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Modena (Modena) - “Ricordare la resistenza è un dovere e una necessità”


"Quando parliamo di Resistenza e di Liberazione non dobbiamo mai dimenticare che parliamo di donne e uomini, di tanti giovani che hanno dato la vita per tutto quello che abbiamo oggi. Queste donne e questi uomini hanno consegnato a noi un patrimonio inestimabile insieme ad una grande responsabilità: quella di non tradire quegli ideali di giustizia, libertà, uguaglianza, pace, quella di non dimenticare e di non far dimenticare". Con queste parole – riferisce testualmente una nota dell’Ufficio stampa comunale - il sindaco di Modena Giorgio Pighi inizierà oggi, domenica 25 aprile alle 11, il suo discorso in piazza Grande per il 65esimo della Liberazione, "festa di popolo, festa di una Modena che seppe riscattare da sola il proprio onore e la propria libertà" e capace di accogliere l'arrivo degli alleati con il sindaco Alfeo Corassori già insediato in Municipio e impegnato ad affrontare le sfide del dopoguerra. Non dunque una "rituale celebrazione", ma una "sentita adesione alle conquiste civili e sociali che hanno fondato un'Italia nuova, dopo gli anni della dittatura e le sciagure della guerra fascista". Non solo fatto militare, ma "soprattutto fenomeno politico e sociale di grande portata" - sostiene il sindaco nel suo discorso - la Resistenza ha creato "un legame profondo tra la società modenese e le associazioni partigiane" ed è stata "un grande, a volte drammatico, campo di formazione di nuovi ideali, di nuovi valori e sensibilità". Anche per questo "non dimenticare è non solo un dovere, ma una necessità per comprendere il presente, dare un significato a fenomeni nuovi e complessi, come quello della società sempre più multietnica che si sta strutturando, riconoscere nella storia di altri popoli, nella povertà, nell'emigrazione per necessità, la nostra storia di popolo che ha vissuto la miseria e l'emigrazione". Dopo aver fatto riferimento alla "Dichiarazione universale dei diritti umani" e al ruolo dell'Europa, il sindaco si sofferma sulla "Costituzione, figlia della Resistenza e degli ideali che l'hanno pervasa", una Costituzione che si voleva stravolgere e che, grazie all'impegno e alla sensibilità della gran parte della società italiana, è rimasta integra nei suoi valori fondanti e universali". Chi si riconosce nei valori della Resistenza ha la consapevolezza che i partigiani "hanno combattuto per degli ideali giusti, per ridare dignità ed onore al paese. Con questa certezza - aggiunge Pighi - noi non dobbiamo avere paura del confronto con posizioni diverse, né di affrontare i limiti e gli errori compiuti dal movimento partigiano. La memoria, la conoscenza dei fatti non produce odio, rancore, vendette".

di Redazione | 25/04/2010

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