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Pentone (Catanzaro) - Un incontro sul cinipide del castagno


Nel 2002 arriva in Italia. Nel 2008 raggiunge la Calabria. Il cinipide del castagno, noto ai più come verme cinese, si nutre dell’albero. Lo svigorisce. Ne diminuisce la produzione di frutti. Ma solo raramente lo conduce alla morte. «Gli uomini distruggono le loro risorse, gli insetti fanno in modo di avere sempre a disposizione il loro nutrimento». Ironizza Francesco Santopolo. L’esperto in biodiversità – riferisce testualmente una nota di Rita Paonessa - è intervenuto all’incontro organizzato da Sergio Rocca e Francesco Citriniti, rispettivamente assessori all’agricoltura e al turismo del Comune di Pentone. Oltre a quelli del posto, hanno partecipato anche amministratori e cittadini del comprensorio. Il problema non lascia indifferenti: al di là delle ricadute economiche, la castagna – come fa notare lo stesso Santopolo – è uno dei perni dell’identità di chi abita in montagna. In principio furono gli innesti di varietà giapponesi su piante europee. Per curare il cancro dei castagni. Le varietà nipponiche, però, erano contaminate dall’insetto originario della Cina: i castagneti italiani, ora, sono infestati dal cinipide. Volato da regione a regione. O trasportato dall’uomo, soprattutto con lo spostamento di materiale vivaistico. Se avvistate della galle sui rami della pianta, la metamorfosi è compiuta, il castagno è stato attaccato. Le galle, infatti, contengono decine di larve, Francesco Santopolo spiega le caratteristiche dell’insetto e della sua diffusione. Soluzioni all’orizzonte? Ipotesi e tentativi. Il parassitoide del cinipide è il Torymus sinensis. Suoni stravaganti, stanno a indicare che il Torymus mangia il cinipide. Il problema è che il Torymus può essere trovato solo in un paio di mesi all’anno. Francesco Santopolo, insieme ad alcuni amici, sta cercando di scovarlo. Tuttavia, se anche il Torymus venisse trovato, per allevarlo e “lanciarlo” nei castagneti calabresi occorrerebbero un altro paio d’anni: troppo tempo. Per questo, l’esperto propone l’endoterapia: si inietta all’interno dell’albero una sostanza. Ammessa in agricoltura biologica, nociva per il cinipide. Certo una soluzione temporanea, va praticata ogni anno. Insomma, non è del tutto chiaro che cosa il servizio fitosanitario della Calabria debba fare. Nel frattempo, nei giorni scorsi, l’assessorato all’agricoltura del Comune di Pentone ha segnalato la presenza del parassita all’ufficio regionale. Non resta che stare all’erta. Prestare attenzione alle citta invisibili costituite dagli insetti. E controllare quelli dannosi, cioè ridurre la loro presenza senza eliminarli del tutto – per salvaguardare l’ecosistema, spiega Santopolo. Senza perdere altro tempo.    

di Redazione | 20/06/2011

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