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Crosia (Cosenza) - Stasera Via Crucis straordinaria nella chiesa “Divino Cuore di Gesù” con canti dell’antica tradizione longobucchese


di ANTONIO IAPICHINO - I canti dell’antica tradizione longobucchese, sui versi del Metastasio, risalenti al 1700, animeranno, a cura del gruppo cantori del’associazione culturale Anima Longobucchese, la solenne Via Crucis in programma stasera, domenica 10 marzo con inizio alle ore 21 presso la Chiesa del Sacro Cuore a Mirto-Crosia.  La Via Crucis, ebbe il suo massimo splendore, probabilmente anche a Longobucco, nel secolo XVIII per opera dei PP. Francescani Minori di stretta osservanza, chiamati Riformisti. Le parole dei Canti della Via Crucis che vengono eseguiti a Longobucco, sono del Metastasio. Le melodie (con le quali le strofe delle 14 stazioni vengono cantate) sono sei. Tre sarebbero state composte nel 1700 da alcuni Padri Francescani del Convento dei Riformati che allora erano a Longobucco. La tradizione attribuisce a un certo Padre Peppe, l’aria, bellissima, con la quale solitamente si canta la quarta, l’ottava e la tredicesima stazione; Padre Linardo e “Zu Monaco” avrebbero composto altre due melodie. Una quarta aria, detta del Giovedì Santo o “Marcia Funebre”, di autore ignoto, è la più solenne e con essa si suole cantare la dodicesima stazione alla morte del Signore. Vi sono poi altre due melodie: una chiamata delle “Monachelle”, portata si dice, da alcune suore probabilmente longobucchesi, e un’altra importata da Castrovillari, chiamata perciò dal popolo “A Castrovillari”. I canti vengono eseguiti a più voci, con arte e calore, e sono tutti belli e commoventi. Alcuni cantori longobucchesi, ormai scomparsi, vengono ancora ricordati dalla comunità con ammirazione. La tradizione della Via Crucis è ancor ben viva a Longobucco grazie al gruppo cantori dell’associazione culturale “Anima Longobucchese”. I canti della Via Crucis vengono riproposti ogni anno in diverse parrocchie della Diocesi e per la prima volta, quest’anno, anche nella Cattedrale-Duomo di Cosenza il prossimo venerdì 15 Marzo in una celebrazione dedicata a tutte le associazioni laiche femminili della città. La tradizione vive nei secoli anche e soprattutto grazie alla volontaria e appassionata dedizione dei “cantori” che si sono susseguiti nei vari decenni. La difesa e la valorizzazione di questa tradizione si deve soprattutto a due devoti particolari, Pietro Sapia, unitamente al figlio Francesco e all’intera famiglia alla quali si deve anche la conservazione della tradizione dei Venerdì’ dedicati alla Madonna Addolorata che si svolgono ogni Venerdì di Quaresima, alle primi luci dell’alba, nella piccola e antica Chiesa sita nel cuore del quartiere Motta dedicata agli Angeli Custodi. Ancora una figura mitica, Francesco Madeo, organista, cieco, che riusciva con il solo tatto delle mani sulla tastiera e il suo fine orecchio musicale a comporre e seguire tutte le melodie. Lo svolgimento delle Via Crucis trova il suo epilogo nelle funzioni del Venerdì Santo. Molti dei cantori, sono membri dell’antica Confraternita del Santissimo Sacramento di Longobucco e partecipano, unitamente a tutta la Confraternita guidata dai sacerdoti, al mattino del venerdì Santo, alla visita dei “sepolcri” nelle quattro Chiese del paese. Al Canto incessante del “Miserere”, percorrono le antiche vie del borgo, indossano la veste bianca e portando sulla testa una corona di spine per condividere i dolori del Cristo. Nell’antica chiesetta vi sono tre espressive statue, quelle del Cristo crocifisso, della Madonna addolorata e del Cristo morto.. La suggestiva processione del Venerdì’ Santo, si svolge al suono delle “tòcchite” organizzata dalle confraternite del Gesù Morto, formata da soli uomini, incaricata di portare a turno la bara del Cristo morto, quella dell’Addolorata, solo donne, che a turno portano a spalle la statua di Maria e, infine, i giovani i quali aprono il corteo con i canti della passione portando l’espressivo Crocifisso. “La Settimana Santa coinvolge come ogni anno anche la comunità dei longobucchesi residenti in Argentina e il parroco di origini longobucchesi don Pedro Guarasci che ha riproposto nella Parrocchia di Buenos Aires tutte le celebrazioni, i canti e le antiche  preghiere che si svolgono da millenni a Longobucco.

di Redazione | 10/03/2013

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