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Mandatoriccio (Cosenza) - 34 - Parabola dei primi posti e degli inviti


di DON MICHELE ROMANO - Questa Parabola di Luca (14, 1. 7-14), mostra come Gesù, nel corso del suo Ministero pubblico, ha sempre accolto con una certa frequenza, gli inviti di diverse persone a pranzare a casa loro, anche di chi era malvisto dalla società, perché di vita poco retta. Atteggiamento, che è stato frainteso e criticato da tanti "ipocriti", che lo accusavano di essere "un mangione e un beone,  un amico di pubblicani e di peccatori" (Lc 7, 34). Ma, in fondo, Gesù, ha un solo desiderio: salvare tutti, e come dice San Cirillo: "Anche se conosceva la loro malizia, ne accettava l'invito per aiutare con la sua Parola e i suoi miracoli, quelli che erano presenti!" In questa Parabola, Gesù è stato invitato a pranzo da uno dei "capi dei Farisei" (v 1), ed è per Lui l'occasione, per parlare dell'umiltà: a non scegliere i "primi posti" al pranzo delle Nozze, e ad invitare tutte quelle persone, che non possono contraccambiare: "poveri, storpi, zoppi, ciechi" (v 13), perché Dio ci ricambierà alla Risurrezione dei morti: "Riceverai, infatti, la tua ricompensa alla Risurrezione dei giusti" (v 14b). Notiamo come le realtà più belle, Gesù le ha realizzate, proclamate ed insegnate, a tavola, in una cornice conviviale. Luca, in questo cap 14, con la sua arte di abile narratore, dipinge un quadro in cui sovrappone due immagini: Gesù a mensa, che definisce il volto della Nuova Comunità, convocata attorno alla mensa Eucaristica. La pagina è suddivisa in due scene: prima l'invito a pranzo in casa di uno dei Capi dei Farisei, in giorno di festa, "Sabato" (vv 1-6); poi l'insegnamento con due piccole parabole, sul modo di scegliere i posti a tavola, e i criteri per fare gli inviti: (vv 7-14); infine la parabola sulla grande Cena (vv 14-16), che riguarda ancora il problema degli invitati: chi parteciperà alla mensa del Regno? Tutto questo, si prepara fin da ora, coltivando il rapporto di Fede con Gesù, che convoca tutti attorno a sé, nella sua nuova Comunità: la Chiesa! Inizialmente, nel brano, c'è la guarigione di un uomo idropico, impedito per la sua menomazione fisica, a partecipare alla mensa. Gesù, guarendolo (addirittura in giorno di Sabato!), gli ridà la libertà, e lo reintegra nella salute e nella dignità, giusto per far comprendere loro che il Sabato (giorno di Festa, per loro, a ricordo della Creazione e dalla Liberazione dall'Egitto), non deve ridursi a un osservanza esterna del Riposo sacro, ma è a favore dell'uomo! È così che Dio esalta i piccoli e i poveri, proprio come ha fatto Gesù, introducendo nella commensalità della festa sabbatica, l'idropico escluso. Altra significativa indicazione viene data da Gesù, circa "i criteri" per la scelta degli invitati, ovviamente sono esclusi i criteri di raccomandazione e di solidarietà corporativa: "Non invitare i tuoi amici, nè i tuoi parenti, né i ricchi vicini...!" Al contrario, quando dai un banchetto, invita le quattro categorie di poveri, menzionate nel Vangelo: "poveri, storpi, zoppi, ciechi" (vv 13-14), che sono i veri destinatari delle Beatitudini: "Beati voi, poveri, perché vostro è il Regno di Dio!" (Lc 6, 20b). È un atteggiamento molto comune quello che facevano i Farisei (e non solo a tavola): quello di cercare sempre i primi posti per essere nell'attenzione e nella considerazione da parte degli altri. Gesù chiarisce che è il Signore a donare a ciascuno la dignità e l'onore, non siamo noi stessi a darceli, magari vantando i nostri meriti. Come ha fatto nelle Beatitudini, Gesù rovescia il giudizio e i comportamenti di questo mondo! Chi si riconosce peccatore e umile, viene esaltato da Dio, chi invece "pretende" riconoscimenti e primi posti, rischia di autoescludersi dal Banchetto: "Non mettetevi al primo posto...(v 8a). Sembra che Gesù voglia prendersi gioco degli "infantili tentativi", di quanti si destreggiano per raggiungere le posizioni migliori, ignorando che il vero "potere", è fondato "sull'umiltà!" Gesù stesso ce ne ha dato l'esempio: "Non ritenne un privilegio l'essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini" (Fil 2,6-7). Questa sua"kènosi" ("abbassamento"), ha meritato la Liberazione e la Redenzione di tutta l'Umanità. Purtroppo, anche noi, oggi, viviamo in una Società, dove si registra una vera e propria "crisi" di astinenza di visibilità, dove prevale l'atteggiamento spocchioso di chi pensa di essere importante, e di chi usa come metro di giudizio, l'apparire senza essere! "Veline" e "Grandi Fratelli", ne sono il termometro, quale inquietante bisogno di esserci, apparire in questo mondo come super- uomini e super- donne. Il delirio dei tanti "reality show" di successo, a cui assistiamo ogni giorno alla tv, ci danno l'idea di quella psicanalisi collettiva, sottoposta al giudizio del pubblico, che in realtà mostra solo la grande fragilità, che abita ciascuno di noi. Ma grazie a Dio, Gesù ci incoraggia: non hai bisogno di mostrarti e di apparire, tu vali, a prescindere! La tua autostima, non deve essere legata alle tue abilità, no, ma al fatto che sei pensato, voluto, ed amato da Dio, prezioso ai suoi occhi! Non svendiamo, perciò, la nostra dignità! Umiltà, dunque, accogliamo le nostre fragilità, e Dio, certamente, le trasformerà in luminose opportunità! Giunga a voi tutti, l'augurio, di una serena giornata.


di Rubrica autogestita dalla parrocchia "San Giuseppe" Mandatoriccio Mare | 14/11/2023

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