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Caserta (Caserta) - Immigrazione, tra convivenza e sindrome di accerchiamento. Il focus di “Trenta righe” e Ordine dei giornalisti a Caserta


 Raccontare l’immigrazione è stato il tema del corso di aggiornamento professionale organizzato dall’Ordine dei Giornalisti della Campania e da Trenta Righe, l’associazione dei giornalisti casertani, ospitato al circolo unificato dell’Esercito di via Battisti a Caserta. Ad aprire i lavori, dopo i saluti del colonnello Alessandro Di Giacomo, Giuseppe Perrotta dell’Associazione casertana: “Oggi questa riflessione – ha detto - è particolarmente attuale anche alla luce degli ultimi fatti che riguardano la provincia di Caserta, in particolare per quanto riguarda il bando con cui la Prefettura ha disposto l’accoglienza nelle strutture ricettive di circa 1200 migranti”. Perrotta, che ha sostituito Daniela Volpecina, la giornalista di Trenta Righe impegnata in un programma televisivo giornalistico su Agon Channel, ha anche citato «l’esperienza casertana di Tv Luna e della sua direttrice Francesca Nardi che con un tg per immigrati hanno prima di altri praticato l’integrazione attraverso l’informazione”. Ad entrare nel merito della discussione è stato Pietro Suber, vice presidente dell'associazione 'Carta di Roma' e giornalista del Tg5 che ha ricordato tutto il percorso per arrivare alla Carta di Roma, dalla strage di Erba alle drammatiche storie di naufragi di profughi degli ultimi tempi. “Dobbiamo raccontare anche da dove scappano, perché se ne vanno. Ed è lì importante distinguere tra rifugiato, richiedente asilo, vittima della tratta. Non è una distinzione buonista ma ha un significato ben preciso. Questo ci porta alla necessità nella nostra professione di utilizzare un linguaggio corretto. Il termine clandestino non ha mai avuto un significato giuridico ed ha un significato discriminatorio molto chiaro, così come extracomunitario. Anche un cittadino americano è un extracomunitario, anche uno svizzero. Eppure lo usiamo in altro senso”. A portare la sua testimonianza Mamadou Sy, presidente della comunità senegalese che ha ricordato il suo arrivo a Caserta quindici anni fa, quando “vendevo fazzolettini a via Caduti sul Lavoro. A Caserta molto è stato fatto. Ringrazio la direttrice di Tv Luna Francesca Nardi che dal settembre 2013 ha avviato un esperimento importante, quello dell’informazione, del Tg per gli immigrati. E poi tanti che lavorano sul territorio per l’integrazione. Da dieci anni il Movimento dei Rifugiati a Caserta ha salvato migliaia di immigrati e che oggi hanno potuto ottenere un permesso di soggiorno e ritrovare una dignità in questo Paese”.  Subito dopo di lui Maria Rita Cardillo del centro sociale Ex Capanificio. “Si sono fatti passi in avanti con la Carta di Roma, ma c’è ancora molto da fare perché l’informazione sul tema dell’immigrazione è ancora poco dettagliata, spesso non si conosce quello di cui si sta scrivendo. Il ruolo della stampa è importante non meno di quello dell’associazione perché la stampa deve contribuire a costruire un senso civico”. E’ inoltre intervenuto Gianluca Castaldi della Caritas che ha raccontato “la corsa di alcuni giornalisti ad una notizia racchiusa in stereotipi, non riuscendo così a raccontare davvero quello che succede. L’augurio è che riusciate a contribuire ad una società migliore grazie ad una informazione attenta”. Ha parlato di “sindrome di accerchiamento che gli italiani vivono”, la professoressa Francesca Graziani, docente di diritto internazionale alla Seconda Università degli Studi di Napoli e consulente del Ministero degli Esteri che ha anche illustrato i numeri del fenomeno migratorio in provincia di Caserta e della sua integrazione. La Graziani è poi entrata nel cuore della vicenda, relativamente alle tratte utilizzate dagli scafisti per far entrare gli stranieri illegalmente in Italia, alle migliaia di morti dei viaggi della speranza fino alle operazioni Mare Nostrum e Triton che vedono impegnati oggi migliaia di militari italiani con missioni finanziate anche dall'Unione Europea, sottolineando come l'Italia sia il secondo paese a ricevere fondi dietro solo alla Spagna. “Ringrazio Trenta Righe – ha sottolineato infine il presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Campania Ottavio Lucarelli – che ci è stata vicina dall’inizio per organizzare questi appuntamenti formativi che sono gratuiti e frutto di un lavoro di serietà, volontariato, professionalità. Ringrazio anche tutti voi per la partecipazione e l’attenzione che riservate a questi momenti”. Al seminario hanno partecipato circa 140 giornalisti provenienti dall’intera regione Campania.

di Redazione | 30/03/2015

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