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Bologna (Bologna) - Domani il Museo medievale presenterà la mostra "Bologne et le pontifical d'Autun"


Domani, sabato 22 settembre, alle 10.30, al Lapidario del Museo Medievale, in via Porta di Castello 3, l'Istituzione Musei Civici di Bologna/Museo Medievale presenterà la mostra, "Bologne et le pontifical d’Autun. Chef d’oeuvre inconnu du premier Trecento (1330-1340)". La mostra, organizzata dal Musée Rolin d’Autun, in collaborazione con i Musei Civici d’Arte Antica di Bologna, il Musée du Louvre e la Bibliothéque Nationale de France, è stata inaugurata con grande successo lo scorso 12 settembre al Musée Rolin di Autun in Borgogna, alla presenza del direttore del Louvre, Henri Loyrette e del direttore dell'Istituzione Musei del Comune di Bologna, Francesca Bruni. Alla presentazione bolognese di questo importante evento, organizzata in occasione di Artelibro, interverranno : Brigitte Maurice Chabard, direttore Musée Rolin-Autun, Daniele Benati, direttore del Dipartimento Arti Visive dell'Università di Bologna; Massimo Medica, direttore dei Musei Civici d’Arte Antica- Istituzione Musei Civici. La mostra ha come protagonista principale uno straordinario manoscritto, riccamente miniato, scoperto nella Diocesi di Autun (Borgogna) nel settembre del 2007. Si tratta di un capolavoro sconosciuto, in cui sono individuabili le mani di tre artisti, che è stato riconosciuto come un documento fondamentale per la conoscenza della miniatura del primo Trecento bolognese, influenzata, in parte, anche dalla pittura di Giotto. ll manoscritto di Autun è un Pontificale Romano, in cui sono raccolte tutte le istruzioni per lo svolgimento delle celebrazioni riservate al vescovo: i rituali liturgici e le benedizioni solenni della vita ecclesiastica vi sono illustrati in modo sorprendente da miniatori di scuola bolognese. L’esposizione -la prima sul Trecento bolognese in terra di Francia- è l’occasione per ripercorrere le vicende artistiche della città emiliana, centro illustre per la produzione miniatoria, ma anche luogo di grande vitalità culturale a seguito di avvenimenti storici succedutisi tra il 1327 e il 1334, quando per la costruzione della rocca di Porta Galliera convergono a Bologna le maestranze e gli artisti di spicco del momento. La mostra, la cui direzione scientifica è affidata a François Avril (Conservatore generale del Dipartimento manoscritti della Bibliothéque Nationale de France), Dominique Thiebaut (Conservatore generale del Dipartimento di pittura del Musée du Louvre), Brigitte Maurice-Chabard (Direttore del Musée Rolin D’Autun), Massimo Medica (Direttore dei Musei Civici d’Arte Antica di Bologna) vedrà esposte infatti, oltre al Pontificale d’Autun, importanti opere provenienti da istituzioni italiane ed europee, quali l’Incoronazione della Vergine di Vitale di Bologna del Louvre, il San Gregorio dello Pseudo-Jacopino della Pinacoteca di Bologna, e i due magnifici marmi con San Domenico (Marsiglia, Musée Grobet-Labadie) e San Pietro martire (Bologna, Museo Civico Medievale) di Giovanni di Balduccio, che erano parte della «cappella magna» del castello papale di Porta Galliera, sontuosa dimora destinata nelle intenzioni di papa Giovanni XXII, a diventare la sua nuova residenza, riportando la sede pontificia da Avignone in Italia. Bologne et le pontifical d’Autun. Chef d’oeuvre inconnu du premier Trecento (1330-1340) è la prima di una serie di cinque esposizioni incluse in un accordo per scambi culturali e scientifici tra Autun e il Louvre. Il Museo Civico Medievale di Bologna In una delle testimonianze architettoniche più rilevanti dell’età dei Bentivoglio, il quattrocentesco palazzo Ghisilardi-Fava, ha sede dal 1985 il Museo Civico Medievale. Nelle sale di questo importante edificio sono state riunite opere appartenenti a collezioni che risalgono fino al XVII secolo, fra cui spiccano la raccolta del marchese Cospi, vera e propria summa enciclopedica di mirabilia naturali e artificiali, la raccolta del generale Marsili, composta principalmente da armi, ed infine il fondo Palagi (1860). Le opere che costituiscono il nucleo più rilevante del museo sono in gran parte testimonianze della vita medievale bolognese, a partire dai manufatti altomedievali dei secoli VII-IX, fino alla grande statua di Bonifacio VIII in lastre di rame dorato, opera di Manno Bandini da Siena (1301), eseguita in ricordo dell’impegno profuso dal Papa per mettere fine alla guerra tra Bologna e Ferrara. Vicino alla scultura trova posto un illustre documento degli inizi del Trecento, il grande piviale di manifattura inglese con Storie della vita di Cristo e della Vergine, esempio tra i più rilevanti di “opus anglicanum”. Alla consuetudine in uso durante il Trecento nelle maggiori città universitarie d’Italia di dedicare monumenti funebri scolpiti ai dottori dello Studio non si sottrae neppure Bologna dove questo genere andò diffondendosi rapidamente come è testimoniato dai sepolcri presenti nel museo, nei quali ricorre la tipologia del dottore in cattedra colto nell’atto di impartire lezioni ai suoi studenti (sepolcro di Bonifacio Galuzzi, opera di Bettino da Bologna, arca di Giovanni d’Andrea). Arricchiscono la raccolta del museo l’ampia selezione di avori francesi ed italiani, preziosi vetri muranesi, pregiate armi, numerose e rare testimonianze della vita di corte bentivolesca che annoverano, accanto ad oggetti di raffinata manifattura (lo stocco di Ludovico Bentivoglio, il corno bentivolesco, la coppia di fiasche), imprescindibili documenti di scuola ferrarese del XV secolo. Corpose sezioni del museo sono infine dedicate all’arte della scultura bolognese in bronzo rinascimentale e barocca (modello per il Nettuno del Giambologna, San Michele Arcangelo di Algardi, busto di Gregorio XV Ludovisi) e all’arte della miniatura bolognese, con celebri esemplari di codici appartenuti ai secoli XIII-XVI.

di Redazione | 21/09/2012

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