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Ancona (Ancona) - Il Cardeto per Franco Scataglini. Stasera la cerimonia ufficiale. Il ricordo degli autori che lo hanno conosciuto


Oggi, domenica 25 luglio, il Parco del Cardeto sarà ufficialmente intitolato alla memoria del poeta anconetano Franco Scataglini, nel giorno dell’ottantesimo anniversario della sua nascita. La cerimonia avrà inizio alle 18,30 all’ingresso del Parco, alla presenza del sindaco Fiorello Gramillano, della presidente della Provincia Patrizia Casagrande e della signora Rosellina Massi Scataglini, moglie del poeta. Alle 21.30 al Vecchio Faro è previsto l’evento dal titolo “M’hai lasciato un giardì”, con una serie di letture e testimonianze di alcuni dei più importanti poeti marchigiani, allievi e sodali di Franco Scataglini: Gianni D’Elia, Guido Garufi, Maria Grazia Maiorino, Umberto Piersanti, Francesco Scarabicchi e Norma Stramucci, con interventi musicali di Gianluca Gentili. Per raggiungere il Vecchio Faro – riferisce testualmente una nota dell’Ufficio stampa del Comune di Ancona -  saranno disponibili bus navetta da piazzale Martelli: andata ore 20.40, 21.00, 21.20, 21.40; ritorno ore 23.00, 23.20, 23.40. In caso di maltempo il programma si svolgerà al Ridotto del Teatro delle Muse. “Un momento emozionante, questo della commemorazione del 25 luglio” commenta la scrittrice Maria Grazia Maiorino, che ha conosciuto e frequentato Scataglini fin dagli anni Settanta. “Sono tante le esperienze, i laboratori che abbiamo condiviso. Dopo la sua morte ho ritenuto di  portare la sua poesia nelle scuole, tra i giovani, per tramandarne il più possibile la memoria e contribuire a consacrare il suo talento”. “Penso che Franco abbia avuto casa e patria nella sua lingua, la sua vera “residenza”, suggerisce il poeta Francesco Scarabicchi.  “A quella lingua s’è consacrato e concesso e la lingua lo ha risarcito segnando di carisma il suo percorso d’autore. Questo il seminario d’umanesimo che prosegue dopo più di 15 anni dalla sua scomparsa, nel valore irrinunciabile del risiedere in una idea assoluta di poesia”. “Come il Guasco tiene su San Ciriaco - sottolinea il poeta, scrittore e critico letterario Gianni d’Elia -  la  poesia di invenzione reale di Franco tiene su Ancona e nel mondo: Dorica sustinet Ancon. Il suo efficacissimo dialetto dorico, universale, rimarrà per sempre con noi”. E, ancora sulla lingua di Scataglini, Umberto Piersanti osserva: “una lingua dal sapore antico, quella di Scataglini, italica e provenzale, che conosce le atmosfere dell’amore cortese, ma che sa anche raccontare le durezze e i drammi della contemporaneità. E soprattutto racconta la bellezza e il dolore del vivere, riflette sulle eterne domande senza possibile risposta certa alle quali siamo condannati”. “Franco Scataglini – afferma Guido Garufi, poeta e critico - è stato un punto di riferimento fondamentale per lo sviluppo della poesia marchigiana del secondo Novecento, soprattutto per l'attività del gruppo di Residenza, di cui facevano parte anche Gianni D'Elia, Massimo Raffaeli e Francesco Scarabicchi. Apprezzavo la sua potenza e intuizione nell'uso di quella lingua particolarissima che costituisce la sua poesia. Nei conciliaboli che tenevamo nel suo studio in centro, aveva un'amara ironia per il mondo se non si parlava di poesia. In quello studio si sono sviluppate le riviste marchigiane: i dibattiti teorici che animarono la pesarese Lengua di Gianni D'Elia, Verso che facevo io a Macerata e Alias a Fermo si tenevano tutti per lo più nello studio di Scataglini. Scataglini ha creato una lingua così pura da essere universale, come quella di Loi e di un poeta ingiustamente dimenticato, Biagio Marin”. “Ho conosciuto Franco all'incirca 22 anni fa” racconta la poetessa Norma Stramucci. “Credevo di aver scritto un capolavoro, glielo portai. Se vuoi lavorare con me, mi disse dopo averlo letto, devi buttare via tutto. Ecco il mio rapporto con lui, iniziato allora e continuato fino alla sua scomparsa: è stato un rapporto da allieva a maestro. Quest'anno, per l'Università di istruzione permanente di Recanati, ho tenuto un corso su di lui. Inoltre ho portato la poesia di Franco anche nel mio lavoro di insegnante di istituti professionali”.   “La scelta di ricordare il nostro concittadino in occasione dell’ottantesimo anniversario della sua nascita – spiega il sindaco di Ancona Fiorello Gramillano - è dettata dalla convinzione degli amministratori di questa città che il contributo dato da Scataglini con il suo lavoro alla sua terra vada assolutamente sottolineato e valorizzato. Desideriamo ricordare insieme con tutti i suoi familiari, amici ed estimatori questo artista unico e originale che ha dato un grandissimo impulso alla questione della lingua e alla cultura poetica in senso più ampio”.   “Scataglini – afferma l’assessore comunale alla Cultura Andrea Nobili – è uno dei più grandi poeti del secondo dopoguerra italiano, una figura prestigiosa che Ancona deve ricordare, soprattutto perché la sua poesia si incarna profondamente nel tessuto della nostra identità cittadina. Il portato della sua opera, inoltre, ci offre una occasione unica per far varcare alla nostra città i confini del suo territorio, promuovendo il lavoro e il contributo culturale di questo artista il cui valore è oggi indiscusso”.   Franco Scataglini ha saputo infatti cantare luoghi e personaggi di Ancona, utilizzando come base linguistica il dialetto locale e nobilitandolo con il costante riferimento alla grande tradizione della poesia italiana, Scataglini, inoltre, si è impegnato in prima persona per la crescita culturale di Ancona e dell'intero territorio marchigiano, incentivando, dalla fine degli anni Settatanta in avanti, giovani intellettuali emergenti, come il critico Massimo Raffaeli, i poeti Gianni D'Elia e Francesco Scarabicchi, a non seguire le orme degli scrittori marchigiani precedenti, che lasciarono le loro città natali per trasferirsi nelle grandi città, ma invitandoli a restare, radicando la propria poesia nell'hic et nunc del proprio territorio. Nel 1980 nacque così la trasmissione radiofonica Residenza per la testata regionale di Rai Radio Tre e due anni dopo l'omonima casa editrice. Mentore di numerosi poeti che sarebbero poi divenuti le migliori voci della poesia marchigiana di fine secolo, all'inizio degli anni Novanta, dopo la consacrazione avvenuta con la pubblicazione del poema La rosa per Einaudi, con prefazione di Cesare Segre, Scataglini ha poi continuato a incontrare i giovani e ha dato vita a Poesia in giardino, incontri estivi con grandi poeti italiani, proseguiti dopo la sua scomparsa da Raffaeli e Scarabicchi.

di Redazione | 25/07/2010

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