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Mileto (Vibo Valentia) - Il Messaggio del Vescovo Renzo per il Natale 2013


Di seguito si riporta il messaggio che il Vescovo della Diocesi di Mileto – Nicotera – Tropea, monsignor Luigi Renzo (nella foto) ha preparato per i sacerdoti, i religiosi e i fedeli in occasione del Santo Natale 2013: <<Sono rimasto colpito qualche tempo fa nel leggere quello che un nostro contemporaneo ha scritto, in modo quasi sconcertante, sulla nascita di Gesù, anche se poi il suo argomentare mi è parso via via più che altro provocatorio: “Perché Dio non cambia? anziché farsi uomo, perché non si fa televisione? anziché adagiarsi nella mangiatoia del presepe, perché non prende il posto della televisione di casa?”. Non so qual è la vostra reazione, ma tante volte non è forse vero che diamo importanza alle cose più che alla stessa nostra vita? Se Gesù si facesse televisione avrebbe un posto centrale nelle nostre case; ognuno l’avrebbe tutta per sé nella propria camera. Certamente Gesù avrebbe più attenzione e ascolto rispetto a quello che in realtà facciamo; forse ci accorgeremmo davvero che Lui c’è e ci parla; che Lui abita le nostre case e ci è vicino, anzi dentro. Chiaramente è un po’ troppo chiedere a Dio di cambiare il suo progetto, ma chissà che questo non aiuterebbe a ritrovarsi di più in famiglia intorno a Lui e a dargli maggiore ascolto! Nel periodo natalizio vediamo come le nostre strade si trasformano in parate di luminarie festose, sfolgoranti nel buio; ci scambiamo auguri e quant’altro; magari si va anche alla Messa di mezzanotte di Natale, ma di fatto si crede poco. Non si può dire che ci siamo dimenticati del Natale, ma quel giorno è come se l’avessimo svuotato del suo significato vero e del suo intimo messaggio. Si mette in scena il Natale, ma senza prenderlo e viverlo sul serio. Diamo l’impressione che sia una di quelle tradizioni rimaste in piedi, ma in realtà sono come un guscio vuoto che fa rumore, ma senza frutto dentro. Facciamo festa senza il festeggiato! Tutto questo non può lasciarci indifferenti e a posto in coscienza: è tempo di reagire ridando al Natale e alle feste cristiane in generale il valore e l’incidenza che devono avere nella vita personale e nei rapporti con gli altri. Papa Francesco ci sta ripetendo di andare nelle “periferie”, ma forse “periferia” siamo tutti noi quando ci lasciamo dietro le spalle la testimonianza pubblica della fede, ci lasciamo depredare dei valori sacri della vita, della famiglia, della dignità della persona in nome di una presunta libertà frutto di individualismo esasperato e di sfacciato relativismo etico e comportamentale. Restano indimenticabili e di monito le parole pronunciate da Giovanni Paolo II, prossimo santo, nella piazza della Mangiatoia a Betlemme il 22 marzo 2000: “La gioia annunciata dall’angelo non è qualcosa che appartiene al passato. È una gioia di oggi, dell’oggi eterno della salvezza di Dio, che comprende tutti i tempi, passato, presente e futuro. Il tempo ha un senso perché qui l’Eterno è entrato nella storia e rimane con noi per sempre. Il Bambino appena nato, indifeso e totalmente dipendente dalle cure di Maria e di Giuseppe, affidato al loro amore, è l’intera ricchezza del mondo. Egli è il nostro tutto!”. La nascita di Gesù non è una favola per bambini che ripetiamo ogni anno e che riempiamo di buoni propositi, ma è un evento storico preciso, umanamente imprevedibile. Dio irrompe nella storia dell’umanità attraverso l’incarnazione di suo Figlio Gesù e lo fa all’interno della famiglia. Intorno al Bambino è la famiglia che vive e si muove con i ruoli precisi di madre, padre, figlio, non di generici genitori senza identità. La nascita del figlio consolida la stessa unità della famiglia. Oggi essa è messa in crisi anche da normative equivoche e per nulla idonee per tutelare la sacralità di questo istituto naturale che merita più rispetto da parte di tutti. I diritti individuali non possono essere affermati a discapito dei diritti collettivi. La nostra società, la nostra cultura non può fare a meno della famiglia come ci è stata donata da Dio stesso: “L’uomo lascerà suo padre e sua madre, si unirà alla sua donna e i due saranno una carne sola” (Mt 19,5). Due persone, un uomo e una donna si uniscono, diventano giorno per giorno “una carne sola” e collaborano con Dio nel trasmettere la vita. “La vera gioia che si gusta nella famiglia, dice Papa Francesco, non è qualcosa di superficiale, non viene dalle cose, dalle circostanze favorevoli. La gioia vera viene da un’armonia profonda tra le persone, che tutti sentono nel cuore e che fa sentire la bellezza di essere insieme, di sostenersi a vicenda nel cammino della vita. Alla base di questo sentimento di gioia profonda c’è la presenza di Dio, la presenza di Dio nella famiglia, c’è il suo amore accogliente, misericordioso, rispettoso verso tutti” (cf Omelia per la Giornata della Famiglia, Roma, Piazza S. Pietro, 27 ottobre 2013). Il Natale deve farci riappropriare e gustare intimamente tutto questo. C’è un canto natalizio calabrese molto espressivo e pregnante: “È Natali, è a festa cchjù ’mportanti, / è u jornu chi scegghìu l’Onnipotenti / mi ’ndi porta nu messaggiu ’i paci e amuri, / chi dipingi tutt’u mundu di culuri / Natali, Natali di paci e d’amuri, / nu mundu cchjù sanu devot’o Signuri; / Natali, Natali chi duri nu jornu / Mi dura ppi n’annu nto cori u to’ sonnu”. (È Natale, è la festa più importante, è il giorno che ha scelto l’Onnipotente per portarci un messaggio di pace e d’amore, che dipinge tutto il mondo di colori. Natale, Natale di pace e d’amore, un mondo più sano devoto al Signore. Natale, Natale che duri un sol giorno, ma dura per un anno il tuo sogno nel cuore). È questo il Natale della tradizione, è questo il Natale che vorremmo festeggiare: un Natale di pace e d’amore, che si irradia e trova risonanza nella vita di ciascuno per l’intero anno e non un giorno solo. Mentre la Chiesa universale si prepara a celebrare il Sinodo su “Le sfide pastorali sulla Famiglia” e la Chiesa in Italia ha ancora vive le belle sensazioni della 47a Settimana Sociale di Torino anche su “La Famiglia futuro e speranza per la società italiana”, mi sento di porgere a tutti in particolare l’augurio e la preghiera che la Santa Famiglia di Nazareth ridesti nella nostra società la consapevolezza del carattere sacro e inviolabile della famiglia, bene inestimabile e insostituibile e che ogni famiglia sia dimora accogliente di bontà e di pace per i bambini e per gli anziani, per chi è malato e solo, per chi è povero e bisognoso. A tutti un felice Natale ricco di spirituali benefici>>. † Luigi Renzo

di Redazione | 15/12/2013

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