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Cosenza (Cosenza) - Confindustria, Mazzuca, dal convegno di Torino degli Industriali italiani, si unisce al grido d'allarme per far ripartire il Paese


Il tempo è scaduto. Lanciano l'allarme gli imprenditori di Confindustria, che hanno fatto quadrato a Torino insieme al loro leader, Giorgio Squinzi, per discutere della situazione di grave crisi in cui versa il Paese.   <<Tempo scaduto – sottolinea il Presidente di Confindustria Cosenza Natale Mazzuca, presente a Torino insieme al Vice Presidente di Ance Cosenza Giovan Battista Perciaccante e al Direttore Rosario Branda- è lo slogan ripetuto più volte nella due giorni organizzata dalla Piccola Industria. Due parole per sintetizzare la rabbia e la sfiducia che pervadono il nostro sistema ed, al tempo stesso, un grido d’allarme per denunciare chi non ascolta, non reagisce dinanzi all’emergenza economica e sociale, non ha ancora capito che occorre salvare il Paese>>.   L’Italia è a pezzi. I dati presentati a Torino dal Direttore del Centro Studi Confindustria Paolazzi non si prestano ad interpretazioni diverse: dal 2007 ad oggi il Pil è sceso dell’8%, hanno chiuso 70 mila imprese manifatturiere negli ultimi 6 anni.   <<Ha ragione il Presidente della Piccola Industria di Confindustria Boccia – sottolinea Natale Mazzuca – quando afferma che per noi vedere un’impresa che chiude significa vivere un lutto. Perché ne conosciamo bene le implicazioni sociali  e territoriali:  un depauperamento difficile da recuperare, un giacimento di saperi e know how che si sgretola. Purtroppo la crisi delle piccole e medie imprese è l’effetto della crisi, ma non ne rappresenta la causa. Occorre perciò riformare la pubblica amministrazione e la politica, individuare leadership credibili e fare uno sforzo collettivo. Stiamo affrontando la crisi più dura dall’unità d’Italia ad oggi. Occorre – afferma Mazzuca -un nuovo patto socio-economico-istituzionale da declinare in attività ed investimenti in tutti i territori, dando priorità alle aree deboli come la Calabria,  per non far perdere altri posti di lavoro ogni giorno, per non creare una generazione di soli disoccupati>>.     Al convegno "Un'Italia industriale in un'Europa più forte" di Torino, il Presidente di Confindustria Squinzi incalza ancora una volta la politica. <<Serve un governo subito, una buona politica. Il rischio è quello di non agganciare la ripresa. Ribadiamo, perciò, la strategicità della questione industriale italiana. E’ urgente dare attuazione ad una terapia d’urto e ad interventi strutturali a sostegno dell’economia reale, del lavoro e della competitività dell’Italia, come quelli proposti da Confindustria nel piano “Crescere si può, si deve”, presentato in occasione dell’ultima tornata elettorale a tutte le forze politiche. Oggi – continua Squinzi -ci aspettavamo di parlare dei primi provvedimenti del governo ed invece assistiamo alla vittoria del non-governo e parlare di crescita sembra solo un miraggio. Non mi piace questo gioco dell’oca in cui sembra che ogni poco si torna alla casella di partenza!>>.   <<Dal confronto con i colleghi in questa due giorni torinesi – sottolinea il Presidente di Confindustria Cosenza Mazzuca – è emersa la condivisione che rispetto al Decreto varato dal Governo del pagamento dei debiti della Pubblica amministrazione per una prima tranche dei 40 miliardi in due anni, ci si aspettava più coraggio, una maggiore percezione del problema e più sensibilità verso i temi della ripresa industriale nei territori. Condivido quello che ha ribadito il Presidente Squinzi quando ha parlato di timore di gravi e pesanti conseguenze sociali per l'attuale situazione in Italia, che è stata costretta a registrare 62 casi di suicidi di imprenditori».   Per Confindustria nonostante il perdurare della crisi, l’Europa nel suo complesso continua a rappresentare una potenza economica di valenza strategica. Ma la crisi insegna: serve più coesione, serve un’Europa più forte e contraddistinta da una visione unitaria e pragmatica per la crescita. Il quadro generale è davvero complesso, con incertezze di ogni tipo e le aspettative delle  imprese che sono sempre più articolate e sfidanti, per come emerge con evidenza da bisogni ed indicazioni di rappresentanza, nel breve e medio periodo, che si raccolgono quotidianamente.

di Redazione | 15/04/2013

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