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Rossano (Cosenza) - #Invasioni digitali fa tappa a Rossano


#Invasioni digitali, successo per la tappa al Museo della Liquirizia “Giorgio Amarelli”. Fortunato Amarelli: condividiamo questo nuovo ed efficace strumento di promozione culturale dal basso e di marketing territoriale. È straordinaria l’idea ed il metodo di invadere pacificamente sedi, paesaggi e luoghi di cultura per aprirli di fatto alla massima fruizione possibile, attraverso le nuove tecnologie. Solo così ci si rimette in gioco su scala globale colmando i gap. Invasioni Digitali sbarca nella Città del Codex e della Liquirizia. Il Museo “Giorgio Amarelli, è stato preso d’assalto, digitalmente parlando, da cineamatori, video maker ed esperti di social network che hanno puntato obiettivo e fotocamera sulla realtà imprenditoriale attiva dal 1731; un’eccellenza meridionale che profuma di storia, liquirizia, di cultura ed esperienza. Un marcatore identitario calabrese e nazionale.   Condividiamo la filosofia di fondo sottesa a questo progetto – esordisce Fortunato AMARELLI. Il messaggio sempre più dirompente è quello di scardinare l’asfittico approccio burocratico fino ad ora prevalso nella organizzazione, nella gestione e nella promozione di fatto fallimentari della più grande offerta culturale diffusa del mondo, quale quella italiana. L’innovazione tecnologica – continua – è strategica nell’accompagnare questo necessario mutamento concettuale e concreto. Sono più politiche, nel senso ampio del termine, queste invasioni digitali nel patrimonio culturale ed architettonico italiano, spesso sconosciuto ai più per assenza di visione e disorganizzazione manageriale, che non – chiosa AMARELLI – tante cosiddette politiche culturali tout court.   NO ad un pubblico passivo, allo scarso appeal e ad una gestione conservatrice della cultura. Ecco cosa si propone di fare il progetto culturale internazionale che, tappa dopo tappa, raccoglie sempre più seguaci e “invader”: invertire la rotta, cambiare schema e metodo. In sintesi, avvalendosi degli strumenti tecnologici, parlando il linguaggio dei social, condividere conoscenza e patrimonio culturale di un Paese che conta più di 6 mila musei, ma che in pochi visitano e conoscono. È da qui che può partire, dal basso, una rivoluzione culturale che questo Paese non ha mai seriamente conosciuto, arretrando negli ultimi 40 anni in tutte le classifiche relative alla fruizione turistica e culturale! – INVASIONI DIGITALI entra nei presidi culturali e bandisce cartelli NO FOTO, NO VIDEO. Non si parla più di pubblico dell’offerta culturale ma di PARTECIPANTI all’offerta culturale. Il museo diventa partecipativo, una piattaforma socio-culturale che mette in connessione fra loro artisti, distributori, visitatori, critici, collaboratori, appassionati d'arte. CONDIVISIONE. Ecco la parola d’ordine di INVASIONI DIGITALI. Il progetto culturale partito lo scorso 24 aprile, nei piccoli e grandi centri italiani, tra le mura di quelle che possono dirsi emergenze architettoniche o nelle stanze dei più noti palazzi storici, ha già fatto tappa in diverse chiese, musei e borghi abbandonati, della CALABRIA.

di Redazione | 06/05/2014

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