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Mandatoriccio (Cosenza) - L'avete fatto a me


di DON MICHELE ROMANO - In questa XXXIV Domenica dell'Anno Liturgico, che chiude l'Anno "A", con la Solennità di Cristo Re dell'Universo, il Vangelo di Matteo (25, 31- 46), ci parla del "Giudizio finale", utilizzando la metàfora delle pecore (i buoni) e delle capre (i cattivi), e come ci dice San Giovanni della Croce: "Impegniamoci, perché saremo esaminati sull'amore!"
La Regalità di Cristo, si è manifestata nel grande Amore che ha avuto per ognuno di noi, partendo sin dall'umile Culla di Betlemme, per arrivare a un Trono molto scomodo, ossia la Croce. Oggi, Gesù ci insegna, che il vero "potere", consiste nel "servizio" verso gli altri. Del resto Lui che affermò di essere "il Maestro e Signore" (Gv 13, 13); e anche di essere "Re" (Gv 18, 37), dimostrò tutto questo: come Maestro, lavando i piedi ai discepoli (Gv 13, 4ss), e Regnò, dando la vita per la nostra Salvezza! Già Pilato, quando compose l'iscrizione, posta sulla Croce: "Gesù il Nazareno, il re dei Giudei" (Gv 19, 19), paradossalmente rivelò una grande Verità: ciò che l'apparenza negava, era tutto confermato per la realtà profonda del mistero di Dio: già che Gesù regna sulla sua Croce, e ci giudica nel suo Amore! Il Signore chiede oggi, anche a noi, di ricambiare questo Amore ai nostri fratelli: "Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me" (v 40). Pertanto, non lasciamoci sfuggire l'occasione di fare il bene, ognuno di noi, deve far crescere, nella "carità operosa", ciò che ha ricevuto da Dio (vedi i Talenti), per questo i "peccati di omissione" (da "omittere" - "Non fare"), che con la nostra indifferenza verso gli altri, dimostrano tutta la nostra ingratitudine, all'Amore che Lui ha avuto per noi tutti, causano, così, il "raccapriccio" di Dio, perché in questo caso il Signore si ricorderà che in Lui, non c'è solo la Misericordia, ma anche la Giustizia, e seppur con rammarico, la applicherà: "In verità io vi dico: "Tutto quello che non avete fatto uno solo di questi più piccoli, non lo avete fatto a me" (v 45)... "E se ne andranno questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna" (v 46). Nell'economia salvifica, la Bibbia ci presenta un meraviglioso percorso, che parte dall'Antico Testamento: "Io sono il Signore... !" (Lv 19, 25c), dove viene messa in risalto tutta la sua autorità, conosciuta come la "Legge del Dio Timore, ovvero (Divino Pedagògo), che esige sempre la Giustizia, quale prima tappa della Carità. Dal Levitivo, al Vangelo di Matteo, di cui il capitolo 25 rappresenta, per tanti Esegeti, il "Testamento Spirituale "di Gesù (infatti, solo qualche giorno dopo verrà arrestato e condannato), ora, attesa e richiesta la nostra "maturità di Fede", Gesù non dà sfoggio della sua "Autorità", ma preferisce identificarsi con i Poveri, creando così lo sconcerto tra i Giusti e Non: "Quando ti abbiamo (o non ti abbiamo) visto affamato, assetato, nudo, ecc.?, e Gesù che ci risponde: "Quello che di bello o meno, avete (o non avete) fatto a loro, l'avete fatto (o non l'avete fatto) a me. Ecco allora, il "superamento" della Legge Vetero- testamentaria, il vero passaggio di pienezza e complimento, sta tutto qui: Non basta non fare il male, occorre impegnarsi nel bene. Mediante queste "Opere di Misericordia, Corporale e Spirituale, ci viene offerta la possibilità di saper "riconoscere" in tanti nostri fratelli che, ancora oggi, soffrono nel mondo: la fame, la sete, l'indigenza...ecc!la stessa carne di Gesù, di Lui che ha saputo schierarsi dalla loro parte sin dalla Mangiatoia fino alla Croce, da Betlemme al Gòlgota, di Lui che ha saputo condividere con tutti loro, ogni sofferenza, identificandosi in ogni tipo di povertà, e facendo della legge sull'Amore, operativo e sincero, la condizione necessaria per entrare nel suo Regno. Dio è Amore, ed ama associare a sé, solo persone capaci di amare: oggi qui sulla Terra, e domani in Cielo! Questo, paradossalmente ci insegna che agli occhi di Dio, il vero "Giudice" della storia, è proprio il "povero". Si sa, la via della Salvezza, rimane sempre la "porta stretta" (Mt 7, 13); ovvero, seguire Cristo, portando la propria croce e rinnegando se stessi! Del resto Gesù ce lo ha ripetuto tante volte: "Chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà" (Mt 16, 25); ed ancora: "Ma chi non crederà sarà condannato" (Mc 16, 16b). Concludendo, possiamo affermare che, come Dio esercita la sua Regalità, prendendosi cura di tutti noi, così anche noi possiamo vivere la Sua regalità, se lo sappiamo amare nei nostri fratelli, prendendoci cura gli uni degli altri, proprio come Lui si prende cura di noi. Giunga a tutti, l'augurio di una santa e serena domenica.


di A cura della Parrocchia "San Giuseppe" Mandatoriccio Mare | 26/11/2023

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