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Sezze (Latina) - Studenti dell’Isiss “Pacifi e De Magistris” di Sezze intervistati da una troupe Rai negli uffici dell’anagrafe del Palazzo Comunale


<<Ieri, 20 gennaio una troupe Rai ha intervistato un gruppo di studenti dell’I.S.I.S.S. “Pacifi e De Magistris” di Sezze per la ricerca condotta su Margherita Bondì, brutalmente uccisa nel campo di sterminio di Auschwitz il 23 maggio del 1944. L’inchiesta condotta dai ragazzi, assistiti dal Prof. Giancarlo Onorati nell’ambito del progetto “Pietre d’inciampo” ha suscitato l’interesse della trasmissione “Sorgente di vita” in onda in tarda serata su Rai 2. Ad accogliere la troupe>> - riferisce testualmente una nota del Comune di Sezze - <<il Sindaco Andrea Campoli insieme al Dirigente dell’Istituto Scolatico setino Prof.ssa Anna Giorgi. L’intervista si è svolta negli Uffici dell’Anagrafe di Palazzo De Magistris dove è custodito l’atto di nascita della donna. Il servizio andrà in onda il prossimo 30 gennaio e sarà replicato lunedì 31 alle ore 9.30. La storia di Margherita Bondì, come quella di altre sessanta persone, è stata al centro dell’iniziativa internazionale denominata “progetto Stolperstein”, svoltasi a Roma nelle giornate del 12 e 13 gennaio, a cui hanno partecipato anche gli studenti dell’I.S.I.S.S. In tale occasione l’artista tedesco Gunter Demnig ha posizionato dinanzi la sua abitazione in Via dei Querceti una “pietra d’inciampo” in sua memoria, coperta da una lamina di ottone lucente con incisi il suo nome e cognome, quelli del marito Raffaele e della figlia Silvana, la data ed il luogo di deportazione>>. “Da diversi anni – spiega Anna Giorgi – i nostri studenti sono impegnati nella ricerca e nello studio della documentazione storica del nostro territorio. Lo studio condotto su Margherita Bondì ha coinvolto ragazzi appartenenti a classi e ad indirizzi diversi che, insieme al Prof. Onorati, hanno svolto con passione ed entusiasmo un lavoro di ricerca rilevante facendo emergere informazioni su una donna completamente sconosciuta anche a noi setini. Una vittima dell’Olocausto, così come molte altre, che mi ha riportato alla mente vecchi ricordi di vicende che oggi appaiono ormai lontane, storie che mi sono state spesso raccontate dai miei genitori e nonni. Un momento importante di questo percorso è stato l’incontro con la nipote di Margherita, Paola Carcos, che oggi ha ben ottantacinque anni. Nel corso del colloquio avuto con la signora i nostri studenti sono riusciti a reperire alcune delle lettere e foto risalenti al periodo di prigionia di Margherita”.

di Redazione | 21/01/2011

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