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Mandatoriccio (Cosenza) - Gaudete


di DON MICHELE ROMANO - Oggi celebriamo la terza Domenica di Avvento, la cosiddetta Domenica "Gaudete" ("Gioite"). Il Vangelo (Gv 1,6-8.19-28), ci presenta la figura del Battista, un Profeta scomodo, un asceta lontano dagli schemi religiosi e dalle Liturgie del Tempio di Gerusalemme.
Dall'Evangelista Giovanni, il Battista non viene presentato come negli altri Vangeli: l'asceta o il profeta duro, che annuncia sciagure e distruzione, se gli uomini non si convertono. Viene, invece, rappresentato come il "testimone", uno strumento che dice: Non guardate a me, guardate più in là, guardate oltre me, "io non sono il Cristo..., ma solo voce di uno che grida nel deserto" (vv 20b. 23). Sant'Agostino, a commento, dirà: "Attenti a non confondete me, che sono solo una "Voce", con la "Parola", che è Gesù, il Messia". Tuttavia, il Battista, non spiega, non dice chi verrà, o come verrà, ci dà solo una grande lezione di umiltà, quando dice: "Preparate la via..., verrà uno che non conoscete..., e io di fronte a Lui, sono niente! "Non sono degno neanche di slegare il laccio del suo sandalo" (v 27). Questo è il cuore, l'essenza dell'Avvento: l'Attesa! Giovanni il Battista, sente che qualcosa deve avvenire, ma non sa cosa ed attende, aspetta. Questo è il fascino dell'Attesa: aspettarsi qualcosa di nuovo, di diverso, si deve sempre rimanere sorpresi..., perché se conosci già tutto, se tutto è già scritto, ma che Natale è? Che Avvento è? Purtroppo, noi oggi, viviamo in un mondo, che tende a controllare tutto, a pianificare tutto, a gestire tutto, ma Dio rimane, pur sempre, l'in-gestibile, perché è sempre nuovo, ci sorprende sempre, è l'irripetibile, è più grande di ogni nostra aspettativa..., va oltre! Infatti, Lui è molto più negli "imprevisti", che in tutto ciò che pre-vedo! Nel Vangelo, campeggia una grande domanda, che Sacerdoti e Leviti fanno a Giovanni Battista: "Chi sei (tu), dunque?
(v 21a). Una domanda "metàfora", che rimbalza anche nella nostra vita: Chi sono io? Posso dire di conoscere ed amare il Signore che "viene?" Abbiamo ascoltato: "In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete..." (v 26). È vero, probabilmente, non lo conosciamo! Infatti: diciamo di amarlo, ma non lo ascoltiamo; Diciamo che Gesù è la nostra vita, ma poi chiudiamo la porta ai suoi amici "prediletti" - ai poveri, agli ultimi, agli abbandonati; Partecipiamo a Messa, il giorno di Natale (almeno una volta all'Anno, che assurdità!), ma non facciamo nulla per convertire la nostra esistenza, in una vita "eucaristica", di totale donazione agli altri. Preferiamo che lo Spirito Santo se ne stia buono e tranquillo, noi abbiamo le nostre "priorità", i nostri obiettivi, le nostre mete. In fondo, Giovanni, rappresenta una delle tante "sorprese", che Dio ci riserva, un modo inatteso di scuotere le nostre coscienze, queste nostre presunte priorità, che stanno rendendo sempre più "vuoto" il Natale del Signore, dove tutto si festeggia, tranne Lui: il "Festeggiato!" Sia questa, la vera e ultima "tappa" del nostro cammino, caratterizzato dalla "veglia" su noi stessi, lasciando che l'interiorità riprenda il suo spazio nelle nostre vite, travolte dagli affanni! Concludendo, vi partecipo, ancora, la mia grande meraviglia per la risposta di Giovanni, alla domanda che gli è stata posta: "Chi sei?" Lui risponde con chiarezza: "Non sono io il Cristo!" Anche se tutti, erano convinti che fosse lui..., avrebbe potuto approfittarne, "cavalcare l'onda" (diremmo noi, oggi!), cedere alla più subdola delle Tentazioni, quella del "delirio di onnipotenza" (ahimè, quanti "Cristi", oggi, registriamo anche nella nostra povera Chiesa). No! Dice Giovanni. Nella sua serietà, non si prende per Dio, anche lui, ne è disperatamente alla ricerca: Sei tu..., o dobbiamo aspettare un altro? (Mt 11, 3). Che grande lezione di vita e di coerenza: solo riconoscendo i nostri "limiti" (che sono da considerare  sempre un'opportunità, non una mortificazione!), possiamo diventare liberi, ed accogliere nel profondo di noi stessi (vera "culla", dove il Signore vorrebbe nascere!), il Dio "fragile" che viene, restituendoci la nostra vera identità: siamo tutti i suoi figli! Buon cammino verso Betlemme, con l'Augurio di una serena e Santa Domenica.


di A cura della Parrocchia "San Giuseppe" Mandatoriccio Mare | 17/12/2023

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