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Mandatoriccio (Cosenza) - 28 - Parabola del buon samaritano


di DON MICHELE ROMANO - La Parabola "Del Buon Samaritano", si trova nel Vangelo di Luca (10, 25-37), ed è narrata da Gesù, dopo aver ribadito il Comandamentovetero- Testamentario, di "amare il prossimo come se stessi" (v 27). Ma il Dottore della Legge, chiede a Gesù: "E chi è il mio prossimo?"(v 29). La Parabola è una icona viva della Carità e della Misericordia, che Cristo, quale "Buon Samaritano", vive e insegna, in totale discontinuità, tra il modo di pensare degli Scribi e dei Farisei, con il modo di pensare dei Credenti in Cristo! La cornice entro cui è situata la Parabola, è il grande viaggio di Gesù verso Gerusalemme (9, 51-19, 27), metafora del cammino di ogni discepolo, che vuole seguire Gesù, con il rischio del rifiuto. Non per nulla, la Parabola, è seguita dall'episodio di Marta e Maria, con la messa in risalto  che "la parte migliore", è quella scelta da Maria, che ascolta la Parola del Signore (Lc 10, 42). Dopo aver narrato la Parabola, Gesù chiede al Dottore della Legge: "Chi si è comportato come "prossimo" dell'uomo, assalito dai Briganti?" Alla giusta risposta dell’interlocutore, Gesù aggiunge: "Va' e anche tu fa' così" (v 37). Tutta la Parabola, si articola in tre parti: - l'uomo malmenato (v 30); - l'uomo trascurato (vv 31- 32); l'uomo aiutato (vv 33- 35). È noto l'odio secolare, che separava Samaritani e Giudei (cfr Gv 4, 9): i Giudei, consideravano i Samaritani: pagani e peccatori pubblici ("Pubblicani"), per cui era impensabile pensare ad un "buon Samaritano". Ma nell'Opera Lucana ( Vg e At), aperta all'Universilismo Salvifico: "Dio vuole che tutti gli uomini siano salvati" (1Tm 2, 1-4), vengono riportate altre circostanze, in cui i Samaritani accolsero il Vangelo meglio che gli Ebrei: 1)- Nel miracolo della guarigione dei dieci lebbrosi (Lc 17, 11-19), dove solo il Samaritano, è riconoscente;
2)- Nella fortunata missione in Samaria, iniziata dal Diacono Filippo (At 8, 1- 25); E quando un giorno Gesù rimprovera gli Apostoli, che volevano distruggere una città Samaritana, che non l'aveva voluto accogliere, perché diretto a Gerusalemme (Lc 9, 52-56); Infine, la Samaria, è inclusa da Gesù tra le regioni da evangelizzare (At 1, 8). Non era facile, nell'ambiente Ebraico, stabilire chi bisognava considerare "prossimo": sicuramente ogni membro del popolo di Israele, ma anche stranieri che dimoravano tra gli Ebrei (Lv 19, 34), e più tardi anche i proseliti Pagani, ma mai a pensare ad una estensione universale, tanto da abbracciare anche i "nemici". Il "prossimo" per Gesù, non è solo colui che ha bisogno di aiuto, ma è anche (e soprattutto!), il "soccorritore": "Prossimo", è chiunque, che per "compassione",
viene in aiuto alle persone bisognose. È per questo, che Gesù gli dice: "Va' e anche tu..., comportati allo stesso modo!" Sembrerebbe che Gesù inviti il Dottore della Legge, a riformulare la domanda. Più che chiedere: "chi è il mio prossimo?", dovrebbe chiedere: "di chi sono prossimo?" "Chi ha diritto di ricevere il mio aiuto?" Interessante, anche, comprendere il "percorso", dove si snoda il racconto: da Gerusalemme, situata a 750 metri di altezza, a Gerico, situata a 350 metri sotto il livello del mare. C'è una strada di circa 27 km, che attraversa la zona desertica della Giudea, tra serpentine, anfratti e burroni scoscesi, infestata da ladri, che trovavano facile rifugio in questi anfratti delle rocce. È noto che, fino a non molto tempo fa, gli stessi Pellegrini, non potevano viaggiare su questa strada, senza protezione! Sappiamo, altresì, che a Gerico dimoravano molti Sacerdoti e Leviti, che ogni Anno si ricavano a Gerusalemme, per la "Settimana" di turno, nel servizio del Tempio. Probabilmente, Gesù sceglie di proposito il Sacerdote ed il Levita, per condannare il ritualismo Giudaico. Il loro "passare oltre" (vv 31- 32), viene così spiegato: Temendo che l'uomo ferito, fosse morto o agonizzante, loro evitano di avvicinarsi per timore di contrarre l'impurità legale, connessa con il toccare un cadavere, in base a quanto scritto nel Libro del Levitico: "Un Sacerdote non dovrà rendersi impuro per il contatto con un morto..." (Lv 21, 1b). Dovendo scegliere tra l'Amore a Dio, e quello del prossimo, scelgono il primo, e non si accostano al povero malcapitato! Invece, il Samaritano, che non passava di là "per caso", come il Sacerdote ed il Levita, ma "era in viaggio', ovvero, aveva un programma di giornata..., senza badare a quale nazionalità appartenesse, si avvicina al ferito, e "ne ebbe compassione": gli dispensa le prime cure, così come può, con "l'olio" (per ammorbidire le ferite - Is 1, 6) e con "il vino" ( usato per disinfettare), simboli della "gioia Messianica!" Poi lo trasporta in un Ospizio, e offre all'albergatore "due denari" (corrispondenti a due giornate lavorative), ed è disposto a spendere anche di più, al suo ritorno (v 35). Che grande insegnamento ci consegna questa Parabola! La "Compassione", è una caratteristica essenziale della Misericordia di Dio. Anche noi siamo chiamati come il "Buon" Samaritano (Chiamato così, perché nella Bibbia, l'aggettivo "Buono", è riservato solo a Dio, e lui sta agendo, imitando proprio l'agire di Dio! - cfr Mc 10, 18), a diventare, anche noi, "prossimo" di chiunque incontriamo nel bisogno..., ma, attenti, ne saremo capaci, solo se nel nostro cuore c'è "compassione", solo cioè, se avremo quella capacità di patire ("Cum- Patio" = Soffrire con l'altro!), perché il vero Amore, non è teoria, ma è una questione pratica: "Va' e anche tu fa' così". Gesù, da "buon" Maestro e Signore, ci ha dato l'esempio, perché anche noi potessimo amarci, come Lui ci ha amati! Giunga a voi tutti, l'Augurio di una serena giornata.


di Rubrica autogestita dalla parrocchia "San Giuseppe" Mandatoriccio Mare | 07/11/2023

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