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Pescara (Pescara) - Un convegno sull’unità d’Italia e Giuseppe Mazzini, il pensiero del Sindaco


“Il culto dell’eroismo e dell’azione per costruire una nazione unita, libera, indipendente, democratica e repubblicana. Sono i valori che oggi l’amministrazione comunale di Pescara ha voluto celebrare attraverso un convegno dedicato alla figura di Mazzini approfondendo gli anni del Risorgimento attraverso le voci, le immagini e il teatro. Una giornata che soprattutto abbiamo riservato ai nostri studenti, in un anno assolutamente speciale, in cui il paese celebra i suoi primi 150 anni”. Lo ha detto – riferisce testualmente una nota dell’ufficio stampa comunale - il sindaco di Pescara Luigi Albore Mascia che ieri ha aperto il convegno ‘L’Italia unita e l’Europa Federale nel pensiero e nell’azione di Giuseppe Mazzini’, alla presenza delle massime Autorità civili e militari, tra cui il presidente del Consiglio regionale Nazario Pagano, il professor Giordano Bruno Guerri, il Presidente Nazionale dell’Associazione Mazziniana Italiana e il Prefetto vicario Vincenzo De Vivo. Ad avviare la manifestazione è stato l’Inno di Mameli eseguito dal Coro Polifonico della Polizia municipale e dal Coro Polifonico dell’Associazione Nazionale Alpini di Pescara. “Le celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia ci offrono lo spunto per il recupero e la riscoperta della nostra identità e la memoria diventa strumento di consapevolezza della nostra stessa identità sociale – ha sottolineato il sindaco Albore Mascia -. Oggi tutti noi vogliamo sapere di più del nostro passato, sul passato del nostro paese in un’Italia in cui, come hanno dimostrato studi recenti, esiste un senso di appartenenza che va ancora rinforzato: come prova un’indagine condotta dall’Ispo, il 25 per cento degli italiani, dunque uno su quattro, non è orgoglioso di appartenere al nostro paese. Da tale consapevolezza emerge l’importanza del successo che hanno riscosso sino a oggi le manifestazioni promosse per celebrare il 150° anniversario dell’Unità d’Italia. Il 9 febbraio è stato ricordato il centosessantaduesimo anniversario della proclamazione della Repubblica Romana al quale ho personalmente partecipato, ricorrenza nella quale ritroviamo le premesse della democrazia repubblicana espressa nella sovranità popolare e l’emancipazione sociale promossa dallo Stato. Il 9 febbraio 1849 – ha ancora ricordato il sindaco Albore Mascia – la Costituzione che l’Assemblea romana votava, mentre la libertà cittadina era soffocata dalle armi francesi, prefigurava i principi fondamentali di quella che sarebbe stata la Costituzione della Repubblica italiana, figlia quindi del primo e del secondo Risorgimento. Oggi a Pescara abbiamo voluto esporre una copia della Costituzione della Repubblica Romana e abbiamo ascoltato con commozione l’Inno di Mameli. Celebrato come eroe e retore del patriottismo, Mameli permette invece di ripensare i miti del Risorgimento ai quali spesso è toccata una storia solitaria, bizzarra e tormentata. Dell’autore del Canto degli Italiani non possediamo immagini, se non una litografia e due disegni eseguiti a Roma durante la stagione della Repubblica romana nel 1849. Nei suoi scritti c’è però tutto il ’48 italiano e la vicenda specifica di Mameli illustra con efficacia la condizione di ‘esilio in patria’ di cui hanno sofferto a lungo i democratici nella nostra storia. Mameli non si limita a ripetere la distinzione tra vecchi e giovani, ma piuttosto afferma, con l’anelito alla patria, la convinzione che la storia si produca solo attraverso un riscatto popolare; il culto del gesto eroico; l’ansia dell’azione esemplare; l’idea che la storia si fa solo stando nei processi concreti, ‘sporcandosi le mani’. In sintesi, c’è in questi patrioti la convinzione che l’azione politica sia prima di tutto partecipare in prima persona. L’ispirazione politica è quella del suo maestro Mazzini al quale abbiamo voluto dedicare una giornata di studio che si inquadra nelle manifestazioni per la celebrazione dei 150 anni dell’Unità, dopo la riuscitissima ‘notte bianca’ al centro storico lo scorso 17 marzo. Noi crediamo che da parte delle organizzazioni europeistiche debba nascere una nuova giornata di impegno a favore dell’unione politica d’Europa, per gli Stati Uniti d’Europa, puntando di più sulle espressioni politica e cultura e forse un po’ meno su certi aspetti istituzionalistici e giuridici. Ed è questa la lezione profonda che la tradizione mazziniana può offrire: il primum non è dato dall’aspetto giuridico-economico, ma da quello politico-culturale”. “Se oggi avvertiamo come affievolito il senso dell’unità e dell’appartenenza – ha detto il Presidente Pagano – dipende anche da una parte della nostra classe dirigente che ha portato avanti un interesse di parte, di bottega, che ha rischiato di svilire l’amore per il tricolore. E invece la vicenda risorgimentale è un patrimonio storico fondamentale per dare sostanza al comune sentire dell’identità italiana, un movimento che di nuovo dovrà vedere protagonisti i giovani, come accadde nel Risorgimento. Quando Mazzini scappò in esilio, nel 1831, aveva appena 25 anni, e quando Mameli scrisse il nostro inno aveva 19 anni, a dimostrazione che furono soprattutto i giovani a spendersi per l’Unità Nazionale, perché lo stesso Mazzini fece professione di fede per la creazione di una nazione libera, indipendente, democratica e repubblicana, Mazzini che rifiutò l’idea di un’Italia federale, pensando che lo stato centralizzato meglio potesse rappresentare l’Unità del paese”. Dopo i saluti del prefetto Vicario, il segretario regionale del Partito Repubblicano, Nicola Di Federico, ha consegnato con l’avvocato Massimo Solari al sindaco Albore Mascia una targa ricordo, “un omaggio che – ha commentato il sindaco Albore Mascia – mi emoziona perché ricordo di aver mosso i miei primi passi in politica proprio nel partito Repubblicano, nella Sezione Mazzini, ad appena 18 anni, iniziando un percorso di grande formazione”. La giornata è proseguita con la proiezione di alcune sequenze tratte dal film di Mario Martone ‘Noi credevamo’ con Toni Servillo che ha introdotto al convegno, con la presenza del Presidente dell’Ami, Di Napoli, che ha parlato di ‘Mazzini e la democrazia universale: dalla Giovine Italia alla Giovine Europa’, il professor Guerri su ‘Rileggere il Risorgimento’, e Luigi Mastrangelo su ‘Mazzini e il moto letterario in Italia’. La manifestazione si è conclusa con ‘Intervista a Giuseppe Mazzini’ curata dal Florian Teatro Stabile d’Innovazione, liberamente tratto da un testo di Giancarlo De Cataldo, con Massimo Vellaccio e Giulia Basel.

di Redazione | 10/04/2011

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