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Mandatoriccio (Cosenza) - 21 - Parabola dei lavoratori della vigna


di DON MICHELE ROMANO - La Parabola "Dei Lavoratori della Vigna", si trova solamente nel Vangelo secondo Matteo (20, 1-16), detta anche "Del Padrone generoso", perché in essa si parla di un Padrone, che a tutte le ore del giorno, assolda operai perché vadano a lavorare nella sua Vigna. Questa Parabola degli "Operai della Vigna", è una delle spiegazioni più eloquenti del Regno dei Cieli. L'immagine della Vigna, ha molte radici bibliche. Già nell'Antico Testamento, Israele è paragonata a un Vigneto, che viene curato con grande cura, perché rappresenta la piantagione di Jahvè, per produrre il buon vino della Salvezza (Is 5, 1-7; Sal 80; Ez 15,1-8); Spesso l'immagine, è anche usata dai Profeti, in contesti che denunciano l'infedeltà del Popolo; Gli stessi Vangeli Sinottici, usano questa immagine, nella "Parabola dei Vignaioli omicidi"; Ed infine, l'Apocalisse, la usa il riferimento all'annuncio del Giudizio (Ap 14, 17-20). Il contesto storico della Parabola, fa riferimento a una situazione comune ai tempi di Gesù: in particolari periodi dell'anno, c'è molto da lavorare nella Vigna, ed i lavoratori disoccupati, si recavano di buon mattino nella piazza del mercato, per essere assunti a lavorare. Il primo ingaggio avveniva all'alba, corrispondente alle nostre ore 6 del mattino. Il protagonista della Parabola è effettivamente il Padrone (Dio), che si reca al mattino presto sulla piazza, e assume braccianti per una giornata di lavoro. Tratta brevemente con alcuni di loro sulla paga, e ci si accorda per un Denaro! E quelli vanno immediatamente nella Vigna a lavorare. Anche nelle ore successive della giornata: verso le nove, mezzogiorno, le tre e le cinque del pomeriggio, il Padrone, vedendo altri disoccupati, li chiama a lavorare anch'essi nella sua Vigna, senza tuttavia pattuire una paga precisa: "Quello che è giusto ve lo darò" (v 4b). Venuta la sera, il Padrone dice al suo Fattore, di cominciare a pagare quelli delle cinque del pomeriggio. Anch'essi ricevettero un Denaro intero, benché abbiano lavorato soltanto un'ora! La cosa viene notata da tutti, anche dagli operai del primo mattino, che così sperano di ottenere una retribuzione maggiore di quella convenuta.
E invece, ricevono soltanto il Denaro pattuito. A questo punto essi "cominciano a mormorare contro il Padrone" (v 11a). La risposta del Padrone: "...Tu sei invidioso perché io sono buono?" (vv 13-15), rivela un atteggiamento assolutamente inverosimile, che tuttavia rimanda al "cuore" dell'insegnamento della Parabola: Il Padrone, che sappiamo, rappresenta Dio e la sua benevolenza, elargisce a tutti con generosità, il massimo. È comprensibile che si rimanga imbarazzati, diremmo anche noi, di fronte all'evidente "ingiustizia", compiuta dal Padrone: al mondo d'oggi, tutto questo, avrebbe scatenato la reazione di tutti i Sindacati. Ma questo "sconcerto" (lo stesso degli operai della prima ora!), per l'Evangelista era previsto, ed addirittura "intenzionale!" Ciò che la Parabola vuole dire, è che nel Regno di Dio, tutti quelli che accetteranno di "lavorarvi" - non importa da quando hanno cominciato - saranno tutti "primi", riceveranno, cioè, il massimo in Dono: il Regno di Dio in "pienezza" (a tutti un Denaro "intero", e non una sua parte!).
I primi destinatari di questa grande Verità, squisitamente Evangelica e "scomodante", sono coloro che pensano di avere dei meriti particolari, che si sentono migliori degli altri, invidiosi se altri ricevono dei doni, fino a protestare con il Donatore - Dio, semplicemente perché Egli "è Buono!" Abbiamo tutti bisogno di ricordare, che siamo salvati "per grazia", e quando riusciamo a fare, è solo per grazia. Non abbiamo mai alcun merito, siamo solo i beneficiari della meravigliosa "Grazia di Dio". La Salvezza, è sempre un'iniziativa di Dio. È Lui, infatti, che nella Parabola (non manda mica il suo Fattore), è sempre Lui che va in piazza, e non una volta, ma più volte, a cercare più persone possibili: povere, senza speranza, e bisognose di lavorare, per dar da mangiare alle loro famiglie. È da notare, anche, come gli Operai (non della prima), ma delle altre ore, si sono fidati interamente del Padrone, senza stipula di contratto alcuno. Andarono a lavorare per fede ("Fidandosi" di Lui!). Erano certamente bisognosi..., ed è bastata la parola del Padrone, che avrebbe dato loro, la giusta paga! Qui, vediamo molto del "cuore" di Dio, che va sempre in cerca delle "pecore perdute" (cfr Lc 15). Infine, non passi inosservato, il versetto 8a: "Quando fu sera...!", espressione che rappresenta la fine del mondo e il Giudizio finale. "Venuta la sera...", ovvero, è tardi, non c'è più possibilità di lavorare nella Vigna del Signore! Così, nel giorno del Giudizio, coloro che credono di meritare lode da Dio, saranno "ultimi", coloro invece, che credono di non non meritare nulla, ma si aggrappano a Cristo e si fidano della sua bontà, saranno "i primi". Concedici Signore, di lavorare sempre con gioia, nella tua Vigna. Segue...! A tutti, Auguro, una serena giornata.


di Rubrica autogestita dalla parrocchia "San Giuseppe" Mandatoriccio Mare | 27/10/2023

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