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Rossano (Cosenza) - La buona sanità calabrese: la testimonianza del giornalista e scrittore Pier Emilio Acri


<<In Calabria, noi indigeni, per una sorta di autolesionismo autocastrante, siamo usi dare risalto a ciò che non va bene, piangendoci addosso, soprattutto per quanto concerne la salute pubblica, dando così adito a illazioni e a strumentalizzazioni, nonché a facili giudizi di chi vive in regioni “più fortunate” della nostra o a quei “nordisti” che tutto fanno e tutto sanno. Chiaramente, in Calabria, culla della civiltà italiota, molte cose non vanno per il verso giusto ed è lecito che vengano sottolineate e denunciate, ma con lo scopo di correggerle e migliorarle. Talvolta, ci sono esempi di buona sanità, per non dire di ottima sanità, che meritano di essere sottoposti alla pubblica attenzione e considerazione; certamente non sono e non sarò certamente il primo a scrivere delle eccellenze calabresi e non sono e non sarò l’ultimo. Nel corso della mia - a volte tormentata - esistenza terrena ho dovuto far ricorso a qualche intervento chirurgico di una certa entità e, invece di compiere il cosiddetto “cammino della speranza” da Sud a Nord verso strutture “famose”, ho preferito farlo da Sud a Sud e cioè da Rossano, ove vivo, fino a Crotone, la città nella quale “insegnava Pitagora - come ci ammaestra Giovan Battista Vico -  quando Roma era un villaggio di pastori”. Ebbene, da qualche anno vivo - e bene - con due protesi d’anca impiantatemi nel reparto di Ortopedia del “San Giovanni di Dio”  dall’attuale primario, il dott. Francesco Oliverio, mirabilmente accompagnato dalla sua èquipe. Tanto premesso, intendo far presente che, a pochi chilometri dall’antica Kroton, o Cotrone, com’era solito appellarla il mio maestro, lo storico calabrese Gustavo Valente, in quel di Rocca di Neto, c’è una struttura sanitaria prestigiosa denominata “Romolo Hospital”. Ne ho sentito parlare come di un centro di eccellenza  e senza “raccomandazioni” di sorta ho inteso fare un’altra esperienza, risultata decisamente positiva. Ebbene, in pochi giorni, ricoverato nella divisione di Urologia per “neoformazione vescicale”, ho trovato sollievo grazie all’intervento di “resezione endoscopica transuretrale di neoformazione vescicale” compiuto dal dott. Rino Oriti - persona a dir poco eccezionale con la quale mi sono trovato in perfetta sintonia - e con gli anestesisti  messi a dura prova da un “muro” - e non da una normale spina dorsale - da perforare per praticare la cosiddetta anestesia “epidurale”.  Iniziata la “impresa”, mi sono trovato non già sottoposto ad intervento chirurgico, ma ad assistere in diretta ad una sorta di “Quark”, allorquando, sul monitor, accompagnato dal dott. Oriti, che mi sembrava Piero Angela, vedevo quelle “maledette” neoformazioni, che da mesi tanto fastidio stavano recando al mio corpo e che venivano puntualmente eliminate con maestria. Non meriterei di definirmi giornalista, se mi fermassi qui; accanto a quanto or ora esposto, mi hanno colpito altri fattori postivi del “Romolo Hospital” e sento il dovere di ringraziare tutti - a partire dalla signora Carmela Sanguedolce, che ne è l’anima  - per la qualità dell’impegno e dell’ingegno profusi da tutti, proprio da tutti, dal momento del ricovero fino a quello delle dimissioni. Organizzazione, cortesia, pulizia, puntualità, educazione - e sottolineo educazione - manifestate a tutti (ho volutamente messo in risalto il “tutti”) i degenti dal direttore sanitario dott. Tallarico, e per quanto concerne Urologia dai responsabili sanitari dott.ri Di Dio e Oriti, dai dirigenti medici dott.ri Scarcella, Zaccone, Scilanga, Brancadoro, dalle capo sala, rappresentate da Anna Varano, dal personale paramedico, nonché dagli altri instancabili componenti della struttura. Veramente grazie! Credo di non avere esagerato, perché, a Rocca di Neto c’è un via vai di pazienti, provenienti in particolare dalla provincia di Cosenza, che attendono, ricevendole spesso e volentieri, delle risposte concrete e a volte decisive a pro della loro salute e come diceva Guido Angeli in un noto spot pubblicitario:”Provare … per credere!”. Questa è la Calabria bella e concreta di cui dobbiamo essere orgogliosi e che dobbiamo portare in alto!>>. Pier Emilio Acri (giornalista e scrittore calabrese)

di Redazione | 07/06/2012

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