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Mandatoriccio (Cosenza) - 40 - Parabola del buon pastore


di DON MICHELE ROMANO - Questa singolare Parabola "Del Buon Pastore", è contenuta nel Vangelo secondo Giovanni (10, 11- 18). Com'è noto, la figura del Pastore, è un tema molto ricorrente nella Sacra Scrittura, già a partire dall'Antico Testamento - per questo viene utilizzata da Gesù stesso. Il "Buon Pastore", è colui che è disposto a dare (letteralmente a "de-porre") la propria vita per il suo gregge. Il Pastore "Buono" ("Agatòs", aggettivo qualificativo di Dio - cfr Mt 19, 17), è così chiamato, perché: conosce le sue pecore, si preoccupa per loro, sa chiamarle una ad una, è disposto a rischiare di perdere l'intero gregge, piuttosto che una sola di essa si smarrisca. L'Evangelista ambienta questo racconto a Gerusalemme, e gli interlocutori ovviamente sono Giudei. Per questo dice loro che le sue pecore: "non provengono solamente da questo recinto (dal "recinto ebraico" - v 17a), ma esse verranno anche dal "recinto pagano": "Anche quelle io devo guidare..., perché ascoltando la mia voce, diventeranno un solo gregge, un solo pastore" (v 16b). La parola di Verità di Gesù, è per tutti, nessuno si consideri privilegiato, o meglio degli altri. In questa similitudine (detta "paroimìa", Parabola, appunto), due sono le parole evidenziate: "recinto" e "porta", con una velata (ma non troppo) critica al Giudaismo tradizionale, simboleggiato dal loro "recinto", contrapposto all'ovile di Dio, dove regna la libertà e la vita gioiosa. Critica che, ahimè, può essere estesa oggi, pure a tutti i Pastori umani, che anche nella Chiesa, molte volte, "spadroneggiano" sul gregge di Dio: privando gli uomini della libertà, li riducono gli schiavitù, allontanandoli dal vero e unico Pastore: Gesù Cristo! Anticamente gli ovili, dove venivano custodite le pecore, erano fatti di un muretto di pietra, dotato di una porticina stretta, molto piccola, che consentiva il passaggio di un solo animale alla volta, dando così la possibilità al Pastore, di contare e di chiamare le sue pecore "per nome", sia al mattino, che alla sera. Le pecore conoscevano bene la voce del loro Pastore, e seguivano solo lui. Nella Bibbia, tuttavia, va detto che la parola "recinto", non indica quasi mai un recinto di pecore, bensì lo spazio dove durante l'Esodo, si trovava la "Tenta del Convegno" (o "Tabernacolo!"). Più tardi, questo termine, passerà a indicare il Vestibolo, o i Cortili del Tempio di Salomone. Nel Vangelo di Giovanni, è usato per indicare il Cortile del Sommo Sacerdote (Gv 18, 15). In accezione farisaica (ovvero "negativa"), il "recinto", rappresentava "un luogo chiuso", dove si poteva solo entrare, a motivo soprattutto, delle interpretazioni o tradizioni, entro cui Scribi e Farisei, avevano "rinchiuso" la Legge, dove le regole erano molto gravose, e privavano le persone della loro libertà. L'ovile di Dio, invece, secondo Gesù, ha una "porta", dalla quale le pecore entrano ed escono. Ma è Gesù stesso che ci rivela essere Lui la "Porta", attraverso la quale possiamo entrare nella casa di Dio: "In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore..., se uno entra attraverso di me sarà salvato" (Gv 10, 7. 9a). Gesù è il solo che può condurre alla salvezza le pecore, l'unico che può dare la libertà. Soltanto chi dimora in Lui vive la vita, e sperimenta la vera libertà: "entrerà e uscirà e troverà pascolo" (Gv 10, 9b). Volendo fare un parallelismo, tra Giovanni e Luca, possiamo vedere in Gesù: *il misericordioso*, che accoglie tutti i peccatori; *il Samaritano*, che si fa vicino, soccorre, e aiuta il fratello in difficoltà, chiunque esso sia; *il Maestro*, che lava i piedi ai suoi discepoli; *l'Innocente*, che si consegna liberamente, nelle mani del Sinedrio e di Pilato; *il Crocifisso*, che porta il ladrone con sé in Paradiso! Gesù, oggi, invita anche noi a seguirlo, diventando così, anche noi, "buon Pastore", dando la vita per gli altri, come Egli l'ha data! Ma Gesù, non sono chiamati a seguirlo solo: il Papa, i Vescovi, i Sacerdoti, i Religiosi, le Suore, ecc., che hanno sì la responsabilità di guidare il gregge di Dio, la Chiesa, e che Papa Francesco ammonisce: "Siate pastori, con l'odore delle pecore addosso!", ma tutti, ogni Cristiano, è chiamato a conoscere ed ascoltare la Sua voce, rendendosi disponibile a dare la propria vita, per le tante pecore che hanno bisogno del nostro aiuto: colleghi, amici, coinquilini, extracomunitari, ecc., perché solo così, si diventa "buoni Pastori". Ma c'è una domanda di fondo, che  onestamente, dobbiamo farci tutti: Gesù, abbiamo visto, ci conosce tutti, e molto bene! Possiamo dire altrettanto? Rispondiamo con verità, nel profondo del nostro cuore, dove solo lo scandaglio di Dio, può conoscerne la sincerità! Giunga a tutti voi, l'augurio di una serena giornata.


di A cura della Parrocchia "San Giuseppe" Mandatoriccio Mare | 21/11/2023

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