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Mileto (Vibo Valentia) - Messaggio di Pasqua del Vescovo di Mileto - Nicotera - Tropea, mons. Luigi Renzo


<<Carissimi, Pasqua è l’evento centrale e fondativo della nostra fede cristiana. Cristo è morto e risorto e con Lui siamo morti e risorti anche noi:”Passio (Resurrectio) Christi – Passio (Resurrectio) Hominis”. E’ ciò che la Chiesa celebra, professa e proclama solennemente in questo tempo pasquale proiettandoci verso i tempi nuovi della vera libertà e della giustizia, come ci ha ricordato il Santo Padre Benedetto XVI all’inizio della Quaresima: “Grazie all’azione di Cristo noi possiamo entrare nella giustizia <più grande>, che è quella dell’amore (cf. Rom. 13, 8-10), la giustizia di chi si sente in ogni caso sempre più debitore che creditore, perché ha ricevuto più di quanto si possa aspettare”. Ecco perché il cristiano, per sua costituzione, risorto con Cristo a vita nuova, è spinto a contribuire a formare società giuste, dove tutti ricevono il necessario per vivere secondo la propria dignità di uomini e dove la giustizia è vivificata dall’amore.             Oggi viviamo, purtroppo, in un mondo dove tutto è indifferentemente possibile e consentito; dove il trionfo delle differenze culturali e religiose è esaltato come pretesto per affermare a tutti i livelli il diritto di fare ciò che si vuole, ciò che piace, ciò che è utile a se stessi, anche a discapito del bene di tutti, del bene comune.             Su queste coordinate individualistiche sarà difficile fare Pasqua, dare spazio e senso alla libertà, perché questa non è autentica se è staccata dalla verità. “E’ la Verità che vi farà liberi!”, dice Gesù. (Gv. 8,32). E’ nella verità che l’amore è autentico e l’impegno di ciascuno si fa significativo per “promuovere un mondo più umano per tutti, un mondo nel quale tutti possano avere qualcosa da dare e da ricevere, senza che il progresso degli uni costituisca un ostacolo allo sviluppo degli altri”. (Cf. Caritas in Veritate, n. 39). Torna alla memoria l’espressione “Dio vide che era cosa buona” (Gn. 1,12), con cui l’autore biblico conclude ogni giornata creativa di Dio. La storia del mondo, cioè, fin dalle origini comincia con la gioia di Dio per ogni creatura. Ma questa gioia, rotta dal peccato dell’uomo, ritorna ad essere vera solo se viene sconfitta la morte dello spirito, solo se viene sconfitto il negativo dentro e fuori il cuore dell’uomo. Pasqua è proprio la sconfitta del negativo, è scoppio di gioia, quella vera di Dio, che passando  attraverso la morte sconfigge il male ed apre l’uomo alla forza della speranza e dell’amore. E’ questo l’Alleluia che penetra nel cuore dell’uomo e lo libera dalle sue meschinità, dai suoi compromessi, dalle paure di ogni tipo. Anche il senso religioso ha bisogno di uscire dai compromessi con ciò che non è evangelico; ha bisogno di purificarsi lasciandosi coinvolgere in un lavacro interiore che porti ognuno a gustare la gioia di una convivenza umana ritrovata, di una serenità profonda non più ferita dai segnali di una violenza spesso inaudita e fuori da ogni contesto umano e civile. Questo nostro territorio vibonese continua a soffrire sotto i colpi di queste forme gravi di inumanità. Quanta cattiveria ancora alberga nel cuore dell’uomo, indurito dal male e quindi reso incapace di ravvedersi, di chiedere perdono a Dio, di riconciliarsi con se stesso, di aprirsi all’amore, quell’amore che Cristo risorto ci insegna ed in cui deve specchiarsi la nostra esistenza. Coraggio! Alziamo gli occhi al cielo per gustare l’azzurro infinito! “Dio vide che era cosa buona!”. Chi, o cosa ci impedisce di sorridere alla vita nostra e altrui? Per questo Cristo muore e risorge. Dio ci ha fatto dono di un creato meraviglioso, ma quanto poco lo apprezziamo! Peggio, con quanta incoscienza lo distruggiamo provocando poi la vendetta della natura stessa. La salvaguardia del creato ed in esso la dignità di ogni persona umana “non risponde in primo luogo ad una esigenza estetica, - scrive Benedetto XVI -  ma anzitutto ad una esigenza morale, perché la natura esprime un disegno di amore e di verità che ci precede e che viene da Dio”. (cf. Discorso al Corpo Diplomatico in Vaticano, 11 gennaio  2010). Nel fare gli Auguri pasquali il mio pensiero corre anzitutto ai fratelli di Maierato, costretti dalla frana ad abbandonare le case e gli affetti. Il mio pensiero va ai sofferenti nel corpo e nello spirito, ai malati, alle famiglie bisognose, a chi ha perso o rischia il posto di lavoro, ai giovani desiderosi di trovare e dare senso e sbocco alla loro vita, a chiunque ha voglia di accettare la sfida del Vangelo del Risorto misurandosi con coraggio con una società che ha bisogno di gente determinata, che rifiuta il compromesso col male, che freme davanti alle immense opportunità di risorgere da ogni forma di precarietà morale e sociale. I miei Auguri particolari, infine, vanno a coloro che hanno deciso o decideranno di andare controcorrente, cioè, di mettere da parte “lo stile di vita superficiale, incoerente ed illusorio, che spesso ci trascina, ci domina e ci rende schiavi del male e comunque prigionieri della mediocrità morale”.  (Benedetto XVI, Udienza del 17 febbraio c. a.). Auguri a tutti di una cristiana e santa Pasqua alla scuola di Gesù. Sia Lui ad affascinarci, ad illuminarci con la sua luce, a trasformarci nel suo mistero pasquale di morte e risurrezione, per vincere il male e fare il bene, per far morire definitivamente il nostro “uomo vecchio” trasformato dalla grazia di Dio al fine di crescere in santità nel segno della comunione e della fraternità. Auguri di Risurrezione a tutti!  Mileto 4 aprile 2010, solennità della Resurrezione di Cristo>>                                                                                               +   Luigi Renzo

di Redazione | 07/04/2010

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