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Cividale Del Friuli (Udine) - Villa De Claricini Dornpacher, dopo due anni di lavoro restaurata la grande cantina


Due anni di lavoro e un ingente investimento, privato, di un milione di euro. Sono le cifre dell’imponente opera di restauro, realizzata in accordo e con la supervisione della Soprintendenza del Friuli Venezia Giulia, che ha interessato una parte del corpo delle pertinenze di Villa De Claricini Dornpacher, la splendida dimora veneta di Bottenicco di Moimacco (Ud) realizzata nel 1650 e gestita oggi dall’omonima fondazione, presieduta dall’avvocato cividalese Antonio Picotti e il cui consiglio di amministrazione è larga parte composto da membri nominati dal Comune di Cividale del Friuli (Ud).   L’opera di recupero, da poco conclusa, riguarda l’area delle cantine, peraltro in piena attività sul fronte produttivo. È in queste parti del complesso della villa, annesse al corpo propriamente residenziale, che sono state ricavate due eleganti sale ricevimento per convegni, incontri ed eventi, dai matrimoni alle cene aziendali. Un vano, con pareti interne con sasso a vista, è stato arricchito da una galleria di quadri prima mai esposti al pubblico, olii su tela perfettamente restaurati del Seicento e del Settecento, con temi sacri e allegorici. Tra le novità, in tema di quadreria, l’esposizione inedita di alcune opere di Guido Tavagnacco, artista friulano che a Villa De Claricini trionfa con 120 tele, grazie a una generosa donazione.   Dal sindaco di Cividale del Friuli, Stefano Balloch, un plauso al presidente della Fondazione, Antonio Picotti, e a tutto il cda, per l’attività che l’Ente promuove a favore della conoscenza della villa, per le iniziative di conservazione e valorizzazione del complesso nobiliare, e per l’alto profilo dell’attività culturale proposta: in villa, infatti, vengono organizzati con regolarità concerti, incontri e presentazioni. “L’Amministrazione comunale di Cividale - dice Balloch - intende mantenere e rafforzare sempre più il legame con la Fondazione, con la ricerca di progetti da attuare in sinergia, finalizzati al potenziamento delle attività da proporre a un pubblico sempre più vasto”.   Gli spazi restaurati si estendono su una superficie di 1000 metri quadrati e saranno inaugurati domenica 6 maggio, con una cerimonia non pubblica, nello stile sobrio che contraddistingue da sempre la Fondazione. La residenza veneta, che nasce da un’idea progettuale legata comunque alla tipologia architettonica friulana rivisitata in senso monumentale, è comunque sempre aperta al pubblico, e gratuitamente, per le visite, ogni prima domenica del mese, dalle 9.30 alle 12.30, con ultimo ingresso alle 12. La visita è guidata e permette di ammirare una residenza che ha mantenuto intatte, nelle sue 40 stanze, l’arredo, il mobilio, i quadri e gli oggetti d’arte, dal 1650 a oggi, senza alcuna alterazione. Per questo la villa si può definire a tutti gli effetti un vero e proprio museo. Il giardino all’italiana creato tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento, il parco con essenze secolari e l’intorno verde, regalano alla nobile residenza il fascino di una casa antica ma ancora vissuta, a partire dalla produzione vitivinicola.    Il restauro della cantina, cui si accede da una delle due nuove sale da ricevimento, ha permesso il rinnovo delle attrezzature per la produzione dei vini, nettari friulani ottenuti dalle vigne che crescono tutto attorno alla villa, su una superficie di oltre 10 ettari. Con l’intervento di restauro è stato possibile ricavare anche un angolo vendita vini che sarà attivato proprio domenica.

di Redazione | 05/05/2012

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