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Rossano (Cosenza) - Oltre le apparenze


di LETIZIA GUAGLIARDI - Belle è una ragazza intelligente e moderna ma vive in un paese i cui abitanti sono retrogradi e di mentalità chiusa. È l’unica a cui piacciono i libri, legge tanto e per questo viene considerata “strana”. È molto bella ma non è sulla sua bellezza esteriore che lei conta ma su ben altri valori: la sua libertà di poter scegliere, la sua indipendenza dagli stereotipi e dai pregiudizi dei suoi compaesani, la curiosità per tutto ciò che è buono e utile, la sua voglia di migliorarsi sempre.

Gaston è un giovane che la corteggia, attratto dalla sua bellezza. Anche Belle si accorge che Gaston è un bel ragazzo però, dopo un po’, percepisce che dietro quella bella facciata c’è il vuoto e l’inconsistenza e, anche, la cattiveria e la possessività.

E così, determinata a realizzare i suoi obiettivi, un giorno lascia il villaggio e si mette in cammino finché, sorpresa da un forte temporale, è costretta a fermarsi davanti a una bellissima villa. La sta osservando ammirata quando il cancello si apre e, istintivamente, entra per cercare riparo. Anche stavolta lei, che sa guardare oltre le apparenze, si accorge che la bellezza di questa casa è solo esteriore: dentro c’è solo silenzio, stanze quasi buie e atmosfera tetra. Chi ci abita?

Ci abita Adam, il proprietario di questa elegante magione. Appena Belle lo guarda ha un moto di repulsione: Adam è davvero brutto, peloso e curvo. Il suo sguardo esprime dolore e solitudine, i suoi modi sono bruschi e per niente invitanti. Nonostante ciò Belle non va via, anche perché fuori la tempesta imperversa: lampi, tuoni e un vento fortissimo. Per molte ore i due, per ragioni diverse, sono costretti a convivere in questa enorme casa e quindi parlano, si rivelano le proprie esperienze e, ancora una volta, Belle va al di là di ciò che si vede: dietro la “brutta facciata” lei intuisce sensibilità e forza d’animo. Adam, prima egoista e arrogante, insensibile ai bisogni degli altri, è diventato orribile perché vittima di un sortilegio. Ritornerà bello come prima solo se, entro dieci anni, avrà imparato ad amare se stesso e a farsi amare.

Questa, in sintesi, è la fiaba “La Bella e la Bestia“, rivisitata in chiave moderna dai piccoli scrittori che frequentano il mio laboratorio di scrittura creativa “Io scrivo con letizia”.

Questa riscrittura è, anche, un’opportunità per riflettere su alcuni dei temi più attuali:

la bellezza non deve essere vista solo in una prospettiva estetica ma anche e, soprattutto, etica. Belle è bella fuori (non per merito suo) ma anche dentro (per sua scelta).

Ognuno di noi deve avere la libertà e il coraggio di realizzare i propri sogni. Belle decide di andar via dal posto in cui è nata perché Gaston le impone le sue idee: “Non è giusto che una donna legga. Le vengono in mente strane idee e comincia a pensare!”.

Adam è egoista e superficiale, concentrato solo sul suo Io. Rappresenta molte persone di oggi, intente a curare in maniera esagerata il proprio aspetto fisico, “la facciata” e non il “dentro di sé”. Trasformato in Bestia, è congelato in una situazione che lo costringe a riflettere sulla sua vita che è come la sua casa: ricca di bei mobili e suppellettili ma vuota, lui è l’unico abitante. Ha perso molto tempo a rincorrere il lusso e le ricchezze e tutto questo lo ha condannato alla solitudine e all’infelicità.

Voler cambiare una persona è sbagliato. Belle non cerca di cambiare la Bestia ma, giorno dopo giorno, la relazione tra i due è talmente coinvolgente che si apre una breccia nella corazza di gelo in cui lui è prigioniero. Con generosità la invita nella sua ben fornita biblioteca, discutono di libri e di letteratura, un giorno rischia la sua vita per proteggerla, riesce a ridere insieme a lei. Inizia, allora, a guardarsi dentro, a comprendersi e a perdonarsi. E il suo cuore, non più gelido, diventa gentile.

Solo chi vuole davvero cambiare riesce a cambiare davvero. È un percorso che dobbiamo volere noi, altrimenti non è efficace. Adam comincia a provare empatia verso Belle perché anche lei ha perso la mamma e ne ha sofferto molto e anche lei è stata allontanata dalla società, anche se per motivi diversi. Prova interesse per lei, anche come persona con dei valori, degli obiettivi, dei talenti. Al contrario di Gaston, attratto solo dal suo aspetto incantevole, lui riesce a cogliere e ad apprezzare in Belle l’intelligenza, la determinazione e la tenacia.

Bisogna saper distinguere la vera bellezza e chi sono le vere bestie. Bello non è per forza buono (la mela di Biancaneve era bella e invitante ma era avvelenata) e brutto non è sempre cattivo (Shrek è un orco ma è un personaggio molto positivo, pieno di buoni sentimenti). Belle e la Bestia si conoscono meglio e avviene la magia: lei supera l’ostacolo del suo aspetto fisico e se ne innamora perché non nega la situazione né pretende di controllare e manipolare Adam. Dentro di sé è consapevole che la sua felicità non deve dipendere da qualcuno o da qualcosa. Semplicemente, accetta la realtà e lo lascia libero di cambiare.

E, quando ormai manca poco allo scadere dei dieci anni, Adam riesce a vedere i suoi difetti, ha imparato a volersi bene e s’innamora di Belle.

Come finisce la fiaba lo sappiamo: Adam non è più brutto, è diventato un giovane di bell’aspetto, amato e benvoluto da tutti perché ora è una persona migliore, dal cuore buono.

Non nasciamo buoni o cattivi quindi, lo diventiamo in conseguenza delle nostre scelte e delle nostre azioni.

E vissero felici e contenti. Non sempre ciò avviene ma, almeno, proviamo a riflettere (noi adulti) e a far riflettere i bambini (i futuri adulti) su questi temi.

I miei scrittori di nove anni (della Scuola Primaria “Monachelle” di Rossano) lo stanno facendo: parlandone, scrivendo e disegnando. È questo il vero insegnamento delle fiabe e di ogni altro racconto: vedere oltre le apparenze, andare nelle profondità dell’animo umano, il nostro innanzitutto.

Anche dentro una storia semplice ci sono messaggi profondi e utili, se impariamo a leggere tra le righe e ad andare oltre le parole.

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di Letizia Guagliardi | 06/12/2023

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