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Trebisacce (Cosenza) - Ferrovia Jonica, uno sviluppo che tarda ad arrivare


di PINO LA ROCCA - Mentre Trenitalia annuncia nuovi e più veloci collegamenti nel centro-nord dell’Italia grazie a un utilizzo sempre più massiccio di Freccia Rossa e Freccia Argento, al sud, e soprattutto sulla Jonica, in occasione dell’entrata in vigore del nuovo orario invernale (12 dicembre), sono scomparsi altri 22 treni mentre su alcune tratte di ferrovia il pullman, in barba a tutte le sbandierate ragioni ecologiche, ha preso il posto del treno. Sì, sulla linea Jonica gli InterCity, gli Espressi o i Regionali soppressi vengono sostituiti non di certo con la Freccia Rossa, bensì con un autobus, o peggio con il nulla totale. Nessun riguardo per la categoria dei passeggeri e soprattutto dei pendolari, condannati ad essere stipati nelle vecchie, maleodoranti e sferraglianti littorine ALn668, una sorta di autobus su rotaia capace di trasportare solo 88 passeggeri di cui 20 in piedi, che impazzano sulla Jonica dopo essere state dismesse da tutte le ferrovie italiane. Ma tra i treni decapitati, anche a smentire le rassicurazioni di Trenitalia che i treni a lunga percorrenza, configurandosi come servizio sociale non sarebbero stati toccati, figura anche il mitico Espresso 890/893 Catanzaro-Torino, uno dei due treni a lunga percorrenza sopravvissuti finora insieme all’altro mitico Crotone-Milano. Dei due treni superstiti ora ne rimane uno solo perché Trenitalia, così dicono molti passeggeri costretti a fare la spola tra il nord e il sud dell’Italia per motivi familiari, le studia tutte per fare economia al sud e per investire al centro-nord: i due treni vengono infatti fusi. Le carrozze provenienti da Catanzaro e dirette a Torino vengono infatti agganciate al Crotone-Milano fino a Bari e, nel capoluogo pugliese, le stesse carrozze vengono sganciate dal Crotone-Milano e agganciate al Lecce-Torino. Ed ecco compiuta l’operazione magica! Il problema però è che a Bari il Crotone-Milano si ferma e riparte subito, mentre le carrozze che vanno a Torino vengono stoppate per più di un’ora in attesa del Lecce-Torino e del tempo necessario per fare le operazioni di attacco e distacco delle vetture. Ma non è solo questo il danno: la Calabria perde infatti un altro treno a lunga percorrenza e rischia così di staccarsi definitivamente dal resto dell’Italia. «Ha vinto Bossi ed ha perso Garibaldi». Così commenta quest’operazione l’attore-comico-siciliano Pino Caruso che aggiunge: «Nessuno ne parla, nessuno se ne occupa. Nessuno si scandalizza. Nessuno urla. Nessuno denuncia una disparità iniqua a danno del sud, né politici calabresi e siciliani, né giornalisti, né gente di cultura; come se la cosa non riguardasse almeno un terzo dell’intero paese, come se la cosa fosse fatta d’aria e non di strade ferrate e di convogli di ferro. L’insieme dei quali è detto ferrovie».

di Redazione | 27/12/2010

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