERGICO TRA SCIENZA E IMPRENDITORIA è un progetto ideato e coordinato dal prof Vincenzo Bossio con la collaborazione della dirigente scolastica, Pina de Martino, del Direttore dell'azienda agraria, prof Giovanni Francesco Mastrangelo, ma anche degli alunni, dei docenti e del personale ATA dell’intero Istituto. L’orto sinergico è in netto contrasto con i metodi dell’agricoltura tradizionale che tendono ad isolare le piante e impoverire il suolo, promuove meccanismi di auto fertilità del terreno, senza arature né concimi, ma facendo attenzione ad associare le piante per far fronte a specifiche esigenze. La filosofia alla base dell’orto sinergico prevede che siano le piante stesse a fertilizzare il terreno: crescendo e vivendo “insieme” naturalmente nel suolo, lo rendono più “vivo” grazie ai loro residui organici e a tutta una serie di batteri, insetti, funghi e lombrichi che un ecosistema sano richiama. Con questo modo di coltivare si avranno piante perenni che convivono con quelle stagionali, ed entrambe saranno sempre presenti in tutti i loro stadi di crescita, dal seme, all’esemplare in fiore, fino ad arrivare alla loro decomposizione.

Si tratta di una Buona Pratica, valutata positivamente dal comitato scientifico della 48 settimana sociale, perché ha saputo trovare nelle difficoltà dei nostri tempi, una soluzione importante ed originale al problema della sostenibilità ambientale, alla tutela della persona, della collettività. Una Buona Pratica che può essere da stimolo ed ispirazione per tanti, istituzioni e per l’intera comunità. Bennardina Cicala

 


di Redazione | 21/11/2017

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