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Cariati (Cosenza) - Gli alunni dell’Istituto comprensivo cittadino interagiscono con soldato cariatese a Kabul


di ANTONIO IAPICHINO - Risposta positiva all'aiuto di solidarietà arrivato da Kabul attraverso un cariatese in missione di pace. Il giovane soldato, Nicola Caruso, da più anni in missione in Afghanistan, ha avvertito l’urgenza di una raccolta di indumenti per bambini da zero a sei 6 mesi e ha contattato l’Istituto comprensivo di Cariati. Era sicuro della disponibilità degli operatori scolastici. Le famiglie degli alunni hanno risposto positivamente. Il materiale raccolto sta per essere spedito. C’è ancora possibilità di contribuire. <<La nostra scuola>>, hanno commentato alcune insegnanti, <<è sempre stata molto attenta alle problematiche sociali. Stavolta ne è diventata protagonista>>. Intanto il soldato, nei giorni scorsi, è stato tra gli alunni cariatesi del plesso “Vittorio Emanuele”. Un contatto diretto. Concreto. I bambini ne hanno approfittato per fare mille domande. Il giovane Caruso non si è sottratto dal rispondere. Hanno chiesto, innanzitutto, in cosa consiste il lavoro dei soldati italiani in Afghanistan? Ha spiegato che in lì <<non ci sono soltanto soldati italiani, ma di tutti i paesi europei e, insieme>>, ha detto, <<addestriamo i soldati afghani che stanno organizzando un proprio esercito>>. Poi, ha raccontato che lui fa da scorta. I bambini hanno visto alcune fotografie che il militare ha portato con sé. Hanno evidenziato che si nota subito la povertà.   <<Purtroppo>>, ha riferito il militare, <<c’è molta povertà, come voi non potete neanche immaginare. Figuratevi>>, ha commentato, <<che i bambini stanno sempre a rovistare nella spazzatura vicino alle nostre caserme per cercare qualcosa da mangiare>>. Allora una domanda spontanea da parte dei bimbi: <<Perche' vicino alle caserme?>> E lui: <<Perchè noi soldati abbiamo da mangiare, mentre gli afghani non hanno niente...>>. Ha spiegato, poi, che non tutti i bambini vanno a scuola. <<Quelli che ci vanno non hanno né quaderni né matite e le scuole non sono belle come la vostra. Spesso è una stanza vuota costruita con il fango. Non ci sono né sedie né banchi. A stento c’è una lavagna dove la maestra scrive e insegna ai bambini a leggere>>. La curiosità dei bambini, poi, è stata quella di conoscere com’è  Kabul. Il soldato ha riferito loro che <<è stata completamente distrutta dai bombardamenti. La gente vive dove ha trovato un rifugio. Molti si sono costruiti delle casupole con fango e paglia o fango e mattoni. Kabul è una città immensa. La popolazione è tre volte superiore a quella di Milano, ma la povertà di questa gente è veramente grande>>. Infine, hanno chiesto il perché dei vestiti per neonati? <<Mi e' capitato di andare per lavoro in alcuni orfanotrofi e ho visto che non hanno niente, neanche magliette o vestiti per coprirli bene. Kabul è una città molto fredda e ci vogliono anche vestitini di lana>>. E un piccolo aiuto per questi bambini sta per giungere da una cittadina ricca di solidarietà: Cariati. 

di Redazione | 09/06/2013

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