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Crosia (Cosenza) - L’Arcivescovo per la prima volta nella parrocchia San Michele Arcangelo. Accoglienza affettuosa


L’intera comunità di Crosia ha vissuto una giornata di festa. Per la prima volta nel centro storico è giunto il nuovo Arcivescovo della Diocesi di Rossano – Cariati, mons. Giuseppe Satriano. Un momento importante che ha coinvolto anziani, adulti, giovani e bambini. Il presule è stato accolto in Piazza del Popolo, poi, in processione tutti verso la chiesa parrocchiale intitolata a San Michele Arcangelo. Nel dare il benvenuto la segretaria del Consiglio pastorale parrocchiale, Isabella Pace, ha evidenziato la disponibilità della comunità a seguire con entusiasmo le indicazioni che verranno dal Vescovo, allo scopo di diventare sempre di più autentici cristiani. Alla Celebrazione Eucaristica, presieduta dal Presule e concelebrata dal parroco, don Michele Romano, e dal vicario parrocchiale, don Claudio Cipolla, ha partecipato un folto numero di fedeli. Presenti, fra gli altri, amministratori comunali, compreso il sindaco, Antonio Russo, Carabinieri, Polizia municipale, il presidente diocesano dell’Azione cattolica, Antonio Romano e quella parrocchiale, Dina Borrello. Il parroco, nel suo saluto, ha partecipato alla comunità la grande umiltà che contraddistingue la persona di monsignor Satriano. Nel presentare la realtà crosiota ha spiegato che la chiesa risale al IX secolo. Ha parlato del bisogno oggettivo di un’azione sinergica per il superamento dei vari problemi che attanagliano la società Ha fatto riferimento alle presunte apparizioni mariane che risalgono al 1987 e al flusso di pellegrini che giunge a Crosia per pregare nella chiesetta “Madonna della Pietà”. L’Arcivescovo è intervenuto più volte. Non soltanto nella durante la commovente omelia. <<Ogni volta che costruiamo un percorso di fraternità>>, ha esordito, <<facciamo felice il Signore>>. Dunque, da monsignor Satriano l’input di <<iniziare un cammino insieme, nel quale dobbiamo fare spazio alla Parola di Dio>>. Il Prelato, prendendo spunto dal Libro di Giobbe ha messo in risalto quella che è la sofferenza degli uomini. La fatica del vivere. Ha sottolineato che ci sono adulti e ragazzi che riescono a fare della propria vita un’esistenza di grazia. Ha evidenziato la drammaticità di alcuni momenti: <<Dio>>, ha detto, <<sta accanto a chi soffre>>. Dunque, la necessità di stare vicini alle persone sofferenti. A giudizio del Vescovo la malattia che ci porta a isolarci è il peccato. Ha evidenziato che la bellezza della vita sta nei costruire rapporti basati sul servizio agli altri. Il Presule, infine, ha fatto notare che anche dalla crisi economica di questo periodo ci giunge un messaggio: ritornare ai valori che hanno dato vigore alla storia delle nostre comunità e che noi abbiamo perso. Il benessere, ha aggiunto, ci ha portato a far sviluppare maggiore individualismo fra le persone. Il Vangelo, invece, ci instrada verso un percorso completamente diverso: l’amore, la fraternità, la carità, l’affetto e l’unione.

di Redazione | 10/02/2015

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