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Bari (Bari) - Il Sindaco a Roma per la manifestazione sulla riforma dello spettacolo dal vivo


L’Ufficio stampa comunale fa sapere, attraverso un’apposita nota stampa che il sindaco di Bari Michele Emiliano è intervenuto oggi alla manifestazione che si è svolta al Teatro dell’Opera di Roma sulla “Riforma di sistema dello spettacolo dal vivo, riordino delle fondazioni lirico-sinfoniche, decreto ministeriale”. “Grazie per l’invito e per l’affetto - ha dichiarato Emiliano - sono qui in rappresentanza della città di Bari e dell’ultima nata tra le fondazioni lirico-sinfoniche italiane, una fondazione dimenticata nel decreto che, ove venisse convertito in legge, significherebbe lo scioglimento dell’ente lirico barese. Il fatto che, dal Governo, arrivino segnali di composizione rispetto alla specifica situazione che interessa il nostro teatro, non toglie nulla alla nostra totale adesione, che qui stiamo assumendo nei confronti del mondo della cultura italiano, un impegno che dobbiamo perseguire insieme. Tutta questa vicenda ricorda quanto avvenuto con l’eliminazione dell’ICI attuata dal governo in favore dei ceti medio-alti (visto che agli altri ci aveva già pensato il governo precedente). Questo decreto fa presagire gli stessi effetti: ad appoggiare economicamente lo spettacolo andrà a finire che saranno le Regioni e i Comuni, Comuni ai quali parallelamente si continuano a tagliare risorse. Una riforma come questa avrebbe dovuto essere condivisa, mentre sembra che questo decreto voglia colpire un modello basato sulla concertazione con il  sindacato”. “Devo rilevare anche un’altra incongruenza in questo decreto: mancano i requisiti di necessità e urgenza. Si sarebbe potuti intervenire con la Legge finanziaria, introducendo questo risparmio di spesa, e quindi mi chiedo perché non si sia scelto di seguire la via ordinaria (a tal proposito Emiliano ha citato il caso del decreto d’urgenza per l’esproprio del Petruzzelli, poi dichiarato illegittimo)”. “Lasciate ancora che io possa dire qualcosa a proposito della cultura nel nostro Paese - ha proseguito Emiliano - portandovi una testimonianza personale: da quando il Teatro Petruzzelli ha riaperto, è stato frequentato non da signore in abito sera ma è stato soprattutto vissuto da giovani provenienti da tutti i quartieri della città, dal centro e dalle periferie, da donne e uomini che per la prima volta sono andati a teatro. La nostra fondazione, che costa pochissimo allo Stato e non ha deficit, promuove in ogni luogo, attraverso la cultura, il riscatto morale della città. E non dimentichiamo che il Petruzzelli fu bruciato da mano mafiosa. Allora vi chiedo: di che governo della cultura parliamo, se il Ministero dimentica il Teatro Petruzzelli e tutti gli altri teatri? E ancora chiedo: cosa può succedere nelle nostre città se si abbassa il livello di guardia se, come è vero, la cultura rappresenta la migliore risposta al degrado civile e morale delle comunità? Infine mi piacerebbe capire, se non si fossero fatte le follie per i grandi eventi - iniziando i lavori a La Maddalena per poi finirli a L’Aquila - impiegando male il denaro pubblico, si sarebbe potuto utilizzare quel denaro per avere il tempo, anche solo un anno, per trovare insieme delle soluzioni condivise sull’assetto delle fondazioni e la riforma dello spettacolo dal vivo? Spero ci sia ancora lo spazio per portare avanti questa riflessione condivisa: da sindaco e da presidente della Fondazione Petruzzelli non posso che unirmi alla richiesta di ritiro del decreto Bondi”.

di Redazione | 18/05/2010

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