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Roma (Roma) - Beato Paolo VI, un Santo che non fa rumore … amico dei giovani universitari


di GIUSEPPE DE SIMONE -  Qualcuno ha detto o scritto in questi ultimi tempi del nuovo Beato Paolo VI, che è un papa “sconosciuto”. Questo mi sembra in gran parte vero, ecco perché la sua recentissima beatificazione potrebbe essere l’occasione per riscoprire questo grande - e a volte incompreso papa – che  si è distinto in modo mirabile nell’esercizio eroico delle virtù teologali della fede, speranza e carità. E’ un santo che anche oggi, a distanza da oltre trentacinque anni dalla sua morte, avvenuta il 6 agosto 1978, continua a non fare rumore … Ancora a pochi giorni di distanza dalla sua beatificazione, avvenuta il 19 ottobre anche a Roma, tanti fedeli cattolici della stesse Parrocchie della Città nemmeno sapevano che sarebbe diventato Beato … La notizia si è diffusa negli ultimi giorni e nelle ultime ore, così che anche tanti romani delle comunità cristiane dell’Urbe sono venuti ad onorare quello che fu il loro vescovo per ben quindici anni. Quelli della mia generazione eravamo giovani adolescenti durante il suo pontificato ed il giorno della sua morte, ancora poco attenti, forse, alla profondità del suo pensiero e alla delicatezza e solennità dei suoi gesti. Andando avanti nella formazione e negli studi abbiamo cominciato a percepire la portata ed il valore della sua persona, del suo magistero e dei suoi gesti profetici. La beatificazione, a cui anch’io con gioia e commozione ho partecipato nei giorni scorsi, ci offre la concreta possibilità di conoscere ed approfondire meglio la figura, il pensiero e l’opera pastorale di questo grande pontefice del secolo scorso. Non solo la sua amata Diocesi, Brescia, l’intera sua regione la Lombardia, ma tutta l’Italia, per non dire tutta la cristianità, deve tra l’altro a questo papa Beato l’apertura della Chiesa al mondo, la prosecuzione ed il completamento, nonché l’attuazione del Concilio Vaticano II, iniziato in modo ispirato e profetico dal papa buono, San Giovanni XXIII, sempre grande amico e confidente di Giovanni Battista Montini. E’ lui, Papa Paolo che, scelto il nome del grande apostolo delle Genti, S. Paolo, inizia il suo pellegrinaggio apostolico in diverse parti del mondo e ricalca, in modo speciale ed intenso, le orme del divino Maestro attraversando le strade della Palestina ed incontrando il santo patriarca Atenagora di Costantinopoli. Non ci poteva essere modo migliore per me ed altri sacerdoti assistenti, insieme ai “forti” giovani della Fuci di oggi (leggi : Federazione universitaria cattolica italiana), per prepararsi a questo evento tanto atteso, anche se da pochi mesi appreso, della Beatificazione di Don Montini, l’indimenticabile assistente della Fuci romana e poi di quella centrale (1925-1933), per volontà del papa del tempo, Pio XI. Abbiamo vissuto con gioia, intensità e trepidazione le giornate del Congresso straordinario della Federazione ad Arezzo, abbiamo riflettuto  sul suo ruolo nella cultura, nell’educazione, nel mondo universitario con l’aiuto di veri e propri maestri e specialisti, uno fra tutti il Card. Giovanni B. Re, anche lui bresciano, amico ed acuto conoscitore di Paolo VI . Insieme ai giovani universitari, provenienti dal sud al nord della nostra penisola (150 ca.) abbiamo capito meglio il valore esemplare, la santità , la cultura, l’umanesimo “plenario” di questo grande educatore, di questo grande amico dei giovani universitari. Don Montini rivelò questo amore e questa passione per l’educazione e per “l’apostolato dell’intelligenza” e   per “la carità intellettuale” fin dalla prima ora, fin dall’età giovanile, quando in alcuni circoli cattolici di Brescia, sotto la guida del P. Giulio Bevilacqua, già si distingueva tra i suoi amici studenti, insieme al fratello Lodovico ed assimilava la lezione evangelica e cristiana, cibandosi del “cibo dei forti”, l’ Eucaristia ed impegnandosi in alcune iniziative sociali ed ecclesiali. E poi, in seguito, quando si trovò a Roma, per il suo lavoro in Vaticano, nella Segreteria di stato, perfezionò e si dedicò con desiderio apostolico ed amore a questo apostolato da lui prediletto, che preferiva allo stesso lavoro d’ufficio e burocratico della Segreteria. Sempre, da Sostituto alla Segreteria, da Arcivescovo di Milano e da Papa, ebbe un’attenzione particolare verso il mondo universitario e verso questo apostolato e considerava i giovani universitari, unitamente a tutti gli altri, i suoi “amici speciali”. Anche dalla nostra Calabria, un piccolo drappello di “giovani e forti”, insieme a due di noi assistenti abbiamo avuto la fortuna di riflettere su di lui nella Città di Arezzo, di pregare in una veglia vigilare a Camaldoli, presso l’antico e famoso monastero dei monaci camaldolesi, esistente da più di mille anni nella stessa provincia aretina, dove lui conduceva i suoi giovani per esperienze forti di preghiera ed incontri culturali e sociali, che rimarranno impressi per sempre nei loro cuori e nelle loro menti. Sabato sera, il 18 ottobre, eravamo tutt’insieme, alla “Sapienza”, l’Università romana per eccellenza, che vide don Montini, studente di Lettere e Filosofia ed assistente degli universitari, per pregare e vegliare, aiutati da video scelti dell’epoca, per una celebrazione presieduta dal Cardinale Vallini, Vicario di Roma. E’ stato un momento di grazia per tutti noi, insieme ai cardinali, ai vescovi e sacerdoti presenti, alle autorità accademiche e ai tanti giovani delle Università romane. I giovani della  fuci, che si distinguevano per una maglietta rossa che indossavano hanno fatto molto bene la loro parte, leggendo e cantando i testi predisposi dal Vicariato e dalla pastorale universitaria di Roma, ma soprattutto hanno vissuto con commozione l’incontro con un loro amico d’eccezione, Giovanni Battista Montini, a cui da oggi potranno affidarsi con fiducia, chiedendo la sua intercessione presso Dio, guardando al suo esempio e alla sua “humanitas” ed annoverandolo tra i Santi e i Beati dei giovani, dell’Azione Cattolica italiana della loro Federazione.  Al Beato Paolo VI abbiamo chiesto e chiederemo tutti noi di darci un pizzico della sua fede forte ed incrollabile, della sua speranza ardimentosa, della sua carità delicata e generosa, perché anche noi, in questo nostro tempo, non manchiamo all’appuntamento della storia, cercando di armonizzare fede e ragione, vangelo e cultura, e vivendo così concretamente l’ apostolato dell’’intelligenza, di cui Lui è stato  nobile e autorevole maestro, così come possiamo leggere e meditare anche oggi in suo meraviglioso volumetto, da poco ristampato dalla Studium : “Coscienza universitaria”!

di Redazione | 25/10/2014

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