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Rossano (Cosenza) - La città bizantina in guida “Osterie d’Italia 2017”


Si tratta di un risultato importante per Rossano e per il territorio. Ci gratifica rispetto all’impegno che da anni il nostro Convivium Slow Food destina all’educazione ed alla sovranità alimentare, sensibilizzando soprattutto titolari e fruitori della ristorazione locale a preferire le produzioni autentiche ed a recuperare con spirito imprenditoriale tradizioni e identità, facendo così vera politica, a tavola. Siamo convinti che il valore aggiunto di questo che rappresenta un punto di partenza per la trattoria AL CASELLO e per il suo giovanissimo protagonista Giovanni VILLELLA risieda anzi tutto nello stimolo e nell’esempio che da questa ulteriore esperienza giungono in particolare alle nuove generazioni.  – È quanto dichiara Lenin MONTESANTO, Fiduciario della Condotta Slow Food  Pollino – Sibaritide – Arberia, esprimendo soddisfazione a nome di tutti i soci per la recensione della storica trattoria rossanese AL CASELLO DA GIOVANNI tra le 153 novità della 26esima edizione della Guida SLOW FOOD delle Osterie d’Italia 2017.

 Con l’ingresso della Città del Codex, per la prima volta, nel prestigioso circuito nazionale dei covi del gusto ispirati al buono, pulito e giusto, salgono a 6 le osterie presenti nel vasto territorio della Condotta Slow Food Pollino – Sibaritide – Arberia, a 13 nella provincia di Cosenza, a 46 in Calabria e a 1570 in tutto il Paese. La presentazione ufficiale della Guida si terrà SABATO 14 GENNAIO alle Ore 11.30 alla Trattoria AL CASELLO DA GIOVANNI su Viale S.Angelo. – Nel corso dell’evento pubblico promosso dal Convivium Slow Food con sedi a Rossano ed a Saracena insieme alla Fondazione Italiana Sommelier (FIS), saranno presentate tutte e 6 le osterie del territorio.

Coordinati dal Lenin MONTESANTO, dopo i saluti del Sindaco Stefano MASCARO e dell’assessore al turismo Aldo ZAGARESE, interverranno Fortunato AMARELLI presidente della sezione agroalimentare di Confindustria Cosenza, Adriano TANCREDI presidente provinciale dell’associazione nazionale giovani agricoltori (ANGA), Elio PERCIACCANTE rappresentante Conseil Europeen Jeunes Agriculteurs (CEJA), Gennaro CONVERTINI presidente dell’Enoteca Regionale di Cosenza, Gennaro DI PACE giovane chef dell’Osteria Porta del Vaglio di Saracena (Guida Michelin, L’Espresso, Gambero Rosso, e Bibenda) ed i rappresentanti delle altre 5 osterie Slow Food della Condotta: Giuseppe GATTO (DA LUCREZIA, Trebisacce), Patrizia SERVIDIO (BISTROT, Cantinella di Corigliano), Enzo FILARDI (KAMASTRA, Civita), Catia CORBELLI (OSTERIA DEL VICOLO, Mormanno), Gian Luigi MICELI (IL CARPACCIO, Acri). – L’illustrazione tecnica della Guida sarà curata da Cesare ANSELMI, segretario Slow Food locale e da Angela SPOSATO (Slow Food Catanzaro).

 Quando si parla di ritorno alla terra, per fortuna adesso sempre più spesso, il riferimento ideale e simbolico più ricorrente è quello del ritorno al mondo produttivo dell’agricoltura locale da parte di studenti, lavoratori e professionisti che, molto spesso giovani, si rimettono in gioco rientrando nella propria terra d’origine ed interpretando in nuove sfide i più diversi bagagli di formazione acquisti in precedenza. Ma vi è anche un altro ritorno alla terra. Quello di chi non parte proprio, se non con la mente e lo spirito. E che, forse, è molto più visionario e temerario. È il ritorno concettuale di quei giovani e giovanissimi che, mai affascinati dall’idea di emigrare e lasciare il territorio in cui sono nati, in cui vivono e credono, per avviare magari improbabili percorsi in un altrove qualsiasi, decidono di non intraprendere affatto quello che rischierebbe di diventare, così come in moltissimi casi diventa, un sicuro giro di boa esistenziale. Sono cioè quelli che, senza attendere, investono fiducia, energie, tempo, risorse e speranze nella forza e nel valore dell’identità che hanno sotto i piedi e sotto gli occhi. Creando e facendo impresa, qui ed ora, sulla terra e sul terroir: sulla storia, sulla qualità, sull’originalità e sulla capacità di emozionare e di creare ricchezza delle produzioni autentiche, della biodiversità agroalimentare, attraverso il recupero intelligente delle tradizioni enogastronomiche e dei piatti della memoria. Facendo politica a tavola. Con l’avventura avviata da giovanissimo in una delle più antiche locande e tra le più longeve strutture dell’antico scalo ferroviario di Rossano, Giovanni VILLELLA, classe 1990, testimonia certamente uno di questi ritorni alla terra. Quello ad occhi chiusi. Col cuore. E con la testa.


di Redazione | 14/01/2017

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