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Mandatoriccio (Cosenza) - 22 - Parabola dei due figli


di DON MICHELE ROMANO - Questa breve Parabola "Dei due Figli", è propria dell'Evangelista Matteo (21, 28- 32); Gesù stesso ne dà l'immediata spiegazione: ci sono due modi di compiere la Volontà di Dio, solo "a parole", come il "secondo Figlio": "Sì Signore. Ma non vi andò" (30b), o "con i fatti", e spesso dopo un primo rifiuto, come il "primo Figlio": "Non ne ho voglia". Ma poi si pentì e vi andò (v 29). In questa Parabola "Dei due Figli", Gesù smaschera l'incredulità colpevole dei suoi interlocutori: il "secondo Figlio", infatti, rappresenta i Farisei, che Gesù aveva già descritto, come" "Popolo (che) mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me" (Mt 7, 6). All'invito del Padre, di andare a lavorare nella Vigna, dice di "sì", ma poi non ci va: apparentemente obbedisce al comando, ossia alla Legge, tuttavia non fa quello che il Padre gli chiede. Ma Gesù va oltre, non chiede chi dei due abbia osservato la Legge, ma chi abbia compiuto "la Volontà del Padre". Questa Volontà, in maniera insperata, è state esaudita dal "primo Figlio", che pur rispondendo di "no", in un primo tempo, poi si pente, va e compie la Volontà di quel Padre, che nulla fa o dice ai suoi Figli, se non per il loro bene! L'atteggiamento di questi due Figli, è sorprendente, anche perché il "primo Figlio" rappresenta pubblicani e prostitute, che Gesù dice: "vi passano avanti nel regno di Dio" (v  31b). Nel messaggio di Gesù, questo, non è da intendere come uno stimolo a comportarsi come loro (perché il peccato non è mai premiato!), ma si riferisce al fatto, che pubblicani, prostitute, e tutti i peccatori che essi rappresentano, pentendosi, hanno preso coscienza dei propri errori, e cambiano radicalmente la loro vita, tornando indietro ("Metànoia" - fare "dietro frònt"), per fare la Volontà del Padre; è così che passeranno avanti a molti altri, nel Regno di Dio. Lo svela Gesù stesso, quando dice: "Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece  gli hanno creduto" (v 32), ossia si sono convertiti, e come dice San Paolo: "Ora invece, liberati dal peccato e fatti i servi di Dio, raccogliete il frutto della vostra santificazione e come traguardo avete la vita eterna" (Rm 6, 22). Su tali argomenti, feroci sono state le critiche a Gesù, da parte di Farisei e sommi Sacerdoti: "Perché il vostro Maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?" La replica di Gesù è chiara: "Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Infatti non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori" (Mt 9, 10-13). Sì, è vero, anche noi possiamo cedere alla tentazione, alle debolezze, qui rappresentate dai pubblicani e prostitute (vedi atteggiamento del "primo Figlio"), tuttavia, Gesù ci incita a non scoraggiarci, a continuare a cercare la Verità, in modo da poter ritornare a Lui, ri-cercandolo, come ha fatto il "Figliol prodigo", che, pentitosi, ha fatto "retromarcia" nella sua vita. Certo è, che la tentazione ci accompagnerà sempre, tuttavia, la possiamo sconfiggere solo se stabiliremo un rapporto di piena fiducia con Gesù. Non possiamo (e non dobbiamo) (S)cadere in quell'ostinazione che Gesù riscontra (e rimprovera), nei Sacerdoti e negli Anziani del popolo, che pur avendo Lui e le sue Opere davanti agli occhi, si ostinano a non capire, a non credere, a non cambiare strada, per ritornare al Padre. A questo riguardo, come non citare  l'inizio del duro discorso, del Proto-Martire Stefano: "Testardi e
incirconcisi nel cuore e nelle orecchie, voi opponete sempre resistenza allo Spirito Santo" (At 7, 51). Quali sono, allora, gli insegnamenti che ci provengono da questa Parabola?
1)- Dio è la nostra "paterna" autorità. I Padri, secondo il modello biblico, hanno autorità sui figli: "Figlio mio, osserva il comando di tuo padre e non disprezzare l'insegnamento di tua madre" (Pr
6, 20). Mai, purtroppo, come oggi, è saltato "il modello" di Famiglia, sempre sotto attacco..., così la Società rifiuta Dio, a cui obbedire. L'uomo d'oggi, vuole vivere la propria vita, e ha detto a Dio: "Tu non interferire nella mia vita!" Ma è un errore madornale (dalle conseguenze incalcolabili) ignorare l'autorità di Dio! 2)- Questa Parabola, ci ricorda soprattutto di non essere ipocriti, non si compie la volontà di Dio solo con le "parole", occorre agire, fare la Sua Volontà. Obbedire, è l'unica cosa necessaria: "Ecco, obbedire (al Signore) è meglio del sacrificio" (1Sam 15, 22b); "Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando" (Gv 15, 14 ).
3)- Inoltre, questa
Parabola, oggi, avverte tutti noi cristiani, a non pensare che abbiamo una posizione di Giusti davanti a Dio, presumendo di essere migliori di tanti altri peccatori. Gesù ci fa capire, che la grazia di Dio, è grande e non ha ostacoli, nell'accogliere tutti, soprattutto coloro che noi consideriamo reietti, che pur nel silenzio e nell'abnegazione operano per il Regno di Dio! Allora, meno parole, Amici, e più fatti, meno apparenza, e maggiore sostanza e concretezza. Facciamolo almeno con Dio, visto che a Lui, non si può nascondere nulla. Amèn (Sia così). A tutti, auguro, una serena giornata.


di Rubrica autogestita dalla parrocchia "San Giuseppe" Mandatoriccio Mare | 28/10/2023

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