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Cassano Allo Ionio (Cosenza) - Parco Archeologico di Sibari ancora sommerso dalle acque del Crati. Il Sindaco in prima linea per salvare il sito


Tamponata la falla che si era aperta nell’argine lungo il fiume Crati, in territorio di Cassano All’Ionio, e che ha favorito l’allagamento del Parco Archeologico di Sibari negli scorsi giorni, è iniziata la difficile opera del deflusso delle acque dal sito. Protezione Civile, Vigili del Fuoco e anche il Consorzio di Bonifica integrale dei Bacini dello Ionio Cosentino, guidato dal presidente Marsio Blaiotta, hanno messo a disposizione delle idrovore che già da stamani hanno iniziato a tirare via acqua dall’importante sito archeologico, vero patrimonio dell’umanità. Operazioni che potranno durare giorni ed anche alcune settimane, solo dopo si potrà fare una stima precisa dei danni, che si preannunciano ingenti. Intanto il Sindaco di Cassano All’Ionio, Giovanni Papasso, al fine di salvare l’importantissimo patrimonio degli scavi di Sibari, non perde tempo e già da ieri sera ha iniziato una serie di incontri anche per concertare in maniera sinergica con i vari Enti ed Istituzioni, un piano di intervento più immediato ed incisivo possibile. L’obiettivo, come ha più volte dichiarato lo stesso primo cittadino, è quello di far defluire l’acqua dagli scavi di Sibari il più presto possibile e restituire il Parco alla Cultura ed a quanti intendono visitarlo ed apprezzarlo. In queste ultime ore il primo cittadino di Cassano All’Ionio è stato in frequente contatto con la Prefettura e con il dott. Turco, inoltre ha tenuto a ringraziare il Presidente del Consorzio di Bonifica Blaiotta e con il Presidente della Coldiretti Pietro Molinari per la sensibilità e la disponibilità dimostrata per la difficile vicenda. Domenica sera il Sindaco di Cassano All’Ionio, accompagnato per l’occasione dagli assessori municipali Valentina Conte, Paola Grosso e Franco Tufaro, unitamente al dirigente dell’area tecnica comunale Nicola Bruno, hanno incontrato a Sibari la direttrice del Museo Archeologico di Sibari, dott.ssa Silvana Luppino. Nella mattinata odierna, invece, il Sindaco Giovanni Papasso, impegnato a Catanzaro, è stato in contatto telefonico costante  con la Sovraintendente per i Beni Archeologici della Calabria, dott.ssa Antonella Bonomi, che si trova a Sibari per verificare di persona quanto accaduto nel sito archeologico. Mentre, come anticipato,  a Catanzaro, si è recato presso la Regione Calabria e la Protezione Civile, qui in particolare, con il dott., Mazzeo, si è concordato l’invio di idrovore più potenti. Mentre all’Assessorato regionale ai LLPP ha incontrato l’Assessore Pino Gentile. “Con la dott.ssa Luppino abbiamo affrontato il problema dell’alveo del fiume Crati – ha informato il primo cittadino cassanese - In maniera particolare la Direttrice del Museo Archeologico mi ha informato che aveva già portato all’attenzione delle competenti autorità, il fatto che su l’alveo del fiume sono stati realizzati degli interventi agricoli, mediante la realizzazione di alcuni agrumeti, che ne compromettono la stabilità idro-geologica del territorio. In settimana credo che, con il Prefetto,  debba essere attivato un tavolo per vedere cosa fare per ripristinare il corretto alveo del fiume.  E’ arrivato il tempo di ripristinare gli argini del  Crati – dichiarato il Sindaco di cassano All’Ionio - soprattutto per garantire la sicurezza  e preservare gli Scavi di Sibari, che appartengono a l’umanità intera, ed anche per proteggere i residenti di Lattughelle, già qualche anno fa alle prese con una grave inondazione. E’ un dolore enorme quello che stiamo provando in questi giorni, Sibari sottacqua come nell’antichità, quando fu Crotone, per ragioni di ostilità e rivalità, ad inondarla. Purtroppo tutto questo non doveva accadere, è avvenuto, però adesso dobbiamo pensare a risolvere il problema. Ragion per cui lancio un nuovo appello a tutti coloro possono intervenire per salvare l’immenso patrimonio di Sibari. Sibari, lo ripeto, non appartiene a Cassano All’Ionio, ma al mondo intero e per questo merita una profonda attenzione. Poi c’è un altro importante aspetto, socio-economico e culturale, noi che in questa zona facciamo turismo, abbiamo bisogno che questo patrimonio venga sempre più apprezzato e guardato, anche per attirare economia ed investimenti nella Sibaritide”.

di Redazione | 21/01/2013

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