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Rossano (Cosenza) - Celebrato il decennale dell’Associazione Museimpresa e del Museo della Liquirizia “Giorgio Amarelli”


di PIER EMILIO ACRI - Per i primi dieci anni di vita del prestigioso Museo della Liquirizia intitolato alla felice memoria di Giorgio Amarelli, il millenario Casato che onora Rossano con una presenza attiva nella vita socio-economico-culturale cittadina, del territorio regionale e di tutta la nazione, nella mattinata di ieri ha dato vita ad una manifestazione di grande portata, estremamente gradita al numeroso e qualificato pubblico proveniente da tutta la Calabria e da varie regioni d’Italia.  Presenti Autorità militari e civili fra cui il capitano Francesco Panebianco, Comandante della Compagnia dei C.C. di Rossano, il Direttore della locale Casa di Reclusione dott. Giuseppe Carrà, il presidente emerito del Tribunale di Cosenza dott. Antonio Madeo, i consiglieri comunali Stefano Mascaro, Giovanna Curia e Giuseppina Primeraro, rappresentanti di varie associazioni a livello nazionale e locale: Fidapa, CRI, Pro Loco, Università Popolare, Roscianum ecc. La lodevole iniziativa, intelligentemente inserita nella Settimana della Cultura d’Impresa, posta in essere da Museimpresa nella ricorrenza del decennale del benemerito sodalizio che coinvolge le maggiori imprese d’Italia, ha avuto inizio nell’Auditorium dedicato alla insigne figura di “Alessandro Amarelli”, sede di convegni e manifestazioni di alto spessore culturale, con l’incontro denominato “Un’impresa del Mezzogiorno fra tradizioni e rivoluzione energetica”, narrata con acribia ai presenti. Nell’occasione sono stati inaugurati i nuovi spazi museali, denominati “Galleria della modernità”, che vengono ad aggiungersi alla “Galleria del passato”, la cui realizzazione ha visto impegnata la famiglia, a partire dai professori Francesco e Pina, ringraziati ufficialmente dalla loro nipote, commossa e commovente, Valentina Ioimo a nome di tutto il Casato, il prof. Giulio Pane, docente emerito di Storia del Restauro all’Università “Federico II” di Napoli (che è stato eccezionale cicerone) con la sua èquipe, le assistenti museali Angela Zangaro, Claudia Aprigliano e Cinzia Calarota,  le prestigiose imprese di Luigi Molino, Carlo e Gaetano Madeo, la ditta di ebanisteria Scura e il restauratore Alessandro Le Fosse, nonchè  la n.d.Jacobella Martucci dei marchesi di Scarfizzi per la sua grande disponibilità ad arricchire lo spazio museale con documenti e oggetti di sua pertinenza, tutti ringraziati da una pimpante Pina Amarelli che ha sapientemente coordinato l’incontro aperto dall’arcivescovo di Rossano-Cariati mons. Santo Marcianò che ha definito l’iniziativa “importante momento di riflessione su di un tema che è sempre più attuale”, complimentandosi con gli Amarelli per quanto essi fanno per il sostegno della cultura d’impresa. L’assessore comunale alla P.I. e Cultura Stella Pizzuti, che ha fatto le veci del Sindaco, ha manifestato l’orgoglio suo personale e di tutta la cittadinanza per la storia di una famiglia che si identifica sempre più con quella di Rossano, facendo risaltare il valore delle donne del Casato, a partire da Pina Amarelli definita un “Carro armato con i tacchi a spillo”. Il professore Ugo Bilardo, ordinario di Ingegneria dei giacimenti all’Università “La Sapienza” di Roma si è complimentato con gli Amarelli per la perfetta conservazione dei documenti d’archivio che dimostrano l’attenzione del Casato verso la memoria storica. Propria da tale aspetto ha rilevato che da sempre i rappresentanti della famiglia hanno dato attenzione alle offerte provenienti dall’innovazione con conseguente rinnovo degli impianti, così come fece, primo fra tutti Nicola, agli inizi del XX secolo, dimostrando, come tutti i suoi congiunti capacità di previsione e capacità di formulazione strategica. Il professore Giulio Pane, con la consueta acribìa ha ripercorso la decennale storia del Museo, che lo ha visto in prima linea con tutti gli Amarelli, per dar vita ad un programma, non ancora esaurito, che vede protagonista la “estensibilità” (parola-chiave di tutto il lavoro, gradita al professore Franco Amarelli) dei documenti e degli oggetti esposti, che danno un’idea di un’attività che parte dall’estrazione della radice di liquirizia e che arriva alla “diversificazione del prodotto” gradito in tutto il mondo. Per il professore Pane il Museo della Liquirizia Giorgio Amarelli presenta due padiglioni, che lo qualificano, che sono diversificati tra loro dallo sfruttamento dell’energia: il primo è caratterizzato dall’uso della legna (energia statica), il secondo da quello dell’uso dell’elettricità (energia dinamica).

di Redazione | 27/11/2011

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