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Strongoli (Crotone) - Avvicinare cittadini alla cosa pubblica. Siglato patto sociale con le parrocchie


Consolidare la collaborazione  e le sinergie tra istituzioni e parti sociali. Privilegiare l'ascolto e la capacità e volontà di portare a soluzione criticità e disagi della popolazione. Rafforzare il dialogo con il tessuto associativo arricchitosi in questi anni in Città. Avvicinare i cittadini al governo condiviso della cosa pubblica, senza cedere alle sirene dell'indifferenza o dell'antipolitica, dialogando e cercando punti di contatto.   Sono, questi, gli obiettivi che si prefigge il patto sociale siglato giovedì 27 dal Sindaco Luigi Arrighi, le Parrocchie dei Santi Pietro e Paolo e Santa Teresa d’Avila e da tutte le associazioni cittadine.   A darne notizia è lo stesso Primo Cittadino, soddisfatto per quest'ulteriore momento di cittadinanza attiva che impreziosisce la voglia di crescita responsabile della comunità, in simbiosi con tutte le agenzie educative, le istituzioni laiche e religiose, i singoli e le associazioni.   Negli ultimi anni– ha dichiarato il Sindaco – a Strongoli sono nati tantissimi sodalizi. Mancava un coordinamento. Questo patto sociale – ha concluso ARRIGHI – è il mezzo giusto per contribuire ad avvicinare le amministrazioni e la politica ai cittadini, colmando quel vuoto di dialogo che non fa mai bene alla crescita sociale.   Il patto sociale, siglato nella sala consiliare del Museo Civico da tutte le istituzioni e le associazioni presenti, impegna le parti sociali a collaborare in rete per il bene della comunità senza dare spazio alcuno a fraintendimenti e rivalità. Il parare delle parti sociali – è stato ribadito – dovrà essere preso in considerazione dagli amministratori che si faranno portavoce delle problematiche evidenziate dai cittadini.    Don Rosario MORRONE, nel suo intervento, ha spiegato il perché della presenza della Chiesa in questo patto.   Il motivo per cui siamo qui stasera – ha detto – è perché nel 2000 il Vescovo pensava ad un cammino comunitario della Diocesi. Tutte le parrocchie furono allora stimolate a fare un’analisi completa del territorio. Per 3 anni – ha aggiunto Don Rosario – ci siamo dati da fare per capire quali erano le esigenze cui dare risposta. La parrocchia deve entrare nel sociale e cercare di fare, insieme alla comunità, la politica con la P maiuscola. È, questo – ha concluso – il messaggio profondo sotteso a quel piano pastorale diocesano ed alla sinergia che da lì è scaturita con l’istituzione pubblica.

di Redazione | 30/12/2012

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