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Crosia (Cosenza) - Leonardo Venci scrive a Napolitano e Monti. Lo sfogo di un cittadino che ha lavorato una vita e auspica <<equità sociale>>


di ANTONIO IAPICHINO - Pensioni, abolizioni dei treni, politica fallimentare, sono alcuni dei temi che Leonardo Venci, originario di Bocchigliero e che, da diversi anni, vive a Mirto, ha trattato in una lettera aperta inviata, attraverso una raccomandata,  al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano e al Presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Monti (nella foto). Quella del signor Venci, ora pensionato, è la riflessione, o meglio, è lo sfogo ad alta voce di una persona che ha lavorato un’intera vita, anche emigrando, e che vede una serie di negatività. Ma non demorde. Anzi, tutt’altro. Per questo ha preso carta e penna e, come si faceva un tempo, di proprio pugno, senza computer, ha scritto ai due Presidenti. Venci auspica una società migliore per le nuove generazioni. Per migliorare le condizioni della nostra realtà socio – economica c’è bisogno del contributo di tutti. <<In Italia>>, scrive nella lettera a Napolitano e Monti, si aggiunge anche la libertà <<di stravolgere l’attuale sistema pensionistico, mettendo a riposo il più tardi possibile il cittadino e forse, un domani, abolendo dalla lingua italiana il significato di questa parola>>. E aggiunge: <<In questo periodo sono state approvate e ben definite le nuove normative sulle pensioni. L’Italia è scossa da polemiche. I commenti si sprecano. Si parla di un po’ di tutto. Tutti i parlamentari dicono la loro. Tutti i partiti ora si preoccupano dei problemi del Paese>>. Ma a giudizio di Venci, <<la politica in Italia ha fallito. Per la classe politica italiana le elezioni sono l’inizio della caccia al voto. Una caccia spietata in cui tutti i colpi sono leali per chi si attacca come una larva alla poltrona>>. E si chiede: <<Che senso ha fare la corsa per rimanere in Europa quando l’Italia non è ancora unita. Che senso ha perforare le Alpi per raggiungere prima la Francia? Che senso ha la recente inaugurazione del tragitto ferroviario dell’alta velocità Milano – Roma, quando sul versante jonico della Calabria esiste ancora un solo binario>>. Venci, poi, parla delle corse a lunga percorrenza eliminate da Trenitalia. Poi la missiva prosegue. Il cittadino crosiota, che nel sangue porta con orgoglio la sua “bocchiglieresità”, parla degli interessi reali della nazione e di coloro che ci rappresentano: <<oggi si può cambiare cercando di non mandare gente che prende il posto di altri già abbondantemente sazi>>. Si augura <<una vera equità e giustizia sociale: due elementi fondamentali per fare accettare a tutti i sacrifici richiesti>>. La necessità di <<lottare per un domani pulito, in maniera ordinata, con intelligenza e con tenacia>>.

di Redazione | 12/01/2012

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