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Mandatoriccio (Cosenza) - 19 - Parabola dei fanciulli in piazza


di DON MICHELE ROMANO - Questa Parabola dei "Fanciulli in Piazza", è contenuta sia nel Vangelo secondo Matteo (11, 16-19), che in quello secondo Luca (7, 31-35). L'esegesi di questa Parabola, ci fa comprendere tutta l'ostinazione dei farisei, ad accogliere il messaggio del Battista prima, e di Gesù poi. Lui narra questa Parabola, mentre Giovanni Battista era in prigione (Perché imprigionato da Erode Antipa - Mt 11, 2), che manda i suoi discepoli, per chiedere a Gesù se fosse Lui il Messia promesso, o se c'era da aspettare un altro! Conosciamo la risposta di Gesù: "Andate a riferire a Giovanni che: "I ciechi recuperano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono", secondo la profezia Messianica di Isaia (35, 5-6), e che Gesù ha realizzato, dimostrando così, che Lui è il Messia. I Bambini della Parabola che invitano a giocare, rappresentano proprio Gesù e Giovanni (vv 18- 19), mentre i compagni a cui si sono rivolti, rappresentano gli Ebrei, e in particolare i Farisei e i loro Capi religiosi.
I Bambini che cantano una canzone funebre, rappresentano Giovanni Battista che aveva invitato il popolo a pentirsi e a fare penitenza per i propri peccati, e per dare l'esempio non beveva vino e conduceva una vita austera (da qui l'allegoria del funerale), ma non era stato preso sul serio, anzi considerato un "indemoniato". Gesù, che aveva annunciato la "Buona Novella", con promesse di gioia per i credenti (da qui l'allegoria del ballo nuziale), Lui stesso ha assunto un atteggiamento libero e gioioso (l'opposto di quello di Giovanni), beveva vino e mangiava insieme ai peccatori, ma neanche Lui era stato preso sul serio, anzi considerato un "mangione e un beone". I Farisei, infatti, credevano che la venuta del Messia, dovesse essere preceduta da quella di Elia, ma non avevano compreso che la Profezia si era attuata con Giovanni Battista, venuto a preparare la "Via" al Messia, proprio "con lo spirito e la potenza di Elia" (Lc 1, 17). Ma il popolo, influenzato dalle false dottrine degli scribi e dei farisei, si rifiutò di riconoscere Gesù Cristo, come il Messia. Ecco perché, davanti a tanta ostinazione, Gesù si domanda a chi debba paragonare questa "generazione", ossia gli Ebrei, suoi contemporanei, e risponda con una similitudine tratta dal gioco dei ragazzi, che spesso vogliono imitare ciò che hanno visto fare agli adulti, durante i riti delle nozze e dei funerali. Questi fanciulli sono seduti nelle piazze. Allora  la "piazza" (Agorà), era al centro della vita sociale di una comunità, dove stazionavano gli operai in attesa di un lavoro (Mt 20, 3), o persone che barattavano, o semplicemente scambiavano quattro chiacchiere (At 17, 17), e quindi i loro figli potevano tranquillamente giocare. Suonare il flauto, si riferiva al gioco di un ballo nuziale, come avveniva ai matrimoni..., ed alcuni bambini si sono rifiutati di ballare. Altri bambini, poi, hanno cantato dei lamenti, Come si usava nei funerali (dove le donne "piangevano" il morto, in modo acceso - Mt 9, 23), e invitano gli altri bambini a piangere..., ed essi non vollero. Questi bambini seduti, rappresentano appunto i Giudei, che volevano meno Digiuni e meno Austerità, per cui rifiutano sia la predicazione di Giovanni che quella di Gesù, e dal momento che entrambi non accondiscesero alle loro arbitrarie pretese, essi li condannarono entrambi e non prestarono fede alla loro parole. Tuttavia, anche se l'atteggiamento di Gesù è stato frainteso, e nonostante i falsi apprezzamenti dei Giudei, tutto corrisponde alla "Sapienza", quale disposizione divina che ha voluto che il Regno Messianico venisse inaugurato da Giovanni e da Gesù, in maniera diversa da quelle che erano le loro aspettative; ma c'è da aggiungere che, non solo fu giustificata, ma "accolta con gioia ed ammirazione da tutti i suoi figli" (v 19c), ovvero dai "veri Sapienti", tra i quali vanno annoverati, senza dubbio, i discepoli di Gesù, e tutti coloro che credono in Lui! Questa Parabola, ancora una volta, ci invita a riflettere sul nostro atteggiamento e a chiederci: Siamo come Giovanni Battista, e seguiamo gli insegnamenti di Gesù, dal quale la folla accorreva, perché con la sua Saggezza ("insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi"- Mc 1,22), riusciva a far comprendere e accettare il messaggio del Regno? O siamo come gli ipocriti e come quei Dottori della legge, che pensavano di sapere tutto e non capivano nulla? O come quei Farisei, che sapevano solo criticare e accusare gli altri, incappando, così, nel duro rimprovero di Gesù: "Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che assomigliate a  sepolcri imbiancati: all'esterno appaiono belli, ma dentro sono pieni di ipocrisia e di iniquità?" (Mt 23, 27). Tutto ciò ci invita, ancora una volta, ad un serio esame di coscienza: riflettiamo sulle "nostre" ipocrisie, abbandoniamo orgogli pretenziosi, e pregiudizi infondati, e affidiamoci agli insegnamenti di Gesù, così da non rischiare di essere anche noi "all'esterno giusti davanti agli uomini, ma all'interno pieni di ipocrisia e di iniquità!" Supplichiamo insieme il Signore, perché tante volte, perdoni la nostra peccaminosa incoerenza! Segue...! A tutti, Auguro, una serena giornata.


di Rubrica autogestita dalla parrocchia "San Giuseppe" Mandatoriccio Mare | 25/10/2023

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