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Mandatoriccio (Cosenza) - 29 - Parabola del fico sterile


di DON MICHELE ROMANO - Questa Parabola del "Fico Sterile", si trova nel Vangelo di Luca (13, 6-9), dove Gesù parla di una pianta di Fico che non produce frutti. Nella Sacra Scrittura ci sono 44 versetti che menzionano il Fico. È presente sia nella Genesi, nel Giardino dell'Eden, considerato da alcuni l'Albero della conoscenza del Bene e del Male, tant'è che dopo il peccato originale, una volta "apertisi gli occhi", i nostri progenitori, Adamo ed Eva, si coprirono con foglie di fico (Gen 3, 7); anche nel Libro dell'Apocalisse, il Fico è fortemente presente col suo simbolismo, in riferimento alla fine dei tempi: "Le stelle del cielo si abbatte rono sopra la terra, come un albero di fichi, sbattuto dalla bufera, lascia cadere i frutti non ancora maturi (Ap 6, 13). L'Albero di fichi, nel suo significato biblico, fa parte dei doni della Terra promessa, la quale, al contrario del deserto arido e senza frutti, produce "fichi e melograni (Dt 8, 8; Nm 13, 23). Nella Bibbia, insieme all'olivo e alla vite/vigna, è simbolo di abbondanza e di benessere. Nei Libri Profetici, il Fico è simbolo di pace (Mi 4, 4); di prosperità (Gl 2, 22); e di fedeltà del Popolo, nella sua Alleanza con Dio (Ag 2, 19; Zc 3, 10). Questa Parabola ci insegna, che la pazienza e la tenerezza di Dio, devono essere motivo della nostra fiducia, della nostra speranza, donandoci il coraggio di ritornare a Lui, qualunque errore o peccato ci sia nella nostra vita. E un Dio liberatore, un Dio che soffre con il suo popolo, e per questo vuole liberarlo: "Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna" (Gv 3, 16). Sono due, i messaggi fondamentali, contenuti in questa Parabola: da un lato il Padrone, che non trovando frutti sull'albero, dice al Contadino di tagliarlo; dall'altro, lo stesso Padrone, dopo aver ascoltato la supplica del Contadino, rinvia la decisione nella speranza che il lavoro del Contadino renda, finalmente, fertile il Fico. Questo deve spingere ognuno di noi a rivedere il proprio modo di vivere, ad un cambiamento che vada alla radice delle nostre azioni e decisioni: Ovvero, susciti la nostra "conversione!" Chi non si converte, è come il Fico della Parabola, la sua vita è sterile, perché non credendo, non collabora nemmeno alla venuta del Regno di Dio. In definitiva, questa Parabola, ha lo scopo di precisare la minaccia del Giudizio imminente, ed il conseguente appello alla conversione: "Venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò" (v 6b). Certo, Dio è paziente e misericordioso, ma la sua Pazienza non si può "programmare": "Padrone, lascialo ancora quest'anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime" (v 8). Il tempo che si "prolunga", è segno della Misericordia di Dio, non certo assenza di giudizio. Il tempo "in più", che il Signore ci concede, è per far tesoro di questa opportunità (qualsiasi sia la sua durata!), non per giustificare il rimando, o, peggio, la nostra indifferenza. La supplica del Contadino, vuole essere l'ennesima intercessione per l'umanità arida e indifferente. Gesù tenta, quindi, di provocare una possibilità: che l'albero si metta a fare frutti, anche attraverso il suo aiuto, perché non vuole che il suo lavoro di "tre anni" del suo intenso Ministero, culminato nella sua Morte e Risurrezione, sia inutile! Perciò prega il Padre di attendere ancora un Anno, finché finalmente questo "Albero", riesca a sbocciare, a fiorire, e portare frutti di fecondità e di amore. Certo, grande è la "Pazienza" di Dio, più volte nella Sacra Scrittura ci viene detto che la Pazienza, è una delle sue prerogative più importanti: il Libro dell'Esodo ce lo presenta come un Dio Paziente: "Lento all'ira e ricco di amore" (Es 34, 6); "Dio è buono e pietoso..., non ci tratta secondo i nostri peccati..., ha pietà di quanti lo temono" (Sal 103). Questo ci dice, che l'Amore misericordioso di Dio, non si arrende mai, innamorato com'è dell'Uomo (Suo "capolavoro" nel Creato!), è pienamente impegnato verso tutti gli "Alberi" (Metafora di noi tutti), che ancora non producono frutti. Di fronte all'aridità del cuore umano, Lui non si stanca di riversare tutte quelle cure necessarie ("con la zappa e il concime"), affinché esso si svegli dallo stato di torpore improduttivo, per fargli conoscere nuove stagioni primaverili. Dio non vuole "perdere" ("tagliare") nessuno di noi, e come Contadino paziente, sa attendere le nostre stagioni migliori. Quante volte il "Fico" della nostra vita, sarebbe stato da tagliare, se il Signore non ci avesse concesso "altro tempo", per smuovere il nostro cuore e rivitalizzarne le radici. Ma quante volte, diciamo a Dio: "Adesso non posso"; "Abbi pazienza"; "Sono troppo impegnato",ecc.e il Signore, come un "Buon Padre", sorride di noi e della nostra superficialità, ma continua ad amarci, nonostante noi continuiamo a vivere nelle nostre colpe, nei nostri peccati! Lui aspetta sempre "in silenzio", la nostra "conversione", ovvero portare frutti, per la nostra eterna Salvezza. Giunga a voi tutti, l'Augurio di una serena giornata.


di Rubrica autogestita dalla parrocchia "San Giuseppe" Mandatoriccio Mare | 08/11/2023

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