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Verona (Verona) - “La Ricetta culinaria”: Frolle di Santa Lucia


 di ANNA LUPI - Qui a Verona si festeggia Santa Lucia e oggi i bambini ricevono i regali, non a Natale, anche se, oggigiorno, le tradizioni si sono un po’ mischiate ma questa è quella originaria. Insieme ai regali si fa il “piatto”, che contiene dolci, frutta fresca e frutta secca e l’immancabile carbone, può essere commestibile o vero, a seconda di quanto “cattivo” fosse stato il bambino durante l’anno. Di solito se ne mette sempre un po’, serve a tenere i ragazzi un pochino in riga… La tradizione racconta che, chi non aveva i soldi per i regali, faceva solo il piatto. Qui, società poverissima e prevalentemente contadina, era comunque un lusso perché, per molti, era l’unico periodo dell’anno che ci si poteva permettere quello che vi era contenuto. Fra i dolci c’erano le “frolle di Santa Lucia”: dei biscotti di pasta frolla profumati alla vaniglia e limone. Eccovi la ricetta antica: Ingredienti: •                   g. 500 di farina 00 (rara anche quella) •                   g. 250 di burro (anche 200, chi aveva le vacche da latte lo aveva, gli altri no) •                   g. 200 di zucchero semolato (lusso estremo) •                   n° 2 tuorli d’uovo (a chi aveva le galline non mancavano) .         n° 1 fialetta di aroma di limone (quasi impossibile da trovare il limone          fresco e spesso omessa anche quella perché troppo cara) •                   n° 1 bustina di vanillina (la bacca era introvabile ed inavvicinabile) •                   n° 1 pizzico di sale •                   q.b. di latte o acqua se l’impasto risultasse troppo duro •                   zucchero a velo (anche vanigliato) per decorare Si mischiano tutti gl’ingredienti secchi tranne la vanillina che invece s’impasta con il burro morbido e l’aroma di limone. Si uniscono gl’ingredienti secchi al burro aromatizzato ottenendo una specie di sabbia bagnata, poi si aggiungono i tuorli e, se necessario, il latte o l’acqua fino ad ottenere un composto non troppo duro. Si lascia riposare in frigo una mezz’oretta (una volta bastava metterlo fuori dalla finestra ma al riparo dei gatti…) e poi si stende allo spessore di circa ½ cm. Si ritagliano delle forme a piacere (una volta si usava semplicemente un bicchiere rovesciato) e s’infornano su una placca imburrata ed infarinata o con carta da forno (una volta si usava la carta oleata ma anche quella era “da ricchi”) a 200° sorvegliandole perché non devono scurire troppo, devono restare abbastanza chiare o appena colorate ai bordi. Una volta raffreddate si spolverizzano di zucchero a velo e si conservano in una scatola di latta od un contenitore a chiusura ermetica. Sono ottime anche riposate perché gli aromi si fondono.

di Redazione | 13/12/2011

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