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Pescara (Pescara) - Legambiente presenta Comuni Rinnovabili 2012. L'atlante delle fonti pulite nel territorio italiano


La situazione in Abruzzo delle fonti rinnovabili si allinea al trend italiano. È una bella notizia quella che scaturisce dal rapporto Comuni Rinnovabili 2012 di Legambiente, realizzato con il contributo di GSE e Sorgenia e presentato ieri a Roma nella sede del GSE, alla presenza, tra gli altri, del Ministro dell’ambiente Corrado Clini e del presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza. Complessivamente sono 91 i Comuni abruzzesi “100% rinnovabili” che rappresentano oggi il miglior esempio di innovazione energetica e ambientale perché, grazie ad una o più fonti rinnovabili, producono più energia elettrica di quella necessaria alle famiglie residenti. Ventotto quelli che producono dal 99 al 50% del fabbisogno elettrico delle famiglie. In queste realtà, un mix di impianti diversi da rinnovabili e impianti a biomasse allacciati a reti di teleriscaldamento coprono interamente (e spesso superano) i fabbisogni elettrici e termici dei cittadini residenti. La classifica premia proprio la capacità di sviluppare il mix più efficace delle diverse fonti e non la produzione assoluta, perché la prospettiva più lungimirante e vantaggiosa per i territori è rispondere alla domanda di energia valorizzando le risorse rinnovabili presenti. I Comuni del solare in Abruzzo, ossia con impianti solari fotovoltaici, sono 267, per una produzione totale di 450 MW; 20 i Comuni con impianti eolici, che producono circa 236 MW all’anno; 35 quelli con impianti idroelettrici, con una produzione che supera i 1000 MW, mentre 11 sono i Comuni con impianti a biomasse e bioliquidi, che producono più di 6 MW. Un’ottima percentuale di Comuni abruzzesi, oltre il 91%, (278 su 305) possiede almeno una tecnologia da fonti rinnovabili sul proprio territorio. La novità forse più rilevante è rappresentata da una generazione sempre più distribuita, che ribalta completamente il modello energetico costruito negli ultimi secoli intorno alle fonti fossili, ai grandi impianti e agli oligopoli.   «La diffusione delle fonti rinnovabili sta cambiando lo scenario energetico nel nostro Paese e della nostra Regione, con una velocità e dei risultati impensabili solo pochi anni fa. Grazie a questi impianti abbiamo ridotto le importazioni di fonti fossili e la produzione da impianti inquinanti. Ora è il momento di dare certezze a questa prospettiva, puntando su un modello sempre più efficiente, distribuito, rinnovabile – commenta Luzio Nelli, della segreteria di Legambiente Abruzzo - In questi anni, molti hanno sostenuto che questi risultati fossero semplicemente impossibili da realizzare, e che anzi queste nuove fonti portano solo inefficienze e costi, per difendere interessi costruiti sulle fonti fossili, e molti le accusano addirittura di essere devastanti per l’ambiente e il paesaggio, non cogliendo la portata epocale del cambiamento che si potrebbe determinare puntando sull’innovazione energetica e la lotta ai cambiamenti climatici. Il Rapporto Comuni Rinnovabili 2012 ha invece dimostrato che non sono consentiti ulteriori e incomprensibili ritardi da parte del governo nell’emanazione dei decreti di incentivo alle rinnovabili termiche ed elettriche, e che serve anche più coraggio per spingere la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio. Le rinnovabili hanno permesso di creare nuovi posti di lavoro (oltre 100mila in Italia, a cui se ne potrebbero aggiungere 250mila nelle energie pulite e 600mila nel comparto dell’efficienza e della riqualificazione in edilizia), portato servizi, riqualificato edifici e creato nuove possibilità di ricerca applicata oltre a maggiore benessere e qualità della vita. La prospettiva a cui guardare è quella dell’autonomia energetica di edifici, quartieri e ambiti territoriali, unita a un fortissimo potenziamento e integrazione delle reti elettriche. I numeri e le esperienze presentate oggi dimostrano come gli obiettivi fissati dall’Unione europea per l’energia e il clima al 2020 siano assolutamente raggiungibili, ma anche come la green economy rappresenti la chiave più efficace per uscire dalla crisi».  

di Redazione | 29/03/2012

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