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Amendolara (Cosenza) - Dissuasori, ripopolamento acque e contrasto pesca a strascico


La realizzazione delle barriere artificiali lungo la costa di Amendolara ha il duplice obiettivo di ripopolare le risorse ittiche e contrastare la pesca a strascico che sta distruggendo il fondale. Si andrà quindi a valorizzare la fascia costiera, accrescere la produzione dell’ecosistema marino e tutelare e migliorare la pesca artigianale locale.   È quanto emerso dall’accurata relazione presentata dal biologo Michele Pastore intervenuto all’incontro promosso dal Sindaco Antonello Ciminelli e tenutosi ad Amendolara nei giorni scorsi. Durante il confronto al quale ha partecipato anche l’ing. Giuseppe De Angelis, responsabile della Prisma Srlsocietà che si è aggiudicata la realizzazione dei dissuasori contro la pesca a strascico, si è stabilito – attraverso un progetto unico nel Sud Italia – di istallare 283 dissuasori su una superficie di 18 chilometri quadrati lungo la costa del Paese della Secca.   I dissuasori che verranno posizionati in mare hanno persino il consenso dei movimenti ambientalisti – spiega il prof. Pastore – perché proteggono l’ambiente marino, favoriscono il ripopolano dei fondali poco produttivi e risolvono i conflitti tra diverse categorie professionali di pescatori. Le barriere artificiali immerse in acqua da subito andranno ad attrarre flauna marina sia perché rappresentano un rifugio sia perché su di esse inizieranno a crescere organismi viventi che di conseguenza attirerà altri pesci. È così – continua il biologo – che si innesca una catena alimentare. L’obiettivo che si raggiunge è dunque l’incremento della fauna marina, fondamentale per poter sfruttare al meglio le risorse ittiche costiere. Le barriere anti-strascico – conclude – impediranno la distruzione dei fondali, quelle di produzione serviranno anche al ripristino delle praterie di Posidonia Oceanica e di Cymodocea nodosa, piante superiori le cui radici stabilizzano i fondali e nelle quali si registra il massimo grado di biodiversità (il gran numero di specie differenti), oggi ridotte a pochi cespugli.

di Redazione | 21/10/2015

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