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Mandatoriccio (Cosenza) - 25 - Parabola dello scriba discepolo del regno dei cieli


di DON MICHELE ROMANO - Questa Parabola "Dello Scriba Discepolo del Regno dei Cieli", contenuta nel solo Vangelo di Matteo (13, 51- 52), è successiva alle altre tre Parabole: del "Tesoro nascosto", della "Perla", e della "Rete da pesca", dove l'Evangelista vuole comunicarci il pressante invito di Gesù a convertirsi, ed
accogliere il Regno di Dio, un Regno dal valore infinito: più di qualsiasi Perla o Tesoro di questa terra! Convertirsi, per non ritrovarsi, alla fine, nel gruppo dei dannati. Il modello che ci viene offerto in questa Parabola, è quello dello "Scriba divenuto discepolo del Regno dei Cieli (v 52). Costui è il vero sapiente, nuna persona che ha scoperto il Tesoro della Legge di Dio, come guida della sua vita, e per questo ha risposto con generosità all'appello di conversione di Gesù. Egli ha compreso che, quanto ha ricevuto dalla sua Tradizione religiosa, le "cose antiche" (chiaro riferimento alla Toràh di Mosè), ben si accorda con quanto ha ascoltato da Gesù: le "cose nuove", la Buona Novella, una predicazione che gli appare subito nuova e sconvolgente! L'opera eccelsa dell'Evangalista, è stata quella di offrire alla Comunità del suo tempo, perseguitata e sofferente (sotto il dominio di Roma), una prima attualizzazione ecclesiale della Parola, suggerendo loro l'urgenza che bisogna essere pronti a lasciare tutto  per seguire il Signore. Questo è un messaggio, che permane valido in ogni epoca. Nel corso della storia, non sono mancate "luci e ombre", quali "segni" manifestativi del Regno di Dio che viene. Ma è proprio questo che caratterizza il vero discepolo: è colui che comprende veramente il messaggio Evangelico, e non si scandalizza del perdurare del male nel nostro mondo (La "Rete", è sempre piena di ogni genere di pesci: Buoni e Cattivi (Mt 13, 47). La Tradizione Cristiana, ha amato riconoscere in questo Scriba della Parabola, divenuto "Discepolo del Regno dei Cieli", un autoritratto dello stesso Evangelista Matteo, profondo conoscitore della Tradizione ebraica, e dell'Antico Testamento, ma anche esperto conoscitore della Novità che Gesù è venuto a portare. Soprattutto nel suo Vangelo, molto più che negli altri Evangelisti, cogliamo questa grande verità: Lui ci mostra con chiarezza come l'annuncio del Vangelo fosse profondamente radicato nell'Antico Testamento, portando al miglior frutto, la fede di Israele, con la venuta del Salvatore. Qui l'Evangelista, è come se si presentasse come un modello per tutti noi, suoi lettori, modello di ascolto ed accoglienza di "tutta" la Parola di Dio, dove, con oculatezza, ha ben delineato l'elemento di continuità tra L'Antica e la Nuova economia della Salvezza: "Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento" (Mt 5, 17). Quanto detto sullo Scriba- Discepolo, per Matteo, suggella tutto il capitolo 13 del suo Vangelo, sulle Parabole del Regno, quasi a suggerirci di cogliere l'analogia, tra l'insegnamento del linguaggio narrativo della Parabola, e l'attività esegetica dello Scriba, che diventa fecondo, quando egli non si cristallizza sul passato, ma sa aprirsi ai nuovi orizzonti, dischiusi dalla Rivelazione di Dio, in Cristo Gesù. Ecco la bellezza di uno Scriba "saggio", che non contrappone l'Antico, al Nuovo Testamento, bensì sa trarre "dal suo Tesoro, cose nuove e cose antiche" (v 52b). Chi comprende queste Parabole di Gesù, è simile a questo Scriba della Parabola che, divenuto suo Discepolo, possiede un grande Tesoro, il Tesoro della Sapienza, un Tesoro inestimabile ed inesauribile: "Chi lo possiede, ottiene l'amicizia con Dio" (Sap 7, 14). Anche noi, come credenti, non dobbiamo mai stancarci di attingere a questo Tesoro: Il Signore Gesù "Sapienza di Dio" (1Cor 1, 24); "In Lui sono nascosti tutti i tesori della Sapienza di Dio" (Col 2, 3); È  Gesù che, anche oggi, continua a dire al nostro cuore: "Prendi il largo..." (Lc 5, 4); "Cercate e troverete" (Mt 7, 7; Allarga i tuoi orizzonti, "Io sono con te (con voi) tutti i giorni" (Mt 28, 20b). Il modello di Scriba, di cui sta parlando il Signore, in questa Parabola, probabilmente, più che far parte del gruppo Tradizionale degli Scribi (veri depauperatori della Legge), è più probabile che sia una persona, che dedica parte del suo tempo, allo studio della Parola, per comprenderne il significato, per ricercare l'armonia fra i vari Testi, i vari Autori, il genere letterario dei vari Libri, una persona insomma, che col Salmista, può affermare che: "La Parola di Dio, è una Lampada e una Luce che illuminano il percorso della nostra esistenza!" È triste considerare, come oggi, nella Chiesa, ci siano molti "Scribi", ma ben pochi "Discepoli" del Regno dei Cieli. Auguriamoci di essere anche noi, Cristiani del nostro tempo, persone che, al pari dello Scriba del Vangelo, non si lasciano distrarre o inorgoglire dalle proprie capacità intellettuali o cognitive (come i Farisei e gli Scribi del tempo di Gesù), ma piuttosto persone che sanno rimanere umili, di fronte alla parola di Dio, e da essa si lasciano correggere ed educare: "Tutta la Scrittura, ispirata da Dio, è anche utile per insegnare, convincere, correggere ed educare nella giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona" (2Tm 3, 16-17). Giunga a voi tutti, l'augurio di una serena giornata.


di Rubrica autogestita dalla parrocchia "San Giuseppe" Mandatoriccio Mare | 03/11/2023

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