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Crosia (Cosenza) - Nel centro storico domani sera la presentazione del libro “Mute parole e ingannevoli delizie” di Gennaro Oriolo


La nuova raccolta poetica di Gennaro Oriolo, Mute parole e ingannevoli delizie, edita dall’editore Settimio Ferrari, verrà presentata a Crosia (piazza del Popolo), il 3 agosto prossimo (h. 21.30), alla presenza del Sindaco Gerardo Aiello. Oltre all’autore e all’editore, interverranno all’evento Francescomaria Tedesco, docente universitario, Gennaro Mercogliano, critico letterario, Francesco Rizzo, Presidente del Circolo Culturale Mirto Crosia. Gennaro Oriolo leggerà alcuni suoi versi assieme a Immacolata De Vico e Anna Lauria. Ad accompagnare i momenti salienti della serata Serafino Madeo eseguirà alcuni brani musicali al pianoforte. E’ d’obbligo dire che sono vari i luoghi esaltati da Gennaro Oriolo in questa sua intensa silloge, grazie al prezioso strumento dei versi cui sa dare voce assoluta e intrisa di eterno. C’è Crosia, dove il poeta è nato; Rossano, in cui ha vissuto fino all’età adulta; Firenze, dove si è formato a fianco di illustri esponenti della letteratura nazionale che hanno arricchito non poco la sua storia culturale e umana. Infine, Scandicci, la cittadina toscana in cui il poeta ha deciso di stabilirsi definitivamente senza però abbandonare mai gli echi di un percorso lastricato da ricordi e intriso di nostalgia. E non è forse un caso che egli viva il suo presente a contatto con i luoghi che diedero asilo al grande Dino Campana, le mura dell’ex manicomio di Castelpulci. Non è un caso che proprio da uno sguardo attento rivolto all’esterno, attraverso i vetri della sua finestra, Gennaro Oriolo tragga ispirazione per versi sublimi, versi forse complici e memori di una lirica troppo presto disattesa dalla follia. Certo è che il tema dei luoghi, nel percorso fedele della memoria che sola sa vestirsi di un manto onesto come ruvida lana e ineffabile come seta leggera, fa sì che Oriolo si possa definire, come sostiene Franco Manescalchi nella sua prefazione al volume “…un autore per il quale la scrittura è fine e mezzo, strumento per dare voce ad una complessa articolazione dove lo spazio tempo prende corpo e identità storica in un vivo e vivido divenire di parole che amplificano e definiscono il farsi medesimo degli eventi…”.

di Redazione | 02/08/2010

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