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Crosia (Cosenza) - A Mirto inaugurato monumento di Dante Alighieri


di ANTONIO IAPICHINO - Due giornate importanti, sotto l’aspetto socio culturale, sono state vissute a Mirto Crosia. Due cerimonie semplici ma significative: l’Amministrazione comunale, guidata dal sindaco, Gerardo Aiello, ha fatto installare un monumento di Dante Alighieri, nell’omonima piazza, intitolata, appunto, al Sommo Poeta. Sabato scorso l’inaugurazione, mentre ieri (27 maggio) un momento di riflessione con le scuole locali, a cui hanno offerto il proprio contributo lo stesso sindaco Aiello e il dirigente scolastico dell'Istituto comprensivo cittadino, Pina De Martino. La presidente del Consiglio d'istituto della suddetta scuola, Angela tassone, ha recitato alcuni versi del poeta. L’idea di collocare una statua di Dante nella piazza principale della cittadina ionica è stata lanciata più volte, alle varie amministrazioni che si sono succedute, dal compianto monsignor Pietro De Simone, parroco a Mirto per oltre 40 anni. L’attuale esecutivo ha recepito il suggerimento del compianto prete e, già due anni addietro, ha fatto realizzare un’opera in bronzo. Si è ritardato nella posa in opera. Lo scorso anno don Pietro, improvvisamente è venuto a mancare e, l’altro ieri, sabato pomeriggio, quasi in concomitanza con il primo anniversario della morte dell’amato sacerdote, si è proceduto all’inaugurazione e benedizione del monumento. Il sindaco ha evidenziato che si vuole dare ai cittadini di Crosia un segno tangibile di cultura. Ha ricordato don Pietro e il suo desiderio di dare un’identità alla piazza mirtese. <<Mi duole fortemente>>, ha detto il primo cittadino, <<non aver potuto fare prima quest’atto>>. Il sindaco si augura che questo gesto possa rappresentare un segno di cultura, civiltà e saggezza. Ha spiegato che la statua è in forma unica, realizzata da un artista di Napoli. Prima del rito di benedizione, il parroco del “Divino Cuore di Gesù”, don Umberto Pirillo, ha evidenziato che <<il Signore apprezza l’opera dell’uomo. L’ingegno umano>>. E ha aggiunto: <<Se di Raffaello Sanzio diciamo che è il “pennello divino”, di Dante, invece, possiamo dire che è “la parola divina”, ispirata, che lui fa sua e la pone in versi>>.

di Redazione | 28/05/2013

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