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di DON MICHELE ROMANO - Per avanzare nel cammino della vita cristiana, secondo l'insegnamento del Vangelo di oggi (Mt 23, 1-12), si devono compiere dei passi necessari: "Conoscersi", "Accettarsi", "Superarsi". Già il grande Socrate diceva: "Gnoti se autòn" - "Conosci te stesso"! Se non conosciamo noi stessi, brancoleremo nel buio, perché tutti abbiamo bisogno di luce e di amore. Tuttavia, non basta "conoscersi", dobbiamo anche "accettarci" per quello che siamo, con i nostri pregi e difetti: "Se Dio mi ha creato, così come sono, chi sono io per rifiutarmi?" Con grande umiltà e realismo, infine, dovremmo anche saper "ringraziare", per tutti i doni di cui ci ha dotati, qualità e pregi che dobbiamo impiegare per meglio conoscere noi stessi, comprendere e superare i tanti difetti che ci caratterizzano. In questo atteggiamento di conversione, attraverso l'azione dello Spirito Santo, siamo invitati ad essere veri modelli nella nostra Chiesa, per spronare la crescita e la maturità del nostro prossimo. Non certo come i Farisei  al tempo di Gesù, fedeli osservanti della Legge orale e della Tradizione. Pensate che passavano la giornata, a seguire oltre 600 precetti (613 per l'esattezza), considerando peccatori e irrimediabilmente persi, tutti gli altri. Qui entra in gioco, anche la credibilità della nostra vita, diversamente incappiamo nel grave giudizio di Gesù, che stigmatizza il loro comportamento: "Non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno" (v 3). Il "Fariseismo", purtroppo, è duro a morire, riemerge ancora oggi, fra tanti di noi (cosiddetti)
"cattolici", che vogliamo sentirci migliori degli altri, più devoti, osservanti impeccabili, che, con questi comportamenti, più che avvicinare, allontaniamo tanti dal Signore, e dal suo Vangelo!
Nondimeno (e qui occorre un "Mea Culpa"), ancora ci sono tanti, anche fra noi Sacerdoti, che amano girare in ampie vesti, che mirano solo ad allargare i loro filattèri, e allungare le frange" (v5), come anche ricevere tanti titoli onorifici, che suscitano (ahimè), il sarcasmo di Gesù, perché allontanano i fedeli dalla vera Fede! Non facciamoci,
pertanto, "Maestri" di nessuno, perché: "Uno solo è il vostro Maestro..., uno solo è il Padre vostro..., uno solo è la vostra Guida, il Cristo" (vv 8-9-10). Solo se sapremo entrare nella dimensione dell'umiltà, comprenderemo che ogni nostro Talento, non è frutto di un nostro guadagno, ma è un dono esclusivo di Dio, che vuole che vengano impiegati per la sua Gloria, non per la nostra alterigia! Nel mentre siamo stati creati, per essere veri, liberi e felici, spesso, sotto l'egemonia della "Superbia" (che ci fa credere di essere, quello che non siamo!"), finiamo per dilapidare tutte le nostre energie, nella spasmodica ricerca dell'apprezzamento del mondo, del piacere appagante, di sentirci "persone importanti", capaci di esibire tanti "titoli" altisonanti, che ci garantiscono il plauso e la stima degli uomini. Ma sia ben chiaro, siamo tutti "Alunni" alla scuola di Dio, il rischio che corriamo, è scadere nella piccineria e nell'ingenuità. È così che spesso, gemiamo sotto la dura legge della "Superbia", la Menzogna primordiale, iniettataci dal Mentitore (Satana), che porta alla sensazione di autosufficienza, anziché farci riconoscere bisognosi della Misericordia di Dio (perché nessuno di noi, "si salva" da solo!) La nuova Evangelizzazione -- sempre più urgente -- richiede fedeltà, fiducia, e soprattutto sincerità, in obbedienza alla vocazione che abbiamo ricevuto nel Santo Battesimo. Solo se vivremo in questa "umiltà", saremo "innalzati" dal Signore Gesù, ma se, disgraziatamente per noi, il Sacro si riduce alla sola esteriorità, fine a se stessa (paramenti lussuosi, iniziative pastorali che alimentano il nostro protagonismo, frange e filattèri vari), allora sì, il Signore ci "abbasserà!" Convertiamoci, finché siamo in questo "tempo del merito", che è la Vita! A tutti voi, Auguro, una santa e serena domenica.