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Cosenza (Cosenza) - Il contributo degli ordini professionali alla “Città Intelligente”. Primo confronto a Palazzo dei Bruzi


Viene spesso indicata tra le doti essenziali di un buon politico, tanto più se impegnato nell’amministrazione della cosa pubblica. È la lungimiranza, leggasi anche la capacità di saper predisporre il territorio amministrato ad accogliere le risorse finanziarie delle quali – per nostra fortuna – l’Europa è e sarà ancora prodiga. In questo principio generale – che poi nei fatti si traduce anche in una buona pratica di democrazia partecipata – si può rintracciare l’obiettivo macro del tavolo che ieri mattina, nel Palazzo di Città, ha riunito gli Ordini professionali di Cosenza e l’Amministrazione comunale – espressa nelle deleghe della innovazione tecnologica, guidata da Geppino De Rose, e della sostenibilità ambientale, rappresentata dal consulente tecnico dell’assessorato Valerio Boccone. Oggetto della discussione, lavorare ad un modello di Smart City, ovvero Città Intelligente, “non quale percorso di tendenza” – ha puntualizzato l’assessore De Rose -, ma come efficace momento di sintesi di tutte quelle tematiche che confluiscono nella sostenibilità ambientale, obiettivo che l’Amministrazione comunale a guida Occhiuto ha scritto a lettere cubitali nella agenda delle sue priorità. “Dobbiamo disegnare insieme il percorso – è la premessa di Geppino De Rose – individuando e facendo leva sui punti di forza e sgomberando il campo da un equivoco di fondo, che la Smart City sia soltanto un problema di tecnologia”. E gli interventi dei presidenti, o loro delegati, degli ordini professionali hanno subito evidenziato di aver colto che è nell’innovazione, della quale la tecnologia è certamente un aspetto importante ma non esclusivo, che si gioca la sfida di un sistema urbano che ‘intelligentemente’ realizzi la propria sostenibilità. Che ha certamente una connotazione economica; troppo spesso, nelle città, si sono impiegate male le risorse proprio per l’assenza a monte di una conoscenza e di un monitoraggio del territorio - è l’input di Valerio Boccone. Perdite idriche, dispersione energetica, tanto per fare gli esempi più eclatanti, se conosciute e monitorate conducono ad una seria politica di razionalizzazione dell’intervento e conseguentemente dei costi. Il piano energetico comunale o il Piano regolatore dell’illuminazione pubblica, ai quali sta lavorando l’assessorato della Hauser, sono figli di questa impostazione. Ma Smart City è più complessivamente innovazione sociale, abbracciando dimensioni che coinvolgono il capitale umano con le sue competenze e capacità relazionali, e la governance, che su quelle competenze e su quelle capacità relazionali impronta i propri modelli di governo. L’incontro di ieri ha dato corpo a questo nuovo metodo e la disponibilità formale ha subito lasciato il posto ad un coinvolgimento dinamico degli ordini professionali – oggi più disponibili al dialogo – è stato sottolineato. Alcuni già impegnati in progetti che ben si inquadrano nel mosaico più ampio della Smart City, dalla geotermia attenzionata dai geologi, al programma Horizon 2020, che per la prima volta raggruppa l’insieme degli investimenti dell’UE per la ricerca e l’innovazione, che coinvolge già i biologi. Categorie apparentemente distanti da un progetto di questa natura vi entrano da attori principali, i commercialisti –interlocutori privilegiati di quel tessuto imprenditoriale che è humus per l’innovazione - agli avvocati, chiamati a studiare, e contribuire a colmare, quei vuoti legiferativi che una materia tanto ‘giovane’ irrimediabilmente porta con sé. Verde urbano, bioedilizia, e l’assoluta trasversalità di un diritto essenziale che è quello alla salute entrano in gioco – con gli architetti, gli ingegneri, gli agronomi, i medici - in un confronto costruttivo che, proseguirà nelle prossime settimane, con l’elaborazione di schede di progetto nelle quali ogni ordine professionale possa racchiudere la propria idea. L’Amministrazione comunale andrà avanti nel suo confronto anche con gli altri stakeholders, per la costruzione di quella rete cittadina alla quale l’Europa del prossimo settennale di risorse guarderà come destinatario privilegiato e garante di sostenibilità.

di Redazione | 04/04/2012

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