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Mandatoriccio (Cosenza) - Giuda, fratello mio (2^ parte)


di DON MICHELE ROMANO - Proseguendo la nostra riflessione di ieri, è rimasta famosa, a tal proposito, l'omelia che tenne un Giovedì Santo, Don Primo Mazzolari, su "Nostro fratello Giuda": "Lasciate che io pensi per un momento, al Giuda che ho dentro di me, al Giuda che forse anche voi, avete dentro". Purtroppo, si può tradire Gesù, anche oggi, per altre ricompense, che non siano i trenta denari: Vale per chi tradisce la Moglie o il Marito; Tradisce Gesù, il ministro di Dio "infedele", che invece di pascere il gregge, pasce se stesso; Vale anche per chi tradisce la propria coscienza, chi mira al plauso degli uomini, anziché alla ricompensa Divina. All'annuncio del Tradimento nel Cenacolo, tutti gli Apostoli domandarono a Gesù: "Sono forse io, Signore?" (Mt 26, 22). Questa domanda, è un chiaro invito a riconoscere, anche noi, le nostre colpe.
Il Vangelo, poi, descrive la fine orrenda di Giuda: Mt 27, 3-5 parla del suo pentimento, tant'è che riportò i 30 denari ai capi dei Sacerdoti e agli Anziani, dicendo: "Ho peccato, perché ho tradito sangue innocente. Egli, allora, gettate le monete d'argento nel Tempio, si allontanò e andò a impiccarsi!" Chi di noi può dire cosa è passato nel suo cuore, in quegli ultimi istanti! Gesù non lo ha mai giudicato o condannato, anzi "Amico", era stata l'ultima parola che gli ha rivolto nell'Orto degli Ulivi, e che, certamente, non avrà più dimenticata, come pure il suo sguardo compassionevole. Del resto, sono convinto che, come Gesù cercò il volto di Pietro, dopo il rinnegamento, per dargli il suo perdono, chissà quante volte, avrà cercato anche quello di Giuda, in qualche svolta della sua Via Crucis! Ed è con altrettanta certezza, che dico: Quando Gesù prega dalla Croce: "Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno" (Lc 23, 34), non esclude, certamente, da essi Giuda! È vero che, parlando dei suoi discepoli al Padre, Gesù aveva detto di Giuda: "Nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione (ed aggiunse...), perché si compisse la Scrittura" (Gv 17,12). Il più grande peccato di Giuda, in fondo, non è stato quello di aver tradito Gesù, ma di aver dubitato della sua misericordia. Pietro ebbe rimorso, per aver rinnegato Gesù, ma anche Giuda ha dimostrato di aver rimorso, tant'è che abbiamo visto, gridò: "Ho peccato, perché ho tradito sangue innocente" (Mt 27, 4a). Questo ci dice, che è stato, sì, un debole, ma non un maligno, ed io (e noi tutti), non siamo nessuno per giudicarlo! Anzi, mi piace leggere il peccato di Giuda, al pari di quello che la Chiesa dice, del peccato di Adamo, nell'Exsultet Pasquale: "O felice colpa che ci ha meritato un tale Redentore". Così Gesù, nella sua infinita Misericordia, avrà accolto anche il peccato di Giuda, come una "felice colpa", perché solo in tal modo si è potuto realizzare il progetto Salvifico di Dio! Gesù infatti, ha manifestato tutto il suo rammarico, per il gesto di Giuda (peraltro già "scritto", nel Piano di Dio): "Il Figlio dell'uomo se ne va, come sta "scritto" di lui; ma guai a quell'uomo dal quale il Figlio dell'uomo viene tradito. Meglio per quell'uomo se non fosse mai nato" (Mc 14, 21). È  proprio con queste parole, che Gesù esprime tutto il suo rammarico per la vicenda di Giuda. Egli, sapeva bene, che cosa stava maturando nel suo cuore, ma non lo espone, vuole dargli la possibilità fino all'ultimo, di tornare indietro, quasi a proteggerlo! Infatti, pur sapendo perché era venuto nell'Orto con i Soldati, non lo rimprovera o rifiuta, ma risponde al gelido bacio di Giuda, col chiamarlo "Amico". Questo ci dice che Gesù, non ha mai abbandonato Giuda, solo Satana - "menzognero ed ingannatore" - "entrò in lui" (Gv 13, 27), e nessuno, saprà mai, dove egli sia caduto, nel momento in cui si è lanciato dall'albero, con la corda al collo: Se nelle mani di Satana, o in quelle di Dio! Sono convinto, come del resto dice chiaramente don Primo, che il peccato più grave di Giuda, non fu tanto il Tradimento ("è scritto"-abbiamo visto- "perché si compisse la Scrittura"), ma la sua disperazione, chiudere il suo cuore alla Speranza, nella infinita Misericordia del Padre. Ecco perché, oggi, mi piace definirti: *"Giuda, Fratello mio"*, perché non voglio confondermi con i tanti, che ti giudicano e storcono il muso, per ciò che hai fatto e ti condannano. Ma chi siamo noi, chi sono io, per giudicarti e condannarti? In fondo, tu sei stato "necessario" al Progetto di Salvezza di Dio, ed il tuo Peccato è metàfora della nostra stessa vita, fatta di continui tradimenti all'Amore, che Dio ha per ciascuno di noi. Comprendo la tua fragilità e il tuo peccato, "fratello mio": Mi aiuta a considerarti tale, il tuo ruolo di "traditore", perché anche il tuo "Tradimento", è stato "necessario", per la realizzazione del meraviglioso progetto di Salvezza per tutta l'Umanità, che Dio, da sempre, ha voluto e pensato per tutti noi. La grande "Lezione di vita", che dobbiamo trarre dalla tua angosciante vicenda, Giuda, Fratello mio, è capire che Gesù ci accetta per come siamo, ci perdona sempre, e non vuole mai che ci disperiamo! Solo un dono gli chiediamo: che rivolga, oggi e sempre, anche a noi, il sublime appellativo di "Amico", che ha riservato anche a te, quale segno del suo Affetto, e che possa diventare, anche per noi, segno della nostra Riconciliazione con Lui. Auguro a tutti, una santa e serena giornata.


di A cura della Parrocchia "San Giuseppe" Mandatoriccio Mare | 13/04/2024

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