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Rossano (Cosenza) - Nominate le Commissioni di Sorveglianza sugli Archivi dei Tribunali. Pier Emilio Acri: “Che sia di buon auspicio?”


Il giornalista e scrittore Pier Emilio Acri, noto in città per il suo trentennale impegno in favore dello sviluppo socio-culturale, anche e soprattutto attraverso il recupero e la valorizzazione dell’immenso patrimonio documentario cittadino degli archivi ecclesiastici, privati e pubblici, e di quello comunale, tutti dichiarati di notevole interesse storico, ha fatto sapere che di recente il Presidente della Corte di Appello di Catanzaro con decreto ha nominato le Commissioni di Sorveglianza sugli Archivi dei Tribunali posti sotto la propria giurisdizione territoriale. Per il Tribunale di Rossano la Commissione risulta presieduta dal giudice Franco Pasquariello e ne fanno parte il vice prefetto aggiunto Vito Turco, il direttore amministrativo Giuseppe Ierino e appunto l’archivista di Stato direttore Pier Emilio Acri.  <<L’augurio è che la Commissione possa funzionare e per vari lustri>>, Pier Emilio Acri ha cosi commentato la notizia, <<e spero che una Città nobile e antica ove è ancora vivo l’Oriente bizantino-greco e, soprattutto un Territorio che si richiama alla mitica Sibari, degno d’essere elevato al rango di provincia, non possano subire ulteriori depauperazioni>>. <<La soppressione del Tribunale, istituito con Regio Decreto del 25 settembre 1862>>, ha proseguito, <<che è faro di legalità da ben 150 anni, porterebbe una notevole contrazione pel progresso socio-culturale delle nostre popolazioni e danni all’amministrazione della giustizia>>. <<Ebbene>>, ha ripreso Acri, <<auspico che quell’impegno e ingegno di tutte le istituzioni cittadine, a partire dal Comune, che nel 1862 era guidato dall’illuminato sindaco Fortunato Amarelli, ora come allora, in comunione con tutta la città in tutte le sue espressioni,  possa fornire risposte forti, affinché si compia un vero e proprio atto di giustizia e si arricchisca vieppiù il ricchissimo archivio del Tribunale, vera e propria fonte di storia e di civiltà per tutta la regione>>. <<Concludo rimarcando che nel 1862 il Tribunale trovò degna ospitalità  nel palazzo di San Domenico di pertinenza della famiglia Amarelli per poi passare in Piazza Santi Anargiri, oggi Casa municipale;  nel 1967 la Corte dei Conti autorizzava la costruzione del nuovo Palazzo di Giustizia al rione S. Stefano,  inaugurato nel 1973. Il rischio soppressione fino dal 1868  costituisce una vera e propria spada di Damocle;l’augurio  è che la paura rimanga tale e che il tutto si risolva positivamente>>.

di Redazione | 02/07/2012

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