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Cetraro (Cosenza) - Stasera la presentazione del nuovo libro di don Ennio Stamile


Continuano come da programma le varie iniziative della Settimana della cultura benedettina, promossa dall’assessore Fabio Angilica del Comune di Cetraro. La rassegna giunta alla seconda edizione vuole porre all’attenzione il grande patrimonio umano e spirituale che la città di Cetraro ha ricevuto durante i 7 secoli e mezzo in cui è stata un’enclave benedettina nel cuore della Calabria feudale. Quest’anno la grande mostra “Con le nostre mani, ma con la Tua forza”, curata dai monaci della Cascinazza di Buccinasco ha di molto arrichito il programma (la visita alla mostra tutti i giorni dalle 18 alle 22). Da segnalare ancora gli appuntamenti di stasera, sabato 9 luglio, con la presentazione del nuovo libro di don Ennio Stamile e di martedì 12 luglio quando si concluderà la kermesse con una conversazione tra l’editore Demetrio Guzzardi e il vescovo di Noto mons. Antonio Staglianò sul tema: Un papa di nome Benedetto. Aspettando la visita pastorale in Calabria: il magistero di Joseph Ratzinger; entrambi gli incontri avranno inizio alle ore 19 e si svolgeranno nel bellissimo giardino del Palazzo Del Trono nel centro storico di Cetraro. Il nuovo libro di don Ennio Stamile, parroco della Chiesa madre di San Benedetto a Cetraro è un saggio edito dalla casa editrice cosentina Progetto 2000, dal titolo “Alla ricerca del volto di Dio. Per una testimonianza del risorto in Calabria”, alla presentazione oltre all’autore e all’editore interverranno il sindaco di Cetraro Giuseppe Aieta, il consigliere regionale Gianpaolo Chiappetta ed il vicedirettore del TG5 Andrea Pamparana, che ha anche firmato la nota introduttiva del volume.   Di seguito una breve recensione del libro di don Ennio Stamile a firma della filosofa Paola Mancinelli   Ennio Stamile, Alla ricerca del volto di Dio. Per una testimonianza del Risorto in Calabria, Cosenza, Editoriale progetto 2000, 2011. Dinanzi al libro di Ennio Stamile si possono provare diversi sentimenti: meraviglia, per una riflessione così puntuale e profonda, ma anche così capace di stringere giovani e freschi legami con il Vangelo, per dirla con Italo Mancini in modo tale da ripresentarlo come pagina viva e corale. Una sorta di ermeneutica viva, quale intendeva Pomilio pensando al Quinto Evangelo. Inoltre  ci si sente riconoscenti perché queste pagine trasudano la fatica nobile di un impegno che si spende per la dignità umana, specie a partire dai senza voce e da coloro che il potere in bieca bramosia tenta quotidianamente di deturpare, quasi si ripetesse sempre il dramma dell’inquisitore di Dosteovskij. Infine si può assolutamente comprendere come la pastorale, quando è alta e nobile, quando coniuga fede e giustizia, fede ed umanità è a tutti gli effetti teologia: insonne ermeneutica teologica per cui il credere ed il comprendere implicano un fare la Verità dando ad essa la forma della propria vita, e se questa è la Verità  vivente del Cristo, questo fare si incorpora nel grande Mistero dell’Eucaristia. Si tratta di un saggio pregevole per la riflessione culturale attagliata nell’ambito di una fede pensata, confessata e vissuta nonché condivisa in un orizzonte di senso ecclesiologico, che riecheggia il sensus fidei della Chiesa primitiva. Inoltre il volume vuol essere un richiamo ad una sorta di teologia politica, che affonda le radici nel retaggio biblico, basti pensare all’Esodo, e che ravvisa nella vicenda del Cristo Crocifisso e Risorto il paradigma di un’umanità rinnovata, contagiata da una Pasqua in agguato, come amava dire Tonino Bello. Paola Mancinelli

di Redazione | 09/07/2011

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