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Rossano (Cosenza) - Diabete: rafforzata l’ alleanza tra diabetologo e medico di famiglia per affrontarlo. Presentate ieri al XVIII Congresso nazionale Amd le prime linee guida


Le cifre sono impressionanti. 3 milioni (4,9% della popolazione) sono gli Italiani con diabete; almeno un altro milione di concittadini lo ha, ma ancora non lo sa: per un totale di 4 milioni. A questi si aggiungono altri 2,65 milioni di cittadini che soffrono di alterata intolleranza al glucosio, l’alterazione del controllo della glicemia che precede la malattia, il che porta a stimare che nel 2030 le persone con diabete diagnosticato in Italia supereranno i 5 milioni. I costi della malattia – riferisce testualmente una nota dell’ufficio stampa del congresso medico - sono raddoppiati negli ultimi 10 anni: alla fine del secolo scorso,  il diabete pesava sulle casse dello Stato per circa 5 miliardi di euro, pari al 6,7% della spesa totale per la sanità, oggi si sfiorano i 10 miliardi, circa il 9% della spesa sanitaria. Ogni anno il diabete provoca, sempre in Italia, 18.000 decessi, 75.000 infarti cardiaci, 18.000 ictus, 20.000 insufficienze renali croniche, 5.000 amputazioni degli arti inferiori. “Sono dati che ormai da anni fanno riflettere sulla necessità di agire prontamente sia sul fronte della prevenzione della malattia - perché il diabete di tipo 2 può essere prevenuto con uno stile di vita alimentare corretto e sconfiggendo la sedentarietà - sia su quello della cura e dell’assistenza, per prevenire le sue conseguenze e complicanze, che i numeri testimoniano essere devastanti”, ha detto Sandro Gentile, Presidente Associazione Medici Diabetologi. Il diabete sta diventando un’emergenza anche per il medico di famiglia. Secondo i dati della Società Italiana di Medicina Generale (SIMG, VI Rapporto Health Search), il 5,3% delle visite eseguite negli ambulatori del medico di famiglia riguarda il diabete, secondo solo all’ipertensione (15,5%). “Tuttavia, la classifica si inverte, se consideriamo il numero medio delle visite effettuate ogni anno. La persona con diabete frequenta in media l’ambulatorio del medico di medicina generale 7,57 volte in un anno. Produce, in assoluto il maggior carico di lavoro per ognuno di noi”, ha spiegato Gerardo Medea, Responsabile Area metabolica della SIMG. Medea ha aggiunto come, tra gli assistiti del medico di medicina generale, le persone con diabete rappresentino già oggi una percentuale più elevata rispetto alla media nazionale, con il 6,7%. “Le società scientifiche della diabetologia, AMD SID (Società Italiana Diabetologia), hanno stretto una forte alleanza con la società scientifica delle medicina generale, per la condivisione del problema diabete e delle modalità con cui affrontarlo”, ha ricordato Carlo Giorda, Presidente eletto AMD. “La soluzione è la messa a punto di percorsi di diagnosi, terapia e assistenziali che vedano la sinergia tra gli oltre 650 Servizi specialistici di diabetologia del Servizio sanitario nazionale che fanno capo ad AMD e l’ambulatorio del medico di famiglia, dal quale prima poi tutte le persone con diabete devono transitare”, ha proseguito. In questo contesto si inserisce la realizzazione di un’opera unica al mondo, realizzata in collaborazione tra AMD, SID e SIMG: gli “Standard italiani per la cura del diabete mellito di tipo 2 per la medicina generale” ossia le linee guida destinate al medico famiglia per come – auspicabilmente – prevenire la malattia, diagnosticarla, curarla per evitare le complicanze. Contiene inoltre le raccomandazioni per l’identificazione e la diagnosi del diabete gestazionale e per la gestione del diabete in gravidanza, oltre a tutte le norme relative all’ottenimento dell’invalidità civile per gli assistiti con diabete che ne abbiano diritto. “Sono le prime e uniche linee guida di tal genere realizzate al mondo. Si tratta di un’operazione culturale che ancora una volta vede il nostro paese eccellere nel settore diabetologico”, ha detto ancora Gentile. “Il diabete è una malattia complessa da gestire, con un carico sempre crescente per noi medici di medicina generale. Era necessario che si mettessero a punto specifiche linee guida, adattandole alla nostra pratica clinica quotidiana. Sino ad oggi, infatti, le istituzioni scientifiche sono solite emanare raccomandazioni generali che però non sempre sono facilmente applicabili a tutti gli ambiti clinici. Credo che il lavoro che abbiamo fatto con i colleghi diabetologi possa rappresentare un ottimo esempio da seguire in altri settori”, ha concluso Medea. Gli “Standard italiani per la cura del diabete mellito di tipo 2 per la medicina generale” verranno distribuite dalla Società Italiana di Medicina Generale ai medici di famiglia italiani e sono scaricabili da oggi sui siti di SIMG, AMD e SID. 

di Redazione | 27/05/2011

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