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Rossano (Cosenza) - L’Aid ha tenuto l’incontro “Comprendere le difficoltà di apprendimento”. Presentato lo sportello d’ascolto


Si è tenuto in città, nei locali dell’Associazione Italiana Dislessia – sezione provinciale di Cosenza –Sportello d’Ascolto di Rossano, in via Margherita 180, l’incontro seminariale “Comprendere le difficoltà di Apprendimento”. L’iniziativa ha rappresentato la prima uscita ufficiale dello Sportello d’Ascolto, nato con l’intento di rappresentare “un punto di riferimento per genitori , insegnanti e chiunque necessiti di consigli, informazioni e materiale per problemi relativi alla Dislessia e ai Disturbi Specifici dell’Apprendimento”. L’occasione – riferisce testualmente una nota di Luigi Iozzolino, responsabile comunicazione Per lo Sportello di Ascolto Aid – Rossano - è stata anche  utile per presentare la locandina ufficiale che presto verrà diffusa nei “luoghi sensibili” per i DSA (scuole, servizi sanitari, Comuni) e che ha come logo un “dislessico di fama”: Albert Einstein. Un chiaro messaggio che apre speranze al futuro dei ragazzi e delle ragazze con disturbo d’ apprendimento: se Einstein era dislessico ed è arrivato alla teoria della relatività, allora basta conoscere il problema ed affrontarlo adeguatamente, per come la Legge 170/2010 oggi impone, per  nutrire speranze  per il proprio successo scolastico, anticamera dell’affermazione nella vita. Basta si crei una rete virtuosa di relazioni operative tra scuola, famiglia e servizio di NPI. Questo è stato il “leit motiv” della serata. L’incontro è stato aperto dall’introduzione di Elvira Amico, responsabile del Punto di Ascolto, la quale ha tenuto un breve excursus sull’esperienza associativa avviata da più di tre anni per iniziativa di alcuni genitori, organizzati in un gruppo Ama – grazie al sostegno e al tutoraggio volontario della psicologa Carmela Felicetti, stimata operatrice del servizio di Neuropsichiatria infantile del distretto di Rossano. Da qui, poi, l’evoluzione naturale dell’esperienza che è confluita nell’AID e quindi nell’articolazione operativa territoriale che quest’ultima si è data a livello provinciale e di cui l’espressione rossanese rappresenta un esempio virtuoso. “Ora è giunto il tempo di aprirsi al territorio, di dialogare con il mondo della scuola, spesso ostile, per condividere le difficoltà dei nostri figli e trovare insieme le soluzioni adeguate –fissate dalle Linee Guida della Legge 170/2010 – per dare loro il diritto alla gioia dell’apprendimento”, ha affermato – tra l’altro – il vice presidente dell’AID di Cosenza Luigi Iozzolino, che ha porto anche il saluto del presidente provinciale Carlo Chimento.   Quindi un breve cenno di saluto del Dirigente Scolastico dell’istituto comprensivo di Cropalati, Pina De Martino, che si è soffermata sul ruolo della scuola alla luce della Legge di settore, ma anche e soprattutto “sulla necessità della rivoluzione culturale, di mentalità, che gli attori protagonisti della scuola stessa devono fare per rispondere al diritto all’istruzione di chi si trova in difficoltà”.   La dottoressa Carmela Felicetti ha presentato il film-documentario “come può essere così difficile?”, una simulazione in cui genitori,educatori,psicologi e assistenti sociali si trovano in classe e provano in prima persona l’ansia, la frustrazione e la tensione,ben note ai ragazzi con disturbi dell’ apprendimento. La visione del film ha catturato l’attenzione dei presenti per la evidente corrispondenza con la realtà vissuta dai ragazzi con DSA, questa volta rappresentati da adulti educatori – a diversi livelli – che si mettono in gioco e vivono “dal di dentro” il problema e comprendono quanto sia necessario ed opportuno un approccio al problema rispettoso della dignità dell’individuo che soffre l’incomprensione del suo disagio. Inoltre da dottoressa Felicetti si è soffermata sulla strutturazione operativa dello sportello e sui servizi che lo stesso offre al territorio.   Quindi la platea attenta e partecipe ha avuto modo di dare il proprio contributo di riflessioni, sollecitazioni e proposte.   Poi - continua espressamnte la nota stampa - diversi interventi: Francesca, insegnante, che ha espresso apprezzamenti per la nascita dello sportello, la necessità della diagnosi precoce, che bisogna lavorare in sinergìa tra scuola e famiglia perché c’è tanto da fare nel futuro; Quindi è stata la volta di Gino, commerciante, che ha scoperto la sua dislessia da adulto. Ha raccontato la sua esperienza scolastica , le sue difficoltà da studente e da persona matura nella lettura, nel far di conto, ma al contempo ha dato testimonianza reale  delle strategìe adottate per “trovare la soluzione” e per affermarsi nella vita. Non c’è dubbio, un esempio che ha coinvolto emotivamente la platea. Quindi Rita, una mamma,che ha vissuto il problema in maniera viscerale e che s’è fatta forza anche con la partecipazione al gruppo AMA promosso dai genitori. Ha ribadito il valore della individuazione precoce del problema, quale “migliore semina” per raccogliere frutti di positiva autostima nel percorso di crescita del bambino con DSA, invocando “la rete virtuosa” tra scuola e famiglia. Maria Gabriella, insegnante in quiescenza, socia AID, ha sostenuto la necessità di rispettare i bambini, valorizzare i gruppi di lavoro a scuola nella lodevole alleanza scuola-famiglia-servizio di NPI perché  la cooperazione rafforza le energie che non bisogna mai disperdere in una battaglia così importante. Quindi Patrizia, docente, ha raccontato delle sue esperienza quotidiane in classe, dell’intelligenza emotiva da valorizzare, delle alleanze virtuose e della sinergìa da implementare con l’opportunità offerta dallo sportello d’ascolto. E’ stata poi la volta di un intervento in “duplice veste”, quello di una professoressa, mamma di una bambina con Dsa, e di insegnante: la difficoltà di relazionarsi con alcune famiglie che non accettano il problema o che non hanno gli strumenti culturali ed informativi adeguati per farlo, evidenziando, con questo, il ruolo e l’importanza ad “effetto cerniera” che può fare lo sportello d’ascolto. A cascata l’intervento di Pino, genitore proveniente dall’estremo nord della Calabria (Mormanno) che ha parlato della sua esperienza di famiglia attenta ed aperta ad affrontare il problema e di una scuola altrettanto sensibile e disponibile a lavorare insieme, accompagnato com’era dall’insegnante di italiano di suo figlio. Pronto a sobbarcarsi più di 200 km per costruire un’esperienza come quella rossanese nel territorio dell’hinterland di  Castrovillari. Chiara, mamma di un giovanotto che è prossimo al diploma, nel raccontare la loro esperienza ha esaltato la funzione dello sportello neonato ed ha invocato la collaborazione della scuola perché “altre famigli non vivano il calvario che ha patito lei per farsi ascoltare”. E ancora Adriana, insegnante della primaria anch’essa in quiescenza che “è stata trascinata dalla passione degli interventi e dalla ricchezza dei contenuti” per dire che il dislessico è una persona speciale come tutti gli altri, al quale deve essere dato il modo di estrinsecare la sua personalità. Pina De Martino ha chiuso l’incontro con la lettura di un racconto,  “la scuola degli animali”,  per dire – con una metafora –  che la scuola deve promuovere e incoraggiare  le attitudini di ciascuno, accettandole per come sono e per quel che possono dare”. Questa la sfida lanciata nel corso della positiva iniziativa promossa dall’AID di Rossano: ciascuno faccia la propria parte. Il cantiere è appena aperto è tutti devono dare il loro contributo per costruire e realizzare il diritto all’istruzione dei “diversamente speciali”. L’assemblea si è sciolta con l’impegno a varare iniziative divulgative itineranti che vedranno al centro del lavoro anzitutto la scuola e le famiglie. I riflettori sono accesi!

di Redazione | 30/11/2011

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